Bastano 23 millimetri di pioggia per provocare ‘alluvioni’? In Sicilia, a quanto pare, sì. Non per l’intensità delle piogge, ma perché i territori sono abbandonati. Impressionante la testimonianza – con tanto di fotografie – dell’agronomo Corrado Vigo. Un dirigente generale della Regione, Salvo Cocina, ammette la “decennale mancanza di manutenzione…”
Alcune aree della Sicilia orientale, in questi giorni, sono state veramente colpite da un’alluvione? O si tratta di piogge normali, magari un po’ sopra l’ordinarietà, che hanno provocato danni solo perché il territorio della Sicilia è abbandonato?
Su Facebook rintracciamo un post illuminante di Salvo Cocina, ingegnere, oggi dirigente generale del dipartimento regionale Acqua e Rifiuti, nel passato ai vertici della Protezione civile della Sicilia, un tecnico che sa il fatto suo:
“Alluvione piana di Catania del 19 ottobre. Autorità di Bacino della Sicilia, Corpo Forestale della Regione e Consorzio di Bonifica accertano lo stato del fiume Gornalunga, dei corsi d’acqua affluenti e degli attraversamenti. Riferiremo al Presidente della Regione. Innalzamento degli alvei per interramenti, vegetazione incontrollata, rifiuti, hanno causato una grave incapacità di deflusso libero delle acque e conseguenti allagamenti e danni all’agricoltura, alle reti irrigue e alla viabilità“.
“Evento meteo eccezionale – prosegue Cocina – 230 mm in poche ore, ma anche… purtroppo, decennale mancanza di manutenzione… Quadro normativo complesso e diversi enti competenti. Da maggio, dopo 29 anni, la Regione ha istituito l’Autorità di Bacino che si avvale del Dipartimento Ambiente e del Genio Civile. Competenti sui corsi d’acqua anche i Consorzi di Bonifica, i proprietari frontistanti, ANAS, Province, Ferrovie, Comuni, enti proprietari dei ponti e dei viadotti di attraversamento che restano responsabili degli stessi. Proprietari frontisti che si impossessano delle aree golenali dei fiumi, occupazioni abusive degli alvei e la natura si riprende ciò che era suo… Ora Dobbiamo cambiare pagina!”.
Insomma, da quello che scrive Cocina le piogge non sono state eccezionali. L’acqua dal cielo è arrivata, certo, ma se le aree oggi ‘alluvionate’ fossero state gestite bene non sarebbe successo nulla di grave: soprattutto alle aziende agricole.
Ancora più puntali – e ancora più gravi – le notizie fornite dall’agronomo Corrado Vigo sulla propria pagina Facebook:
“Le dimissioni degli assessori al Territorio e Ambiente e Infrastrutture, e dei relativi Dirigenti Generali, non ci sono state. C’era da aspettarselo! Però nessuno gridi a ‘evento eccezionale’ per togliersi ogni eventuale responsabilità! Oggi mostro due delle infinite mancate manutenzioni che hanno portato alla esondazione dei torrenti e dei fiumi (LE POTETE VEDERE QUI). Il fiume San Leonardo: manutenzione fatta, e solo nella parte della zona dal ‘ponte dei malati’ e fino alla contrada Sperone nel 2004, dopo l’evento alluvionale del 2003. I vistosi interrimenti, e le canne parlano da soli!”.
“Fiume Costanzo – prosegue Vigo – che passa da Francofonte: manutenzione fatta nel 1986! 32 (trentadue anni fa). La sezione del fiume è ostruita per oltre 4/5: ma da dove dovrebbe passare l’acqua anche nel caso di piogge ‘normali’? E le foto, fatte qualche giorno fa, parlano da sole. Però … i danni sono e rimangono delle aziende agricole…”.
Se il Governo regionale di Nello Musumeci si fosse insediato un mese fa, ebbene, sarebbe stato ingiusto chiedergli conto e ragione di queste gravi denunce che potrebbero avere anche risvolti erariali.
Ma l’attuale Governo è in carica da dieci mesi. Ora a parte le chiacchiere e i comunicati stampa che annunciano interventi di qua e di là (tragicomico l’intervento annunciato a tutela della spiaggia di Eraclea Minoa praticamente scomparsa, COME POTETE LEGGERE QUI), era così difficile intervenire per prevenire i danni, soprattutto alle aziende agricole?
La verità è che la gestione dell’assessorato regionale all’Agricoltura, da parte del presidente del Parlamento siciliano, Gianfranco Miccichè, è pessima (l’attuale assessore, Edy Bandiera, dipende, politicamente, da Miccichè).
Non c’è alcun controllo sul grano duro che arriva dall’estero, soprattutto con le navi.
Non c’è alcun controllo sull’olio d’oliva tunisino che ha ‘invaso’ la Sicilia. Di fatto, nei giorni scorsi, siamo stati quasi costretti a scrivere un articolo per mettere in guardia i siciliani dall’acquisto di olio d’oliva extra vergine a basso prezzo. Questo perché l’olio d’oliva estero che arriva nella nostra Isola potrebbe fare precipitare il prezzo: così abbiamo invitato i consumatori del Sud Italia – cosa che facciamo spesso – ad acquistare solo olio extra vergine prodotto nel Mezzogiorno d’Italia (QUI IL NOSTRO ARTICOLO).
Non c’è alcun controllo, in generale, sulle derrate alimentari che arrivano in Sicilia dall’estero.
E adesso scopriamo – ma la cosa non ci stupisce – che basta una semplice pioggia per mettere in ginocchio tante aziende agricole, perché nessuno si occupa della manutenzione dei corsi d’acqua.
Intanto il Governo regionale, in un ‘chilometrico’ comunicato stampa ‘annuncia’ soldi di qua e di là:
“Sei milioni di euro – leggiamo nel comunicato – destinati dalla Regione a favore delle Province e dei Comuni che hanno subito pesanti danni dall’alluvione di questi ultimi giorni. Sono i primi provvedimenti decisi dal governo regionale, convocato d’urgenza… a Palazzo d’Orleans dal presidente Nello Musumeci, allargato ai dirigenti della Protezione civile, dell’Ambiente, della Programmazione, del Bilancio e della Struttura contro il dissesto idrogeologico”.
Così apprendiamo che esiste anche una “Struttura contro il dissesto idrogeologico”, anche se ci chiediamo, fino ad oggi, di cosa si sia occupata.
Detto questo – dopo il flop della spiaggia di Eraclea Minoa – ci chiediamo e chiediamo: sono soldi veri o è solo annuncio a effetto?
“La situazione – sottolinea il governatore Musumeci – è davvero difficile e drammatica, migliaia di aziende, soprattutto agricole, sono in ginocchio. Bisogna subito dare un segnale concreto, ai sindaci ed alla gente colpita, affinché non si sentano soli”.
Visto che c’è la suddetta “Struttura contro il dissesto idrogeologico” si poteva agire prima, no?
“In particolare, – leggiamo sempre nel comunicato – il governo ha deciso che un milione di euro, dai fondi di bilancio, sia destinato agli enti locali colpiti dalla calamità da utilizzare in lavori di somma urgenza per rimuovere le macerie e ripristinare la viabilità nelle strade di particolare interesse
provinciale e comunale. Altri cinque milioni di euro serviranno per il
ripristino delle infrastrutture danneggiate. Queste ultime risorse sono prelevate dal Fondo di sviluppo e coesione, attraverso la Struttura contro il dissesto idrogeologico guidata dallo stesso presidente della Regione. Gli interventi saranno coordinati dal dipartimento regionale della Protezione civile”.
“Alle Province e ai Comuni alluvionati – recita sempre il comunicato – assegneremo sessanta giorni di tempo per presentare i progetti esecutivi, altrimenti perdono il finanziamento. Le esperienze passate ci dicono che
i tempi di certa burocrazia spesso non sono compatibili con le urgenze dettate dalle necessità della gente e del territorio. Un muro crollato, una strada dissestata non debbono rimanere per anni in quelle condizioni. Servono tempi certi. Peraltro, se gli enti locali non dovessero avere sufficiente personale tecnico in organico, potranno benissimo procedere con l’affidamento di incarichi esterni”.
Con affidamenti diretti o con evidenza pubblica? Domanda non certo irrilevante, visto che siamo già in campagna elettorale per le elezioni europee del maggio del prossimo anno.
“Nelle scorse ore – aggiunge Musumeci – ho parlato con i sindaci dei Comuni colpiti ed ho assicurato la vicinanza della Regione. Ma dobbiamo pensare anche alle aziende danneggiate. E qui serve l’intervento urgente del governo di Roma. Per questo, abbiamo proclamato oggi stesso lo stato di calamità
e chiesto al governo centrale di dichiarare l’emergenza. Se ai nostri
provvedimenti aggiungiamo quelli che dovrebbero arrivare dalla
Capitale, credo che avremo la possibilità di ridare un minino di
serenità ai territori devastati”.
Domanda: scusi presidente Musumeci, non abbiamo capito una cosa: la Regione siciliana e i suoi uffici sono responsabili della mancata manutenzione dei corsi d’acqua che, con le piogge, esondano e distruggono le colture (e quindi mettono in ginocchio le aziende agricole siciliane) e lo Stato deve intervenire per fronteggiare le vostre insufficienze?
Avete raccontato, al Governo nazionale, che negli ultimi due mesi, Mondello e Partanna Modello, a Palermo, ci sono stati allagamenti gravissimi? Gli avete spiegato che questo succede perché Mondello è stata ‘cementificata’, come si legge negli articoli che alleghiamo in calce?
Avete spiegato a Roma che la Regione siciliana e il Comune di Palermo sono riusciti a far passare un tratto delle linee del Tram di Palermo in un’area a rischio idrogeologico R4, che significa a rischio molto elevato, come appurato e messo per iscritto dagli uffici del dipartimento Ambiente della stessa Regione? (QUI UN NOSTRO ARTICOLO).
“Certo – ammette Musumeci – quanto accaduto deve farci riflettere sulla attenzione che nel passato hanno avuto le istituzioni per la tutela del territorio. Una condotta irresponsabile! Per questo tre mesi fa abbiamo istituito l’Autorità di bacino, attesa da tanti anni: servirà a programmare e gestire gli interventi nel complesso sistema fluviale dell’Isola, del quale nessuno sembra essersi mai occupato. Nel frattempo – conclude il governatore – ho disposto delle indagini per possibili recenti omissioni da parte di alcuni funzionari e dirigenti dell’amministrazione regionale. Ma di questo non mi sento di parlare. Almeno per ora”.
Ne parli, invece, prima di chiedere l’intervento di Roma.
Aspettando la vera ‘bomba d’acqua’ a Palermo e la ‘tura’ che si sfascia alla Plaia di Catania
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