La situazione finanziaria del Comune di Palermo è critica. E in Consiglio comunale le polemiche sono roventi. Oggi i Revisori dei conti, convocati dalle opposizioni in Aula, non hanno convinto. Tant’è vero che i grillini e Fabrizio Ferrandelli chiedono le dimissioni del presidente del Collegio dei Revisori, Marcello Barbaro. Forse chi ha le idee più chiare è Nadia Spallitta, secondo la quale ci sono già le condizioni per mandare tutti a casa, Sindaco e Consiglio comunale
Mentre l’amministrazione comunale di Palermo cerca disperatamente soldi per andare avanti – in realtà, per tirare a campare, perché le spese sono maggiori delle entrate – in Consiglio comunale infuria la polemica sul Rendiconto 2017 che, è noto, è stato ‘bocciato’ dal Collegio dei Revisori. Atto amministrativo pesante come un macigno, perché se il Consiglio comunale non approva il Rendiconto 2017 non può approvare il Bilancio di previsione 2018: e senza Bilancio vanno tutti a casa: il Sindaco Leoluca Orlando e i 40 consiglieri comunali.
La vicenda politica si ingarbuglia, perché approvare un Rendiconto sul quale grava la ‘bocciatura’ del Collegio dei Revisori è possibile, ma è rischioso per i consiglieri comunali di centrosinistra che appoggiano l’attuale amministrazione comunale. Per questo, da giorni, si vocifera di un’irrituale rivisitazione del parere dei Revisori in seguito a un altrettanto irrituale incontro ‘segreto’ tra gli attuali amministratori comunali e gli stessi Revisori.
Per la cronaca, in questa vicenda, c’è anche un attacco del Sindaco Leoluca Orlando ai Revisori. E c’è anche un’altra indiscrezione: se dovessero andare tutti a casa – ipotesi non improbabile, perché la situazione finanziaria del Comune di Palermo è veramente critica – ambienti vicini al Sindaco avrebbero fatto sapere che Orlando si ricandiderebbe.
E questo ci starebbe pure, perché l’attuale primo cittadino è sì al secondo mandato, ma l’eventuale interruzione non conterebbe come consiliatura intera e potrebbe ricandidarsi.
Voci di qua, voci di là. E polemiche al vetriolo. Come quella sollevata dal capogruppo dei grillini, Ugo Forello, che da qualche settimana sembra veramente passato all’opposizione:
“La gravissima e inaccettabile minaccia del Sindaco al Presidente del Collegio dei Revisori la sera stessa in cui è stata comunicata la relazione al rendiconto 2017 e l’irrituale e anomalo incontro segreto, sempre con il Sindaco, nei successivi giorni dice Forello – evidentemente ha prodotto i suoi effetti: oggi l’intervento del Presidente Barbaro è stato a dir poco imbarazzante, incompleto, elusivo e contraddittorio. I dubbi e la confusione sul Rendiconto 2017 sono aumentati anche per responsabilità del Collegio dei Revisori che è apparso incapace di rispondere ai precisi quesiti e dubbi dei consiglieri, fino al paradosso di affermare prima che ‘la valutazione non positiva è positiva con rilievi’, per poi invece dichiarare che ‘rimane una valutazione non positiva che non può definirsi negativa, però neanche positiva’ lasciando la valutazione alla libera interpretazione di ciascuno”.
Insomma, Forello dà per scontato che l’incontro ‘segreto’ sia avvenuto e che il parere sarebbe stato cambiato.
“Abbiamo la necessità di avere un Collegio dei Revisori libero e indipendente – dice sempre il capogruppo del Movimento 5 Stelle a Sala delle Lapidi, sede del Consiglio comunale di Palermo – che sia davvero di ausilio e di aiuto al Consiglio comunale, specie in un momento delicato come questo. Purtroppo non crediamo che vi siano più le condizioni di serenità che consentano al Presidente Barbaro di proseguire nel proprio lavoro. Per questo ne richiediamo, con rammarico e dispiacere, le immediate dimissioni. Oggi sempre di più la presenza del Sindaco in aula diventa un fatto necessario nell’interesse di tutti”.
Duro anche il commento di Fabrizio Ferrandelli:
“Ritengo l’intervento in consiglio comunale del Presidente del collegio dei revisori Barbaro contraddittorio ed offensivo della mia intelligenza. I dubbi da me avanzati in questi giorni crescono, il contorno è sempre più sfocato e le valutazioni preoccupanti sul Rendiconto 2017 acuite. Il balbettio sull’incontro con il Sindaco dei giorni scorsi, il glissare sull’incontro con l’ex assessore Luciano Abbonato definito in maniera imbarazzante ‘un incontro così’, conferma in me la convinzione che il Presidente del Collegio dei Revisori non ha le idee chiare”.
“Ai precisi quesiti e dubbi avanzati da noi consiglieri – precisa Ferrandelli – ha risposto in maniera poco circostanziata e tecnica, fino al paradosso di affermare, rispetto al parere già espresso, che ‘la valutazione non positiva è positiva con rilievi’, per poi invece dichiarare che rimane ‘una valutazione non positiva che non può definirsi negativa però neanche positiva’, lasciando la valutazione alla libera interpretazione di ciascuno. Sono convinto, oggi più di ieri – conclude Ferrandelli – che non vi siano più le condizioni di chiarezza e credibilità che possano consentire al Consiglio di affidarsi alle valutazioni ‘cangianti’ del presidente Barbaro. Per questo ne richiedo, con rammarico e dispiacere istituzionale, le immediate dimissioni. Chiedo altresì al Sindaco di presentarsi in aula per chiarire i primo luogo le criticità dei conti, ma un minuto prima circa i rapporti intervenuti tra lui, il collegio e l’ordine dei dottori commercialisti”.
Su Live Sicilia leggiamo la seguente replica del presidente del Collegio dei revisori, Barbaro:
“La riunione col sindaco non ha niente di segreto – ha detto Barbaro in Aula -. Dopo due ore dal deposito della relazione, mi ha chiamato il Sindaco e mi ha detto: ‘Presidente, sa che lei ha fatto abuso d’ufficio e sarà denunciato insieme ai suoi colleghi’. Non abbiamo dato alcuna risposta, abbiamo continuato a lavorare con coscienza. Qualche giorno dopo il Sindaco ha nuovamente detto che ci avrebbe denunciato e allora il nostro presidente provinciale dei commercialisti mi ha detto che avrebbe organizzato una riunione. Ho chiesto che ci fosse tutto il collegio e che si tenesse al Comune e alla sua presenza”.
Insomma il presidente dei Revisori ammette l’incontro – irrituale – con il Sindaco Orlando. Sindaco che ha minacciato di denunciare i Revisori dei conti!
Sempre su Live Sicilia leggiamo la dichiarazione di un altro revisore dei conti del Comune di Palermo, Sebastiano Orlando:
“Noi non cambiamo nulla: c’è la corrispondenza contabile, ma siamo preoccupati per la situazione finanziaria dell’ente. Non abbiamo usato il termine ‘parere’ indicato dall’ordine e presente negli anni passati e mai contestato, ma abbiamo espresso una valutazione non positiva sperando che le criticità venissero affrontate, come sta avvenendo”.
Parole che lascerebbero che, forse, Forello e Ferrandelli non sono andati lontano nel criticare il Collegio dei Revisori.
Chi, nei giorni scorsi, ha analizzato la situazione finanziaria alle luce dei regolamenti e delle leggi che regolano questo particolare atto amministrativo è Nadia Spallitta, già vice presidente del Consiglio comunale:
“Ritengo che la situazione finanziaria del Comune di Palermo sia davvero preoccupante. Dalla relazione dei Revisori dei conti emerge che sono stati sforati alcuni dei parametri previsti dalla legge ai fini dell’accertamento della deficitarietà del Bilancio”.
“I parametri sforati – ha precisato Nadia Spallitta – sembrano essere: i residui attivi (alcuni risalenti ad oltre 30 anni fa); i debiti fuori Bilancio arrivati oggi a circa 40 milioni di euro; l’effettiva capacità di riscossione delle entrate tributarie; la carenza di liquidità che si desume dal ritardo dei pagamenti dei fornitori. Inoltre ci sarebbero criticità anche nelle spese per il personale a tempo determinato”.
“Con riferimento ai residui passivi – ha sottolineato l’ex vice presidente del Consiglio comunale di Palermo – viene certificata una percentuale pari al 39,75%, molto vicina al limite massimo del 40% previsto dalla legge. Le principali perplessità riguardano l’effettivo sforamento o meno di tale parametro. Da qui la domanda: nella redazione del Bilancio consuntivo sono stati anche considerati i debiti nei confronti delle Aziende comunali?”.
“Ricordiamo che il sindaco – ha affermato – con una direttiva indirizzata agli amministratori delle società comunali, ha disposto unilateralmente l’azzeramento dei crediti dichiarati da tali società verso il Comune. Mi domando se sia giuridicamente valida la scelta unilaterale di disconoscere i crediti delle Aziende comunali, anche alla luce del fatto che queste somme sono state inserite nei rispettivi bilanci aziendali dalle società del Comune”.
Le Aziende comunali, per la cronaca, sono AMAT e RAP: la prima si occupa del trasporto delle persone (e gestisce il Tram con grande passivo), la seconda gestisce la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti.
Ovviamente, i credito vantati dalle Aziende comunali sono debiti del Comune.
“Qui – dice sempre Nadia Spallitta – si pongono due problemi. Il primo, relativo al come sono stati quantificati i residui passivi: se tali debiti sono stati azzerati (il riferimento è ai soldi che il Comune dovrebbe erogare ad AMAT e RAP ndr), il Comune è dentro il parametro del 40%; ma se tali debiti non sono stati azzerati, il Comune potrebbe avere sforato il parametro dei residui passivi”.
“Il secondo problema – osserva ancora l’ex vice presidente del Consiglio comunale di Palermo – riguarda i rapporti con i bilanci delle società partecipate dal Comune e con la congruità degli atti contabili di tali società. E’ indubbio, infatti, che entrambe le parti non possono avere ragione. Se i soldi alle società partecipate non sono dovuti, ebbene, sarebbe interessante capire come sono stati predisposti i bilanci di queste società”.
Insomma, se il Comune non ha erogato – o ha richiesto indietro – i soldi ad AMAT e RAP, ebbene, questi soldi non possono stare, contemporaneamente, fra le entrate del Comune e fra le entrate di AMAT e RAP.
“In sintesi – conclude Nadia Spallitta – potrebbero esserci, già oggi, tutte le condizioni per la decadenza sia del Consiglio comunale, sia della Giunta, anche perché il problema, al di là dei parametri, è oggettivamente politico, e questo consuntivo (cioè il Rendiconto 2017 ndr) comunque delinea un quadro altamente critico della condizione finanziaria del Comune. Ne viene fuori l’oggettiva difficoltà di governare la città, in relazione alla quale chi amministra dovrebbe fare le opportune valutazioni”.
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