La Sicilia (ma il nostro dubbio è che ciò avvenga anche in altre Regioni italiane) è letteralmente ‘invasa’ da olio d’oliva tunisino. Il nuovo mega carico di questo prodotto, spedito, tanto per cambiare, dalle parti di Sciacca, arriva proprio quando l’annata è di ‘scarica’, con una riduzione della produzione del 50% e oltre. Cosa fare per non farci fregare
Quello che sta succedendo ha dell’incredibile. Sotto gli occhi delle ‘autorità’ (figuriamoci: c’è la ‘benedizione’ dell’Unione Europea dell’euro), nei giorni scorsi al Porto di Palermo sono state sdoganate altre mille e 600 tonnellate di olio d’oliva tunisino a dazio zero. Che si vanno a sommare alle 800 tonnellate dello stesso prodotto sdoganate a fine agosto (COME POTETE LEGGERE QUI). Non sappiamo cosa sia successo negli altri Porti della nostra Isola, ma ne sappiamo abbastanza per sottolineare che la Sicilia è letteralmente invasa da olio tunisino.
Anche in questo caso – come per le 800 tonnellate di olio d’oliva di fine agosto – la stragrande maggioranza di questo prodotto ha preso la via di Sciacca, provincia di Agrigento, che ormai è diventata la ‘mecca’ dell’olio d’oliva tunisino (mentre una piccola parte è rimasta a Palermo).
E’ difficile che si tratti di olio d’oliva di quest’anno, perché la molitura delle olive è appena iniziata. E’ probabile che si tratti di un prodotto dello scorso anno (bene che vada…).
Superfluo ripetere che sappiamo poco o nulla di come venga prodotto l’olio d’oliva extra vergine in Tunisia. L’unico dato certo è che il prezzo è irrisorio: 1-2 euro al litro circa. Sulle pratiche agronomiche (per esempio, uso di pesticidi) non sappiamo nulla.
In Italia, quest’anno, la produzione di olive ha subito una drastica riduzione. Basse produzioni in Puglia, Calabria e Sicilia, che sono le tre Regioni dove si produce il 90% circa di olio d’oliva extra vergine italiano. Ma anche nelle altre Regioni del nostro Paese, dove la produzione di extra vergine è già limitata, la riduzione della produzione è notevole.
In Puglia, ad esempio, ci sono zone dove la riduzione della produzione sfiora il 70%. Mentre in Sicilia lo scenario è un po’ meno drammatico.
Il vero dramma è rappresentato dalla citata “invasione” di olio d’oliva tunisino. In parte – e questo l’abbiamo sottolineato più volte – la Sicilia è un po’ il crocevia del commercio dell’olio d’oliva nord africano: sbarca nei porti della nostra Isola per poi, in buona parte, prendere la via delle Regioni del Centro Nord Italia che, dagli anni della ‘presunta’ unità d’Italia, hanno scippato al Sud il mercato dell’olio d’oliva.
E’ chiaro che se certe Regioni del Centro Nord Italia producono il 3-4% di olio extra vergine di oliva (e forse non ci arrivano nemmeno) e poi ‘esportano’ il 35-40% dell’extra vergine italiano, ebbene, da qualche parte lo debbono prendere questo benedetto olio d’oliva: una volta lo prendevano dal Sud Italia, oggi sia dal Sud Italia (non quest’anno che la produzione è crollata), sia dal Nord Africa.
Come ci possiamo difendere da questa ‘invasione’, fermo restando che non esistono i controlli sulla qualità? E’ un tema che affrontiamo spesso.
Dalle parti di Sciacca (dove, guarda caso, c’è incetta do olio d’oliva tunisino) e a Ribera, dove la molitura è già iniziata, ci dicono che i consumatori sono spaventati dal prezzo: 8 euro al litro.
A questi consumatori ‘spaventati’ diciamo: attenti che quest’anno – con la bassa produzione di olive che c’è – 8 euro al litro, per l’extra vergine di oliva siciliano è un prezzo già basso. Non vi fidate di coloro i quali vi dicono:
“Non si preoccupi, le faccio trovare un olio d’oliva extra vergine a un prezzo più basso”.
A un prezzo più basso di 8 euro al litro significa, nella migliore delle ipotesi, che vi venderanno un olio d’oliva ‘extra vergine’ siciliano miscelato…
Il nostro consiglio è sempre lo stesso: se ci riuscite, evitate di acquistare olio d’oliva extra vergine nei supermercati: soprattutto non acquistare olio d’oliva extra vergine da 6 euro in giù a bottiglia.
Sappiate che, soprattutto quest’anno, un litro di olio extra vergine di oliva da un litro non può costare meno di 8 euro in Sicilia e meno di 9-10 euro in Puglia. Se lo acquistate in bottiglia dovete considerare anche i costi di imbottigliamento e di trasporto nei luoghi di vendita: infatti, né l’imbottigliamento, né il trasporto sono gratis.
Consigliamo a tutti i cittadini del Sud di acquistare l’olio d’oliva extra vergine presso le aziende agricole e presso i frantoi di fiducia.
Attenti anche ai frantoi, perché le mille e 600 tonnellate di olio d’oliva tunisino arrivate nei giorni scorsi nel Porto di Palermo non sono un caso isolato: è probabile che tale prodotto sia arrivato in altri porti della Sicilia e del resto d’Italia, Sud compreso.
E sappiate che non tutto l’olio d’oliva tunisino che arriva al Sud prende la via del centro Nord: una parte resta dalle nostre parti e viene veduto come olio extra vergine di oliva delle nostre parti.
Quindi, cari cittadini del Mezzogiorno, rivolgetevi ad agricoltori di fiducia e ai titolari di frantoi di fiducia. Attenzione soprattutto a questi ultimi: perché non è da escludere che l’olio tunisino venga mescolato con il nostro olio d’oliva extra vergine al momento della molitura…
Anche se costa un po’ di più, acquistate olio d’oliva extra vergine del Sud: così facendo, darete forza agli agricoltori del Mezzogiorno e contribuirete a scippare al Centro Nord Italia il mercato di un nostro prodotto che questi ‘polentoni’ ci rubano dal 1860!
800 tonnellate di olio d’oliva tunisino ‘bio’ a dazio zero sbarcate a Palermo. Pottino: “Così in Sicilia chiudiamo”
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