Sulla rete il dirigente dell’USB, Sandro Cardinale, attacca il deputato regionale del Movimento 5 Stelle, Sergio Tancredi, accusandolo di fare “terrorismo gratuito”. Replica lo stesso Tancredi: “Qualcuno ha messo in giro parole che non ho mai pronunciato. Semmai ho detto che la Regione siciliana non sta facendo nulla”. Intanto si scopre che i corsi annunciati dall’assessore Roberto Lagalla…
E’ polemica tra i vertici dell’Unione Sindacale di Base (USB) e il parlamentare regionale del Movimento 5 Stelle, Sergio Tancredi.
A dare fuoco alle polveri è un dirigente di questa organizzazione sindacale, Sandro Cardinale, che sulla rete scrive il seguente commento:
“Fa specie ricevere diversi messaggi da parte degli ex lavoratori della Formazione regionale, allarmati da voci che arrivano da esponenti del 5 stelle regionale, nella persona dell’onorevole Tancredi, il quale sostiene che le soluzioni per la ricollocazione degli ex lavoratori della Formazione sono pressoché nulle, che la strada è irta e tortuosa, che non c’è via d’uscita.
Vorremmo dire all’onorevole Tancredi, anziché di fare terrorismo gratuito, perché non si occupa di fare il suo lavoro, visto che abbiamo prova che è all’oscuro di tutto ciò che il governo nazionale sta mettendo in campo per la Formazione regionale”.
“Auspichiamo che queste voci non vengano più messe in circolazione, per evitare allarmismi che mettono a dura prova migliaia di madri e padri di famiglia, già duramente colpiti da questo disastro sociale. La USB – conclude Tancredi – si riserva di relazionare quanto accaduto ai vertici del Movimento e coglie l’occasione per comunicare agli ex lavoratori che il percorso di ricollocazione procede, dobbiamo rispettare alcuni step obbligatori e che presto sarà organizzato un evento pubblico, con tutte le parti interessate”.
Conoscendo l’onorevole Tancredi siamo rimasti un po’ stupiti dalle parole scritte da Cardinale. Così abbiamo chiamato al telefono lo stesso Tancredi. Che ci ha riferito quanto segue:
“Non ho mai detto che per i lavoratori della Formazione professionale della Sicilia non c’è speranza di tornare al lavoro. Perché dovrei dire una cosa del genere? Qualcuno mette in giro queste voci prive di fondamento. La verità è un’altra. Ho incontrato, questo sì, un folto gruppo di lavoratori della Formazione professionale della nostra regione. Ho detto che il Governo nazionale sta affrontando la questione e che farà tutto il possibile per trovare una soluzione. Ho aggiunto – e forse da qui è nato l’equivoco – che l’attuale Governo regionale non sta facendo nulla!”.
“E’ la Regione che ha creato e continua a creare problemi a questi lavoratori – aggiunge Tancredi -. Qualcuno, forse non disinteressatamente, ha messo in giro voci, lo ribadisco, prive di fondamento. E non è nemmeno difficile capire il perché”.
Perché?
“Perché in Sicilia c’è qualcuno che vorrebbe scaricare sul Governo nazionale i problemi che i Governi regionali hanno creato nel mondo della Formazione. Ed è qualcuno che, in questo momento, fa da sponda al Governo regionale di nello Musumeci”.
Questo, in verità, lo pensiamo anche noi: i furbacchioni dell’attuale Governo regionale vorrebbero scaricare la gestione degli ottomila licenziati di Formazione e ex Sportelli multifunzionali sul Governo nazionale. Per ‘pilotare’ una bella ‘scorpacciata’ di nuove assunzioni tra enti formativi ‘amici’ e privatizzazione delle Politiche del lavoro…
“Non so se il progetto sia questo: ma noto l’immobilità del Governo regionale sulla Formazione e, contestualmente, il tentativo di scaricare su Roma responsabilità politiche che sono dei Governi regionali del passato e dell’attuale Governo regionale”
Perché parla di immobilismo? L’assessore Roberto Lagalla, intervistato qua e là, ha detto che i corsi di Formazione professionale sono ripartiti.
“Ma quando mai! Il dipartimento regionale della Formazione professionale, questo sì, ha inviato alla Corte dei Conti diciotto decreti di finanziamento. Ma, stando a quanto mi risulta, la magistratura contabile non si è ancora pronunciata. Se poi l’ha fatto in queste ore non lo so. A me – lo ribadisco – risulta che ancora si deve pronunciare la Corte dei Conti”.
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