Formazione: Lagalla replica sugli errori nell’Albo e fa ‘risuscitare’ la legge 24

23 settembre 2018

Ma non dice nulla sul controllo preventivo della Corte dei Conti: i corsi avviati hanno o no il ‘visto’ della magistratura contabile? Detto questo, c’è da restare basiti sul richiamo dell’assessore Roberto Lagalla alla legge regionale n. 24 del 1976: legge “vigente”, dice. Ma se è vigente come mai 8 mila persone sono state licenziate?

L’assessore regionale alla Formazione professionale, Roberto Lagalla, replica a chi ha criticato gli errori presenti nell’Albo. Risponde a quanti hanno ironizzato sugli svarioni, grillini in testa. Ma lo fa ‘risuscitando’ una legge che la politica siciliana – della quale anche lui fa parte – non applica più da anni: la legge regionale n. 24 del 1976! Inoltre, nella replica, l’assessore non dà informazioni sui corsi di Formazione avviati: hanno o no il ‘visto’ della Corte dei Conti? (LA DOMANDA L’ABBIAMO POSTA NOI IERI SERA, COME POTETE LEGGRE QUI).

Ma leggiamo insieme la replica dell’assessore Lagalla:

“Probabilmente – dice l’assessore – non piace al Movimento 5 Stelle il risultato ottenuto dal Governo Musumeci in soli 8 mesi: aver fatto ripartire la Formazione professionale dopo anni di stallo, restituendo certezza di metodo e dignità tanto ai lavoratori quanto agli allievi. Alla zelante analisi dei denuncianti è peraltro sfuggita la presenza di un contrassegno che individua nominativamente tutti gli iscritti che hanno riscontrato l’aggiornamento dell’albo promosso dall’assessorato nei mesi scorsi: circa 5.000 soggetti hanno esplicitamente manifestato interesse a permanere nel settore della formazione, aggiornando i propri dati personali”.

“Dovrebbe essere altrettanto chiaro prosegue l’assessore – a chi alzando la voce tenta di intorbidire le acque, che, in forza della vigente legge 24/76, l’Albo oggi ad esaurimento non può essere modificato rispetto alla sua composizione storica se non a seguito di una modifica della stessa legge alla quale, immagino, i Cinque Stelle vorranno utilmente contribuire. In ogni caso, al di là dei nove errori segnalati su circa novemila posizioni, è bene sottolineare come la semplice iscrizione all’Albo non produca effetti individuali, se non in presenza di adesione volontaria degli iscritti alle procedure di reclutamento che prevedono priorità, e non esclusività, per quanti inseriti nello stesso albo ad esaurimento”.

“Inoltre, in vista dell’attivazione del tavolo ministeriale per il riconoscimento delle tutele sociali, l’assessorato ha provveduto a richiedere all’INPS lo stato delle singole posizioni, mettendo al riparo l’intera procedura da ogni possibile errore o abuso. Ringrazio comunque per il contributo fornito dal Movimento 5 Stelle – conclude Lagalla – e sono certo che quest’ultimo saprà rinunciare, nel prosieguo, ad inconsistenti e gridati scandalismi per contribuire seriamente alla necessaria revisione normativa del settore”.

P.s.

Cerchiamo di capire: 8 mila persone sono state licenziate perché in Sicilia la legge regionale n. 24 del 1976 non si può applicare  perché non sarebbe compatibile con i regolamenti europei. Però, quando serve – per esempio per scaricare sullo Stato l’eventuale costo a sostegno di questi lavoratori, la stessa Regione che non applica la legge 24/’76, torna ad applicarla!

Ancora: se la legge 24/’76 è “vigente”, come dice l’assessore Lagalla, perché 8 mila persone sono state licenziate? 

Noi, assessore Lagalla – lei a quel tempo era il Rettore dell’università di Palermo – avevamo capito che la legge 24 c’era, ma non sussisteva, bloccata abusivamente da una serie di atti amministrativi che, in Sicilia, quando conviene, hanno più ‘forza’ di una legge. 

Addirittura c’è stata anche una class action per fare applicare la legge 24, che non abbiamo capito (e non lo sapremo mai, trattandosi di “Diritto amministrativo alla siciliana”) non applicata. 

Ora lei, assessore, ci dice che la legge 24 è “vigente”… 

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