Proviamo a illustrare cosa c’è dietro lo sgarbo istituzionale che si è consumato nel passato fine settimana, quando il sindaco di Palermo ha snobbato Brancaccio e il capo del Governo che è andato in questo quartiere difficile della città per inaugurare l’anno scolastico. Sullo sfondo di questa vicenda tutt’altro che edificante si scoprono i fondi del Tram e gli inghippi mai venuti fuori dei PON…
Chiusa la retorica papalina proviamo a tornare su quanto avvenuto in questi giorni a Palermo. Ci riferiamo, in particolare, alla visita del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, snobbata dal sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, perché – così ha detto il primo cittadino – Roma avrebbe scippato alla Sicilia 400 milioni destinati alle periferie delle città dell’Isola.
Di questi 400 milioni di euro, a Palermo verrebbero “rubati”18 milioni di euro. Fondi che, aggiungono i parlamentari del PD, alleati di Orlando, “tra cofinanziamenti pubblici e privati, avrebbero mosso investimenti per 118 milioni”.
Come stanno, in realtà, le cose? Intanto sui fondi destinati alle periferie c’è un blocco dovuto a un pronunciamento della Corte Costituzionale. Nel corso dell’iter parlamentare che ha portato all’approvazione del cosiddetto ‘Decreto milleproroghe’ (modalità legislativa omnibus che il governo di grillini e leghisti avrebbe fatto bene ad abolire, invece di reiterarla!), i fondi relativi alle periferie sono stati dirottati su altri obiettivi, con l’impegno del Governo nazionale a ripristinarli in un altro decreto.
Cos’è, allora, che ha fatto saltare dalla sedia il sindaco di Palermo e gli esponenti del PD e, in generale, della sinistra del capoluogo siciliano?
L’inghippo sta proprio nel già citato ‘Decreto milleproroghe’, una legge omnibus che, come tutte le leggi omnibus, nasconde scenari poco chiari.
Orlando e gli esponenti della sinistra cittadina si sono stracciati le vesti parlando di “scippi alle periferie”. Ma se si va a leggere attentamente cosa c’è dentro i fondi per le ‘periferie’, ebbene, ci accorgiamo che, proprio per Palermo, c’è un grosso finanziamento che con le periferie non ha nulla, ma proprio nulla a che spartire!
Si tratta dei fondi per il solito Tram di Palermo e, precisamente, per la progettazione delle linee E e G del Tram per Mondello e Sferracavallo, come ha opportunamente scritto il quotidiano on line, Blog Sicilia. Ricordate? Sono le linee di Tram che il Comune di Palermo retto da Leoluca Orlando dà per scontate, quasi già fatte: tant’è vero che hanno già iniziato a bloccare le strade di Mondello e Partanna Mondello per ‘prendere le misure’ per questi nuovi appalti ferroviari.
Mondello, Partanna Mondello e Sferracavallo, lo ribadiamo, non hanno nulla a che vedere con le periferie. Mondello e Sferravacallo sono luoghi di villeggiatura; Partanna Mondello è attaccata a Mondello: anche in questo caso, nulla a che vedere con le aree degradate della città. Al contrario, si tratta di zone di grande pregio a due passi dal mare.
Mondello e Partanna Mondello sono anche – oggi più di ieri – due luoghi a rischio. Una pioggia di intensità media, anche se di breve durata, provoca allagamenti. Una pioggia di forte intensità e di durata media – che per fortuna non si è ancora materializzata – potrebbe provocare danni seri alle cose e, perché no? anche alle persone.
Ecco il punto della questione: con il passato Governo di centrosinistra il Comune di Palermo ha ricevuto da Roma centinaia e centinaia di milioni di euro non per sostenere i palermitani, per per realizzare ‘scorpacciate’ di appalti ferroviari che servono solo a chi li gestisce e li realizza. Lavori dalla durata ‘infinita’ che, fino ad oggi, hanno solo danneggiato la città.
L’esempio di un flop clamoroso è il Passante ferroviario. Costato fino ad oggi una barca di soldi – oltre un miliardo e 200 milioni di euro – fino ad oggi è un’opera che ha creato disagi e danni. Basti pensare che non è ancora stato ripristinato il collegamento tra Palermo e l’aeroporto ‘Falcone-Borsellino’, già Punta Raisi.
Del Passante ferroviario, in verità, non si capisce più nulla: dicono che è tutto quasi fatto, ma il ripristino con il già citato aeroporto, che già sconta gravi ritardi, in questi giorni ha subìto l’ennesimo rinvio.
Nessuno lo vuole ammettere, ma serpeggia una grande paura: la paura di riaprire questo collegamento ferroviario del quale si temono possibili problemi. Paura cresciuta dopo il crollo del Ponte Morandi di Genova. Perché da genova in poi, con le opere pubbliche, ‘sgarrare’ potrebbe essere un bel problema.
Per non parlare dell’allagamento del cantiere – sempre con riferimento al Passante – dalle parti di via Bernava, nel quartiere popolare della Zisa. Vicenda che ha provocato la perdita delle proprie abitazioni a una cinquantina di famiglie con palazzi che dovranno andare giù. Quando non si sa. Dicono che c’è già l’accordo per dare le nuove abitazioni alle famiglie lasciate senza casa. Sarà così? Non si capisce.
Si sa, invece, che è in corso un contenzioso tra la stazione appaltante (Rete ferroviaria italiana) e la società che sta realizzando i lavori (SIS). Il contenzioso è di circa 100 milioni di euro. Anche in questo caso, non si sa come finirà.
E non si capisce come finirà il collegamento con Carini: alcuni dicono che c’è ancora qualche problema, ma che si farà; altri dicono che ci saranno ritardi. La verità? Vattelappesca!
Tirando le somme, l’unica certezza, fino a questo momento, è che il Passante ferroviario resterà ‘azzoppato’ chissà per quanto tempo. Magari in attesa di un’altra caterva di soldi pubblici…
Non va meglio per l’Anello ferroviario, follia appaltizia-ingegneristica che ha bloccato alcuni punti della città, con disagi incredibili per i cittadini e, soprattutto, per i commercianti. Anche in questo caso, nessuno ha il coraggio di ammettere che, dopo una spesa di 100 milioni di euro, i lavori non arrivano al 20% e che ci vorranno chissà quanti anni per completarla, forse altri cinque anni, forse altri dieci anni.
Intanto hanno sfregiato Piazza Politeama – la Piazza centrale di Palermo – abbattendo alberi per costruire una grottesca Stazione. Via Emerico Amari è bloccata da anni. Idem via Sicilia. Idem via Roma. Caos su caos. Il tutto in attesa non si capisce di che cosa: forse, anche in questo caso, di un’altra montagna di soldi per gestire una tratta di circa 10 Km che nessuno vorrà gestire, perché diseconomica.
Così arriviamo al Tram. Già sono stati realizzati 15 Km di Tram. Un Tram che, per buona parte della giornata, gira semi-vuoto. Un’opera realizzata non con i fondi europei, come hanno cercato di far credere, ma con fondi statali, regionali e comunali.
Alla fine, siccome i fondi europei, in Sicilia, sono un grande imbroglio contabile, il costo spropositato di questi 15 Km di Tram – oltre 320 milioni di euro, oltre 20 milioni di euro a Km! – è stato caricato sui fondi europei con la tecnica contabile dei progetti di sponda o retrospettivi.
Traduzione: fare credere ai burocrati di Bruxelles – che sanno tutto e fanno finta di non capire se la cosa interessa gli ‘amici’ – che opere programmate e in molti casi realizzate anni prima rientrano tra quelle finanziate con i fondi europei. Una farsa!
Notare l’imbroglio contabile: i fondi europei per le infrastrutture, che per definizione debbono cofinanziare nuove opere (una parte dei fondi deve essere a carico degli Stati e delle Regioni), vengono invece utilizzati per ripagare opere già realizzate!
Difficile pensare a un’utilizzazione più maldestra dei fondi europei!
Intanto, sui giornali, fanno scrivere che “la Sicilia non spende i fondi europei” (così nessuno si prende la briga di indagare sui progetti di sponda dei fondi europei per le infrastrutture, o sui fondi europei per l’agricoltura: altra vicenda incredibile: ma questo è un altro discorso).
Cosa temono oggi Orlando e il PD? Che a Roma qualcuno faccia notare che a Mondello e a Partanna Mondello la priorità non è rappresentata dal Tram, ma da un dissesto idrogeologico che affonda le radici nei primi del ‘900, quando questa zona paludosa venne bonificata.
La bonifica di quegli anni non deve essere stata delle migliori, se gli allagamenti sono stati una costante. Con l’aggravante che negli ultimi anni sono peggiorati, perché le piogge hanno acquisito un carattere torrenziale che, come già ricordato, potrebbe creare danni seri.
A Roma, nel rimodulare queste somme, potrebbe sempre trionfare la razionalità. Qualcuno potrebbe dire: scusate, ma se a Mondello e a Partanna Mondello c’è un’emergenza idrogeologica, beh, occupiamoci prima di questa emergenza; le linee di Tram, semmai, vanno realizzate dopo aver messo in sicurezza Mondello, Partanna Mondello e gli abitanti di queste due zone di Palermo.
Ma questo farebbe impazzire gli attuali amministratori comunali, perché ‘scombinare’ gli appalti ferroviari di Palermo significherebbe andare a toccare nel vivo i veri ‘valori’ dell’attuale sinistra cittadina…
Fine dei problemi? Ma quando mai. Il timore è che, con l’occasione, il Governo nazionale possa scoprire l’inghippo dei PON. Ovvero? I PON – Piani Operativi Nazionali – dovrebbero essere fondi strutturali europei destinati alle città delle Regioni ad Obiettivo convergenza del nostro Paese (Campania, Puglia, Calabria e Sicilia) gestiti dal Governo nazionale.
Cos’hanno combinato a Roma? Il quadro non è chiaro. Ma, a quanto pare, grazie al ricorso a metodi da Azzeccagarbugli, una parte di questo fondi – non si capisce perché e a che titolo – viene dirottata in alcune città del Centro Nord Italia, che con i fondi strutturali europei non hanno nulla a che spartire! Ennesimo imbroglio studiato dai governi romani per fregare il Sud.
Dovrebbero essere i grillini – che nel Mezzogiorno hanno fatto il pieno di voti – a scoperchiare questo pentolone, cominciando col bloccare tutti i fondi del PON. Questo significherebbe fare venire meno a Palermo i fondi del PON Metro con i quali il Comune dovrebbe realizzare altre cervellotiche (e costose) linee di Tram.
In realtà, qui c’è un inghippo nell’inghippo. I fondi del PON Metro – parliamo di decine e decine di milioni di euro – non sono del Comune di Palermo, ma della ex Provincia di Palermo che oggi si chiama pomposamente Città Metropolitana di Palermo.
Questi fondi del PON Metro doverebbero servire per i circa 80 Comuni della Provincia di Palermo. Invece sono finiti quasi tutti al Comune di Palermo. Perché?
Questa è una bella domanda da cento punti. Un dato centrale è che, grazie a una legge nazionale che ha creato problemi enormi a tutte le Province italiane – la legge che porta il nome dell’ex Ministro Graziano Delrio – la figura del sindaco metropolitano coincide con quella del sindaco del capoluogo di Palermo.
Così, a Palermo, Leoluca Orlando è, contemporaneamente, sindaco di Palermo e sindaco della Città Metropolitana di Palermo. E, come per magico incanto, i fondi del PON Metro della Città Metropolitana di Palermo sono stati programmati per la realizzazione di nuove linee del Tram di Palermo…
Prima domanda: ma se l’attuale gestione e manutenzione del Tram di Palermo costa 10 milioni di euro all’anno e il Comune non sa dove trovare i soldi che senso realizzare altre linee di Tram? Risposta: prima si realizzano le nuove linee di Tram e poi… Poi, tra quattro anni, quando Orlando non sarà più sindaco saranno problemi del suo successore!
L’importante, in questo momento, è gestire gli appalti, secondo una prassi tipica della vecchia politica: appalti subito, programmazione economica zero e comu finisci si cunta!
Seconda domanda da duecento punti: gli 80 Comuni circa della Provincia di Palermo – pardon, della Città Metropolitana di Palermo – sono d’accordo sull’attuale ripartizione delle somme del PON Metro? Mistero!
Quello che sappiamo è che in quasi tutti i centri del Palermitano le strade provinciali cadono a pezzi. Non si potrebbe utilizzare una parte di questi fondi per le strade provinciali di Palermo che si sbriciolano?
Altra questione. Il sindaco Orlando dice che non ha voluto incontrare il capo del Governo Conte perché ha scippato i fondi alle periferie di tanti Comuni siciliani. E’ così? Conte ha spiegato che, nei giorni precedenti, il Governo nazionale ha raggiunto un accordo con l’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) per ripristinare tali fondi. E ha precisato di non aver incontrato, nel corso di quel vertice, il sindaco Orlando, che è anche presidente dell’ANCI Sicilia.
Tra l’altro, a Palermo, se c’è un politico che non dovrebbe citare le periferie, ebbene, questo è proprio Orlando, che al pari dei suoi predecessori, per le periferie della città, non ha fatto proprio nulla.
Tutte le periferie di Palermo sono abbandonate da sempre. Esempio macroscopico del degrado e dell’assenza del Comune è lo ZEN 2, quartiere dimenticato da Dio. Per essere precisi, solo in un’occasione il sindaco si è ricordato dello ZEN: quando ha provato a piazzare lì un Hot spot (COME POTETE LEGGERE QUI). Idea balzana, per fortuna bloccata dall’attuale Governo nazionale.
Di più: il Comune di Palermo, per far partire il Tram, ha creato problemi alle periferie. In pratica, il Tram è gestito dall’AMAT, l’Azienda comunale che si occupa del trasporto pubblico delle persone in città con gli autobus e con lo stesso Tram. Per far partire il Tram l’AMAT ha sbaraccato alcune linee di autobus, guarda caso nelle periferie, tra le proteste degli abitanti!
Di più: il consigliere comunale del Movimento 5 Stelle, Antonio Randazzo, sostiene che il Comune di Palermo non è riuscito a utilizzare importanti fondi per le periferie.
E che dire di via Oreto – di fatto una periferia – al buio da qualche mese?
Dopo di che il sindaco si ricorda delle periferie quando arriva il capo del Governo di una parte politica avversa: mah…
Notazione finale: tutta la cagnara scatenata da Orlando e dai consiglieri comunali di centrosinistra riguarderebbe 400 milioni di euro. A questo punto ci chiediamo e chiediamo: dov’erano Orlando e i consiglieri comunali di Palermo quando il Governo regionale siciliano di Rosario Crocetta, a trazione PD, si faceva scippare, dal Governo Renzi, un bel po’ di miliardi di euro?
Quando sono avvenuti questi scippi – che I Nuovi Vespri hanno puntualmente documentato (QUI UN ARTICOLO) – né il sindaco Orlando, né i consiglieri comunali di Palermo hanno proferito parola.
Nel caso dei 400 milioni di euro (ammesso che ammontino a tanto, perché dubitiamo che l’attuale Governo nazionale consenta al Comune di Palermo di realizzare le linee di Tram a Mondello e a Partanna Mondello prima della risoluzione dei problemi idrogeologici), il Presidente del Consiglio si è impegnato a ripristinarli in un successivo decreto.
Ma quando il Governo Renzi scippava i soldi alla Regione siciliana con la connivenza del Governo Crocetta e dei partiti di centrosinistra, PD in testa, né il presidente dell’ANCI Sicilia e sindaco di Palermo, Orlando, né i consiglieri comunali di centrosinistra, compresi gli esponenti di Rifondazione comunista (che amministrano Palermo con il renziano Orlando), hanno protestato.
Eh sì, erano ‘distratti’. O forse non sono molto ‘ferrati’ in Diritto regionale e competenze derivanti dall’Autonomia siciliana. Del resto, non si può pretendere che i consiglieri comunali di centrosinistra di Palermo conoscano tali argomenti avendo altro a cui pensare…
Foto tratta da blogsicilia.it
AVVISO AI NOSTRI LETTORI
Se ti è piaciuto questo articolo e ritieni il sito d'informazione InuoviVespri.it interessante, se vuoi puoi anche sostenerlo con una donazione. I InuoviVespri.it è un sito d'informazione indipendente che risponde soltato ai giornalisti che lo gestiscono. La nostra unica forza sta nei lettori che ci seguono e, possibilmente, che ci sostengono con il loro libero contributo.-La redazione
Effettua una donazione con paypal