Deputati e impiegati dell’Assemblea Regionale Siciliana guadagnano molto più di quanto dovrebbero. Lei potrebbe porre fine a questa ingiustizia. Le spiego come…
“Vengo a proporle un atto di giustizia”, disse Fra’ Cristoforo a Don Rodrigo, intercedendo a favore della povera Lucia.
Io non somiglio nemmeno da lontano al buon frate ma lei, caro Baccei, stando alle taglienti risposte che dà a quei politici accattoni con i quali ha a che fare, un po’ a Don Rodrigo somiglia, dal lato dell’arroganza.
E si capisce! Mentre lei si leva la salute a cercare la quadratura del circolo del bilancio, questi qui ancora cercano di spigolare sui campi già trebbiati. E questo per di più mentre lei, suo malgrado, è costretto a ritardare il contrato dei regionali, a bloccare il FRAMP e a ridurre i premi di nuzialità. Piccole cose, è vero ma si capisce: la guerra è guerra per tutti.
Che squallore, penserà. Io invece le offro la storica possibilità di essere giusto, ma anche di portare a casa un po’ di fieno da metter in cascina. E nello stesso tempo porre riparo a torti quasi secolari.
Al punto.
Lei certamente saprà che i parlamentari dell’Assemblea regionale portano a casa, per il solo fatto di essere stati eletti da quel pugno di minus habentes che sono in tanta parte gli elettori siciliani, un bel gruzzolo. Pari a quello che portano a casa i senatori. L’equiparazione dei trattamenti risale ad una delle prime sedute del Parlamento siciliano. Erano altri tempi. Allora il governo nazionale, che aveva fretta di comprare i deputati regionali per avviare la “reconquista” della Sicilia non fece un plissé, perché la cosa, rendendo quei mascalzoni moralmente ricattabili, faceva il suo gioco.
Lei può compiere un atto di giustizia applicando una semplice proporzione. Se l’ Assemblea regionale rappresenta 5 milioni di Siciliani che sono un 12mo dell’intera popolazione italiana, ai deputati siciliani spetta un 12mo del trattamento goduto dai senatori. Ad occhio e croce il trattamento economico di ciascun deputato regionale si riduce a un terzo dell’attuale. E non sono bruscolini.
Ma non finisce qui. Lei ha anche la possibilità di rimediare ad un altra ingiustizia storica che invece da quei miserabili che la commisero fu presentata come un atto di giustizia.
Seguiamo il ragionamento perverso dei suoi indegni padri predecessori.
“Siccome noi ci siamo parametrati al trattamento dei senatori, “per equità” questo di legge nella pelosa motivazione di quell’atto schifoso, adeguiamo il trattamento economico dei nostri impiegati a quello degli impiegati del Senato.
Commettendo per di più una violazione dello Statuto, nel quale, all’art.14, lettera q), si parla esclusivamente di personale della Regione, e non di personale dell’Assemblea regionale e della Regione. La creazione di un ruolo a parte è stata un arbitrio e un’ingiustizia. E “loro” lo sanno benissimo. Come può affermarlo? mi chiederà.
Le rispondo subito. Tempo fa l’Assemblea regionale, in preda ad un “cupio dissolvi” si mise a suonare il violino sulla tolda del Titatnic e presentò al Parlamento nazionale un disegno di legge voto di modifica dello Statuto. Dio non voglia che, approfittando di questo atto di assoluta,sublime cretinaggine Renzi e Padoan facciano apportare ben altre modifiche allo Statuto, mandando a carte 48 la nostra autonomia che gli sta proprio sullo stomaco!
Torno al tema. La proposta di modifica contiene un art. 3 bis in base ala quale “AIl’Assemblea regionale è riconosciuta autonomia organizzativa, funzionale, finanziaria e contabile”.
E’ meglio di una confessione scritta! Se li chiedi, questi poteri, è perché non li hai; e se non li hai come hai potuto esercitarli? Con l’abuso,l’arbitrio e la sopercheria. Anche qui, caro Assessore soccorrerà il suo zelo audace: proceda al ripristino della giustizia violata, come sta facendo in tanti altri settori, faccia equiparare i trattamenti del personale dell’Ars a quello del restante personale regionale e otterrà tre risultati:
1) giustizia;
2)soldini(tanti);
3) una statua ippomontata nell’atrio di via Leopardi.
Né io né i mie ex colleghi saremo più cornuti e mazziati come è successo fino ad ora. Perché né i giornalisti ,né tanto meno i moralisti da strapazzo sanno, e quindi l’opinione pubblica sa o vogliono o vuole sapere che i regionali non hanno lo stesso trattamento dei dipendenti dell’ARS,che il trattamento dei dipendenti regionali è di gran lunga inferiore! Danno e beffa!! Ma lei porrà fine a tutti questo, lo so.
Sono pronto a darle un’altra mano. Dato che il suo impegno in questa caccia spietata al centesimo le assorbe tutto il tempo, potrei risparmiarle la fatica di scrivere due apposite norme. Ne ho buttato giù io una bozza, così alla buona.
Non deve che chiedermela.
PS Ovviamente se non ne farà nulla, tutta la Sicilia saprà di che pasta siete veramente fatti lei, il suo Presidente e chi vi tiene lì .
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