Senatore Cappelli: Ignazio Corrao (M5S) denuncia il “monopolio” SIS-Coldiretti

27 luglio 2018

Il parlamentare europeo eletto nel collegio Sicilia-Sardegna ha presentato – anche se con ritardo – un’interrogazione alla Commissione Europea, chiedendo conto e regione della ‘privatizzazione’ di una delle più importanti varietà di grani antichi italiani ad opera di una società bolognese e della Coldiretti. Il senatore Fabrizio Trentacoste interviene sui ritardi nei pagamenti in agricoltura da parte di AGEA, ma fa un po’ di confusione

Finalmente la politica punta i riflettori – in verità con ritardo – sull’incredibile vicenda della varietà di grano duro Senatore Cappelli, di fatto privatizzata.

A porre la questione con un’interrogazione alla Commissione Europea è il parlamentare europeo eletto in Sicilia e in Sardegna, nel Movimento 5 Stelle, Ignazio Corrao. Il riferimento alla Sardegna è importante, perché è proprio in questa Isola che questa cultivar, selezionata negli anni ’20 del secolo passato, è stata rilanciata.

“E’ in atto – dice Ignazio Corrao – un serio rischio di monopolizzazione del grano Senatore Cappelli, un grano di grande qualità, di proprietà dello Stato italiano, che rappresenta un patrimonio collettivo degli agricoltori del Sud Italia ed è tra le varietà più apprezzate e pagate dal mercato. La società SIS di Bologna ha ottenuto l’esclusività e oggi ci arrivano molte segnalazioni che questa posizione di forza si sia trasformata in un vero e proprio monopolio”.

A questo punti arriva l’attacco dell’europarlamentare grillino alla Coldiretti:

“La SIS – dice Corrao – inoltre fa capo al presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Mauro Tonello, una commistione inopportuna tra funzione sindacale e business”.

“L’azienda SIS – spiega sempre l’europarlamentare – avrebbe introdotto alcune condizioni che le consentirebbero di scegliere se e a chi vendere i semi, impedendo alle imprese di coltivare e vendere liberamente e costringendole, di fatto, a rivendere il grano alla stessa SIS. Insomma, chi vuole comprare il seme paga la royalty e poi non può vendere il prodotto a chi vuole. Come è stato possibile? E’ stato il CREA, ente pubblico, che ha concesso l’esclusività alla SIS per la moltiplicazione e la commercializzazione di questa varietà, e così facendo ha favorito di fatto la creazione di una filiera monopolistica”.

“Tutto questo – sottolinea sempre Corrao – ha creato un danno per parecchi milioni di euro alla cerealicoltura di qualità del nostro Paese e alle centinaia di agricoltori e imprese di trasformazione che prima dell’affidamento in esclusiva potevano realizzare quelle filiere produttive da tutti auspicate affossate da una gestione di SIS che avvantaggerebbe la sua filiera. Per questo ho interrogato la Commissione Europea, al fine di spingerla ad occuparsi del tema e a verificare l’effettiva esistenza di una forma di privatizzazione strisciante e il rispetto delle norme sulla libera concorrenza. Noi riteniamo che questa situazione, negata dall’ex Ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, sia pericolosa e necessitino opportune verifiche”.

“Se fosse così – sottolinea ancora Corrao – il comportamento della SIS e anche del CREA sarebbe fortemente scorretto e dannoso. Qui non stiamo parlando di un brevetto o di una varietà nuova su cui dei privati hanno investito le proprie risorse finanziarie e cercano di recuperare l’investimento sul mercato ma, piuttosto, potremmo essere di fronte alla svendita del patrimonio pubblico ad un solo soggetto libero di imporre le proprie condizioni. In tutto ciò il presidente di SIS è anche presidente di Coldiretti Emilia. C’è dunque anche una commistione tutt’altro che inopportuna”.

Sempre in tema di agricoltura le cronache registrano un intervento del parlamentare nazionale, sempre del Movimento 5 Stelle, Fabrizio Trentacoste. Tema: gli incredibili ritardi dei pagamenti in Agricoltura ad opera di AGEA, l’Agenzia dello Stato che, ‘in teoria’, dovrebbe effettuare tali pagamenti.

“È necessario mantenere alta l’attenzione sull’operato di AGEA – dice il senatore grillino -. Riteniamo che si debba dare supporto all’azione di risanamento di questa Agenzia governativa, ma sicuramente noi rappresentiamo i territori e quegli agricoltori che ci segnalano continuamente delle criticità”.

Fabrizio Trentacoste ha diramato questa dichiarazione a seguito dell’audizione da lui richiesta del direttore di AGEA, Gabriele Pagliardini, in commissione Agricoltura del Senato.

“Ci facciamo portavoce delle istanze di tutti gli agricoltori e gli allevatori che attendono pagamenti da oltre tre anni e che, nel frattempo, stanno indebitando le loro aziende agricole – aggiunge Trentacoste – tenendo alta l’attenzione sia dentro le sedi istituzionali, come il Senato, sia nei confronti di AGEA, pretendendo chiarezza”.

Intanto martedì, in commissione, il direttore di AGEA ha consegnato un report di oltre 60 pagine che fornisce un quadro dello stato attuale delle erogazioni in agricoltura, a partire dal 2015 ad oggi, ma che non offre certezze in ordine ai tempi previsti per completare i pagamenti.

“L’azione del Movimento 5 Stelle si sta muovendo in maniera più ampia”, continua Trentacoste, riferendosi all’attività dell’europarlamentare Ignazio Corrao che, dopo aver interrogato la Commissione Europea, ha ricevuto rassicurazioni sui pagamenti delle domande sulle colture biologiche del 2015.

Dopo di che c’è un passaggio del comunicato che non ci convince:

“Pare che la Regione siciliana si sia impegnata a procedere con i pagamenti entro settembre 2018”.

Il senatore Trentacoste dovrebbe sapere che i pagamenti in agricoltura non li effettua la Regione, ma l’AGEA: la Regione siciliana, semmai, deve fornire la documentazione a Roma, possibilmente senza ritardi.

“Se a livello europeo Corrao sta tenendo sotto controllo la situazione, ormai da anni – conclude il senatore del Movimento – noi non mancheremo di farlo a livello nazionale”.

Il parlamentare nazionale grillino dovrebbe considerare il fatto che il suo movimento politico è al Governo: e che al Ministero delle Politiche agricole c’è il leghista Gian Marco Centinaio che, fino ad oggi, per la Sicilia e, in generale, per il Sud ha brillato per totale assenza, se non inefficienza. E che, adesso, ‘minaccia’ pure di rimangiarsi il no a quella grande porcata che si chiama CETA.

Insomma, è al Governo che appoggia che il senatore Trentacoste deve chiede conto e ragione nei ritardi nei pagamenti. Segnalando, ove ci dovessero essere, ritardi da parte degli uffici ella Regione siciliana e , segnatamente, dell’assessorato all’Agricoltura.

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