E’ finita come non poteva non finire: favorendo la squadra di calcio del Centro Nord Italia (Parma) e penalizzando la squadra del Sud (Palermo). Un esito opposto avrebbe finito con il non ‘giustificare’ più la condizione di ‘colonia’ assegnata al Sud dal 1860 ad oggi. La sentenza della Giustizia sportiva, alla fine, fa il paio con la sentenza della Corte Costituzionale contro l’Autonomia siciliana di qualche giorno fa…
L’illecito ci fu. Il Parma va punito. Il calciatore del Parma anche. Ma siccome il Parma è il Parma resta in serie A. Mentre il Palermo – che alla fine è solo il Palermo – resta in serie B. Così la vicenda è finita con una sentenza all’italiana, da iscrivere, d’ufficio, nella questione Nord-Sud: dove il maggiore c’è il minore cessa…
Cinque punti di penalizzazione al Parma da scontare in Serie A nella prossima stagione. E due anni di squalifica al calciatore Emanuele Calaiò, più un’ammenda pari a 20 mila euro.
Questa è la sentenza emessa dal Tribunale Nazionale Federale sul caso degli sms inviati dal giocatore della squadra emiliana, Emanuele Calaiò, ad un suo collega dello Spezia: sms inviato alla vigilia della gara conclusiva del campionato di Serie B.
Alla fine il già citato Tribunale Nazionale Federale ha optato per una penalizzazione di 5 punti nel prossimo campionato di A per il Parma (un punto in meno rispetto alla richiesta di 6 punti di penalizzazione nel prossimo campionato proposta dalla Procura ‘in subordine’ ad una penalizzazione di 2 punti nella scorsa stagione che sarebbe costata alla squadra emiliana la promozione in Serie A).
Il Tribunale Nazionale Federale ha riconosciuto nel comportamento di Emanuele Calaiò il tentato illecito sportivo. Ma questo non è bastato a rimandare in seria B il Parma che, come già accennato, rimane in serie A.
Al Palermo Calcio, a questo punto, non rimane che presentare ricorso presso la Corte d’Appello, anche perché la sentenza del Tribunale Nazionale Federale ha confermato che il comportamento illecito c’è stato.
Vedremo come finirà. Stando a quello che abbiamo letto sui siti e giornali sportivi, entro il 10 agosto la vicenda si dovrebbe comunque concludere.
Fino a questo momento il Palermo Calcio – che comunque non è stato protagonista di un campionato entusiasmante – mette all’incasso due beffe: la partita con il Frosinone, con i palloni che volavano in campo quando il Palermo attaccava: fatti giudicati ‘legittimi’ dalla Giustizia sportiva; e, adesso, una sentenza che ammette la presenza dell’illecito, ma lo sanziona in modo ‘leggero’…
La verità è che quando una Regione – e purtroppo è il caso della Sicilia – si presenta politicamente fragile, incapace di far valere i propri diritti (è di questi giorni un’assurda sentenza della Corte Costituzionale che demolisce unilateralmente un altro ‘pezzo’ dell’Autonomia legislativa della Sicilia, COME POTETE LEGGERE QUI), c’è poco da stupirsi se tutti gli altri poteri si adeguano nell’umiliare la nostra terra.
Quando una Regione si fa rappresentare, politicamente, da personaggi abituati a farsi ‘bastonare’, incapaci di reagire, i risultati non possono che essere questi: in politica e anche nel calcio.
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