… ma a Palermo Sinistra Comune – formazione politica nella quale è finita Rifondazione comunista – chiede di “svolgere un ruolo di primo piano nelle dinamiche di governo” del Comune di Palermo gestito da Leoluca Orlando, iscritto al PD e che, proprio in queste ore, ha saldato l’alleanza con il centrista Totò Cardinale. Solo che un ordine del giorno approvato dal Comitato politico nazionale di Rifondazione comunista smentisce i vertici del partito di Palermo
… e fu così che i compagni di Sinistra Comune si svegliarono dal lungo sonno per accorgersi che, forse, Leoluca Orlando, sindaco di Palermo, più che a sinistra, sembra ‘abbuccare’ verso il centrodestra. Non è una novità, ma loro se ne accorgono solo adesso. E, accorgendosene, strepitano contro Orlando, chiedendo una “Giunta politica” annunciando, quasi quasi, che… Solo che, a Roma, il Comitato politico nazionale di Rifondazione comunista ha approvato a larghissima maggioranza un ordine del giorno che esclude, tassativamente, la partecipazione di questo partito a inciuci con “la partecipazione diretta del PD, tanto più se supportata da liste e articolazioni neocentriste e trasformiste”.
Leoluca Orlando è iscritto al PD e ha appena finito di nominare al vertice dell’AMAT – la società per il trasporto pubblico delle persone di Palermo – Michele Cimino, vicino a Toto Cardinale da Mussomeli (COME POTETE LEGGERE QUI), gradito anche al presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, coordinatore di Forza Italia in Sicilia (partito che in Consiglio comunale si guarda bene dal fare opposizione al sindaco di Palermo).
Cosa c’è, nella politica siciliana, di più “neocentrista” e “trasformista” di Totò Cardinale?
Detto questo, leggiamo insieme l’ordine del giorno – preparato da Ezio Locatelli, segretario nazionale organizzativo di Rifondazione comunista, e proviamo a immaginare la faccia del ‘compagno’ Giusto Catania, autorevole esponente di Rifondazione a Palermo:
“Il superamento della crisi politica della sinistra di alternativa necessita di pratiche istituzionali coerenti ed efficaci ai fini della formazione e ridefinizione di un blocco sociale antiliberista. Il contrasto al disegno antipopolare delle classi dominanti richiede la riaffermazione dell’autonomia del partito e del suo punto di vista da parte dei suoi rappresentanti negli enti locali, nella costruzione e ricostruzione di un pensiero critico e di difesa dei diritti degli oppressi e del lavoro dipendente. Ciò può avvenire solo se si ci si pone fuori dal campo della concertazione e della compromissione, e se si dà vita ad un ruolo di controllo costante delle misure amministrative. Soprattutto nelle grandi città, laddove si registra, con un ruolo maggioritario e preminente, la guida e la partecipazione diretta del PD, tanto più se supportata da liste e articolazioni neocentriste e trasformiste, il ruolo del Prc deve essere collocato principalmente nel conflitto sociale. Occorre perciò operare, a partire dalle grandi città, fuori e in alternativa a tutte le Giunte di centrodestra, grilline, di centrosinistra”.
“Dobbiamo operare, nel vivo del conflitto sociale – prosegue la nota – per il diritto al lavoro, al welfare e alla centralità delle periferie, nella lotta per il diritto all’abitare e per l’inclusione, per scelte amministrative ecosostenibili sul terreno ambientale e su quello della difesa della microeconomia artigiana e commerciale, nel contrasto alle misure securitarie del cosiddetto ‘decoro urbano’, per il rilancio degli interventi che mettano in essere processi di reinsediamento delle produzioni agricole e industriali, coerenti con i principi della sovranità alimentare”.
Quindi il finale passaggio dell’ordine del giorno:
“In poche parole rappresentare, anche nelle istituzioni locali, un riferimento coerentemente e strategicamente alternativo, e non di aggiustamento minimalista, alle politiche neoliberiste di tutti i poli politici esistenti, che negli ultimi anni si sono realizzati per volontà soprattutto del PD, anche attraverso la concertazione di quei piani urbani sottoscritti dai sindaci delle grandi città con Renzi e Delrio, e la cui ricaduta ha colpito pesantemente la condizione sociale, umana e civile della parte più debole delle metropoli e delle grandi città”.
Questo documento fa a pugni con la presa di posizione del gruppo consiliare di Sinistra Comune a Palermo dove invece si legge:
“Vogliamo rilanciare l’esperienza di governo della città e per fare questo abbiamo posto al sindaco alcune questioni fondamentali che, a nostro avviso, sono decisive per rendere durature le trasformazioni di Palermo. Riteniamo necessario che sia chiaro, nel suo complesso, l’assetto di governo e che la nuova Giunta mostri una particolare solidità, così da arrivare al 2022 con un governo forte che scongiuri il pericolo di consegnare la città alla destra o all’asse Lega – Cinque Stelle. Infine, Sinistra Comune ritiene che ci sia la necessità di un riequilibrio politico che consenta alla nostra forza politica di svolgere un ruolo di primo piano nelle dinamiche di governo. Su questi temi, ribadendo la centralità delle scelte programmatiche, Sinistra Comune rimane in attesa che vengano sciolti questi nodi politici al fine di definire la sua eventuale partecipazione al governo della città”.
Insomma, da quello che si capisce, mentre Rifondazione comunista, a livello nazionale, si colloca all’opposizione in generale e chiude ad accordi con il PD, a Palermo, Sinistra Comune – nella quale c’è o ci dovrebbe essere Rifondazione comunista – chiede “un ruolo di primo piano nelle dinamiche di governo”: quindi manifesta l’intenzione di continuare a governare Palerno con Orlando – che è sempre iscritto al PD – magari con qualche poltrona…
Sulla stessa lunghezza d’onda – governativa – Vincenzo Fumetta, segretario provincia di Rifondazione comunista a Palermo:
“Palermo merita di essere guidata da una Giunta politica di alto livello che sappia svolgere un’azione amministrativa in grado di operare per la risoluzione dei numerosi e gravi problemi della città, condividendo ed applicando il programma elettorale con cui la coalizione civica guidata da Leoluca Orlando ha vinto le scorse elezioni amministrative”.
“Constatiamo con rammarico – prosegue Fumetta – che, da un anno a questa parte, non è stato così, né con la formazione dell’attuale debole Giunta, né nelle dinamiche interne alla maggioranza in Consiglio comunale. Il nostro partito ritiene che oggi occorra ripartire dai contenuti del programma elettorale in continuità con le scelte politiche della precedente amministrazione comunale per raggiungere l’obiettivo di rendere irreversibili le conquiste già fatte a partire: dalla messa in sicurezza di tutte le aziende pubbliche e dei livelli occupazionali, dall’approvazione di un piano regolatore a consumo zero di suolo, da una riforma del sistema educativo della scuola pubblica comunale tra i più avanzati d’Italia; dall’investimento per un trasporto pubblico di qualità; da una gestione efficiente dei rifiuti urbani e della pulizia della città”.
“Questi obiettivi a nostro avviso possono realizzarsi esclusivamente con la costituzione di una Giunta politica autorevole che non può prescindere dai nomi degli assessori che la compongono. Per tali ragioni – conclude Fumetta – dopo la nomina dei vertici delle aziende pubbliche, su cui non vi è stato un metodo di scelta univoco, Rifondazione Comunista si esprimerà sulla proposta complessiva di governo della città che il sindaco Orlando avanzerà. Noi faremo sempre la nostra parte, non essendo disposti, però, a dare copertura a sinistra a scelte che possano snaturare il programma elettorale sul quale abbiamo raccolto la fiducia dei cittadini”.
Commenta Renato Costa, segretario della CGIL Medici della Sicilia ed componente del Comitato politico federale di Rifondazione comunista:
“Fumetta è completamente fuori dalla realtà. C’è un ordine del giorno approvato dal Comitato politico nazionale che esclude la partecipazione del partito ad amministrazioni di centrosinistra. A meno che non intenda dire che la Giunta Orlando non è di centrosinistra, ma più affine al centrodestra…”.
Foto tratta da blogsicilia.it
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