Il CETA è un trattato internazionale ‘misto’: e benché, con una forzatura tutt’altro che democratica sia già in vigore dal 21 settembre dello scorso anno, serve la ratifica degli Stati che fanno parte dell’Unione Europea. Il “No” dell’Italia farebbe saltare tutto. E sarebbe la salvezza dell’agricoltura italiana, con in testa l’agricoltura del Sud Italia e della Sicilia
Il nuovo Ministro delle Risorse agricole, Gian Marco Centinaio, ha detto “No” al CETA, il trattato commerciale internazionale tra Unione Europea e Canada. Si tratta di un trattato-porcata – anzi, di una grande porcata commerciale – già in parte applicato senza la ratifica dei Parlamenti sovrani dei Paesi dell’Unione Europea. Un accordo commerciale imposto dalle multinazionali alla UE: le multinazionali vanno a fare affari in Canada, in cambio gli europei debbono importante prodotti agro-alimentari canadesi discutibili, a cominciare dal grano duro prodotto nelle aree umide e fredde del Canada pieno di glifosato e micotossine DON.
Il tutto con l’azzeramento dei dazi per consentire la libera circolazione delle merci. Punto essenziale, questo: perché senza il CETA il Canada non riuscirebbe mai a piazzare alcuni prodotti agricoli, dal già citato grano duro ai legumi (per citare solo due casi).
Chi legge questo blog sa cos’è il CETA, perché ne abbiamo parlato in tanti articoli che in parte alleghiamo.
La notizia, come già ricordato, è che il nuovo Ministro delle Risorse agricole, il leghista Centinaio, ha fatto quello che avrebbe dovuto fare l’ex Ministro della finta sinistra italiana rappresentata dal PD, Maurizio Martina: ha detto “No” al CETA.
Ma la vera notizia è un’altra: se l’Italia blocca blocca il CETA questo trattato internazionale salta tutta l’Unione Europea!
Pensate un po’: il Governo del Movimento 5 Stelle e della Lega che fa saltare – leggi europee alla mano – il CETA imposto all’Unione Europea dalle multinazionali che governano il mondo. Possibile?
Con molta probabilità, lo scandalo che in queste ore stanno cercando di montare contro il Movimento 5 Stelle e la Lega punta a mandare a casa l’attuale Governo nazionale.
Un Governo nazionale, quello di Conte-Di Maio-Salvini, che in poche settimane ha già creato problemi seri alla criminalità organizzata che gestisce il ‘commercio’ di uomini con i barconi, mettendo in crisi le ‘certezze buoniste’ delle presunta sinistra italiana (COME POTETE LEGGERE QUI) e, adesso, anche le multinazionali che hanno addirittura imposto ai Paesi della UE di applicare il CETA ancor prima della ratifica di tale trattato da parte dei Parlamenti sovrani degli Stati dell’Unione Europea!
Come già ricordato, dallo scorso 21 settembre, obbedendo alle multinazionali che ormai controllano l’Unione Europea, la Commissione Europea – ovvero l’esecutivo della UE che nessuno ha eletto – ha deciso di applicare il CETA, fregandosene di quello che pensano i Parlamenti degli Stati che aderiscono all’Unione Europea.
Una modalità antidemocratica per mettere i Paesi della UE davanti al fatto compiuto.
E, in effetti, alcuni Paesi dell’Unione Europea hanno già detto sì al CETA: sono Malta, Portogallo, Lituania, Lettonia, Croazia, Spagna, Danimarca, Estonia, Austria e Repubblica Ceca. Il sì alla ratifica è arrivato naturalmente dal Canada, che dal CETA ha tutto da guadagnare, perché riesca a piazzare prodotti agricoli che non vuole nessuno!
Come già sottolineato, con il “No” dell’Italia – ammesso, ribadiamo, che le multinazionali non blocchino tutto, magari con il solito ‘scandalo’ per mandare a casa il nuovo Governo nazionale italiano – salta tutto. A cominciare dall’applicazione provvisoria.
Per ora la sola parte del CETA non applicata riguarda gli investimenti: parte dell’accordo che, secondo le leggi europee deve essere ratificata dai paesi che fanno parte della UE.
Il CETA è un accordo misto: e in questo tipo di accordi è rimasta ancora l democrazia: serve la ratifica da parte dei Parlamenti degli Stati che fanno parte dell’Unione Europea.
In realtà, le multinazionali hanno provato a forzare anche su questo fronte: ma la Corte di Giustizia UE, interpellata sugli accordi misti, ha affermato che nei trattati di nuova generazione, che ad aree di competenza esclusiva affiancano aree di competenza concorrente, serva la ratifica da parte degli Stati.
Insomma: quel poco di democrazia che rimane, al di là delle chiacchiere che raccontano gli ‘aedi’ dell’Unione Europea dell’euro, impedisce l’applicazione forzosa di un trattato commerciale che, lo ribadiamo, è una porcata.
Il “No” del Ministro della Lega, Centinaio, non è casuale: perché il CETA non colpisce solo l’agricoltura del Mezzogiorno d’Italia, ma colpisce anche l’agricoltura del Centro Nord Italia.
Il CETA mette sullo stesso piano due modi agricoli completamente diversi: le grandi, se non immense aziende canadesi e le piccole e medie aziende agricole italiane. L’Italia ha un’agricoltura di qualità, il Canada produce quantità.
Tutto questo ha un risvolto sulla salubrità dei prodotti agricoli: basti pensare che, in Canada utilizzano un centinaio di pesticidi che in Italia sono banditi!
Dunque, da noi arriveranno prodotti canadesi anonimi, di massa, dei quali non si conosce nulla: nulla sui terreni dove sono stati coltivati, nulla sulle pratiche agronomiche seguite, nulla sui pesticidi e sugli erbicidi utilizzati.
I prodotti italiani, che invece sono di qualità, finiranno nella massa anonima e non verranno valorizzati.
Il CETA riconosce 141 produzioni tipiche europee. Di queste 41 sono italiane e sono quasi tutte del Centro Nord Italia.
Per il Sud e per la Sicilia il CETA è un vero e proprio disastro. Se applicata ammazzerà definitivamente il grano duro del Mezzogiorno d’Italia, condannandoci a mangiare pasta, pane e via continuando prodotti con il grano duro canadese che, se coltivato nelle aree fredde e umide, come già ricordato, presenza glifosato e micotossine DON.
Non solo. Quei pochi prodotti che la Sicilia dovrebbe esportare – Arancia rossa di Sicilia, il Pomodoro di Pachino e il Cappero di Pantelleria – farebbero guadagnare i commercianti, non certo gli agricoltori (QUI UN NOSTRO ARTICOLO SUGLI EFFETTI NEGATIVI CHE IL CETA AVREBBE SULL’AGRICOLTURA DEL SUD ITALIA E, IN PARTICOLARE, SULL’AGRICOLTURA SICILIANA).
Insomma: speriamo che il Governo Conte-Di Maio-Salvini mantenga il timone dritto e mandi all’aria questa vergognosa truffa chiamata CETA.
Da leggere:
Gli agricoltori della piccola Vallonia, nell’ottobre del 2016, hanno cercato di far saltare il CETA, come vi abbiamo raccontato qui di seguito:
Poi, però, si sono dovuti arrendere:
Di seguito una serie di articoli:
Che fare per contrastare il CETA? Intanto cominciamo a non acquistare più la pasta industriale!
Accordo UE-Canada: ci costringeranno a mangiare il grano duro canadese e tanto altro ancora
P.s.
Contro il CETA ci sono state proteste di piazza in tutta l’Europa. Proteste popolari. Ed è molto singolare che il partito che dovrebbe rappresentare queste proteste in Europa – il PSE, il Partito Socialista Europeo – si sia invece schierato in favore del CETA. Questo spiega, meglio di tutte le ‘sottili’ e ‘colte’ analisi sociologiche dei ‘Giornaloni’, il perché i socialisti sono in calo in quasi tutta l’Europa.
In Italia non sono mancate le proteste. ma il Governo della finta sinistra di Renzi e di Gentiloni ha tirato dritto. Così, dallo scorso 21 settembre, come già ricordato il CETA si applica in Italia. Non a caso il PD è finito al 18%!
Ora il Governo “di destra” di Movimento 5 Stelle e Lega sta facendo una cosa che avrebbe dovuto fare il Governo di ‘sinistra’: bloccare il CETA.
Fa ridere o no la sinistra italiana?
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