L’importante è farlo bene, recita una vecchia canzone di Raffaella Carrà, riferito ad altre questioni più interessanti. In Sicilia, con l’attuale Governo regionale, ci manteniamo sul concreto. Che vogliono fare? Interrompere lo scrutinio alle tre di notte. Certo che ce ne vuole fantasia. Meglio Palermo, dove lo spoglio delle elezioni comunali dura un mese…
Da una parte c’è il Governo nazionale grillini-leghisti nato a dieci giorni dalle elezioni amministrative siciliane (nell’Isola si vota il 10 giugno in 139 Comuni). Dall’altra parte c’è il ricordo ‘terrificante’ del Governo regionale di Rosario Crocetta-PD e l’attuale Governo di centrodestra di Nello Musumeci che arranca, tra crisi finanziaria, non mantenimento degli impegni assunti durante le elezioni e, in parte, anche inadeguatezza. Uno scenario che potrebbe favorire i grillini un po’ ovunque: anche a Catania e a Messina. E allora…
E allora via con la fantasia. Ecco la ‘genialata’ dell’attuale Governo regionale valida solo per i Comuni di Catania e Messina: stop agli scrutini alle 3 di notte e tutti al seggio sei ore dopo, alle 9 del mattino.
L’idea – messa nero su bianco da una circolare – è dell’assessore alle Autonomie locali, Bernardette Grasso:
“La concentrazione in una sola giornata di tutte le operazioni ha determinato disfunzioni e ritardi anche in conseguenza della condizione psico-fisica dei componenti il seggio elettorale, con il rischio di compromettere il buon esito della delicata fase dello scrutinio”.
Se l’assessore, per Catania e Messina, voleva trovare una soluzione pasticciata c’è riuscita benissimo. Vediamo il perché.
I seggi elettorali resteranno aperti dalle 7 del mattino alle 23. Secondo la circolare dell’assessore regionale alle Autonomia locali, i presidenti di seggio e gli scrutatori dovrebbero iniziare lo spoglio delle schede alle 11 di sera, interromperlo alle 3 del mattino, chiudere il seggio (con le schede non scrutinate?) e tornare l’indomani mattina.
Non sarebbe stato più semplice iniziare le operazioni di scrutinio il lunedì mattina, evitando ‘sta ‘bordelliata’ notturna, come si usa dire dalle nostre parti? O, invece, è proprio l’interruzione notturna a dare alle elezioni comunali di Catania e Messina un tocco di ‘novità”.
I grillini non sembrano molto convinti dell’iniziativa dell’assessore Grasso:
“L’ipotesi di una sospensione delle operazioni di scrutinio alle 3 del mattino di lunedì 11 giugno, disposta e autorizzata con un provvedimento emanato oggi dall’assessorato regionale alle Autonomie locali, mette a rischio il corretto svolgimento delle operazioni nei seggi. Si presta a creare solo caos, ne chiediamo la revoca”.
Ricordiamo che, in Sicilia, grazie al centrosinistra, i sindaco di Palermo, Catania e Messina diventano anche sindaci metropolitani: in pratica, diventano anche presidenti delle città metropolitane di Palermo, Catania e Messina, che hanno preso il posto delle Province.
Questo grazie all’applicazione di una fallimentare legge nazionale – che porta il nome dell’ex Ministro Graziano Delrio – che viene applicata anche in Sicilia grazie a forzature. In realtà, si attende il pronunciamento della Corte Costituzionale, che dovrà decidere se la Sicilia – che in materia di organizzazione degli enti locali gode di potestà esclusiva – può eleggere i presidenti delle tre ex Province di Palermo, Catania e Messina, o se si deve ‘genuflettere’ alla legge nazionale.
Intanto si vota e i sindaci eletti di catania e Messina, pronto accomodo, diventeranno anche sindaci metropolitani: da qui le grandi manovra della vecchia politica. In più catanesi e messinesi saranno chiamati ad eleggere i propri rappresentanti nelle circoscrizioni.
Ma la partita, a Catania e a Messina, si gioca su sindaci e Consigli comunali:
“Dettare regole diverse per le operazioni di scrutinio nei Comuni dell’Isola – dicono i parlamentari del Movimento 5 Stelle – è funzionale solo a innescare confusione: da un lato si autorizzano i presidenti di seggio a fermare le operazioni in piena notte per riprenderle alle 9 del mattino, dall’altro si impone loro di ‘provvedere alla custodia della sala assicurandosi che non entri nessuno’. È una cosa folle, che non agevola né gli scrutatori, né i presidenti di seggio”.
“Il Governo pensi a farsi promotore di iniziative che assicurino un voto libero – concludono i parlamentari del M5S – non a emanare atti pasticciati e confusionari”.
P.s.
Si vede che a Catania e a Messina i vecchi politici sono ‘antichi’. Evidentemente non conoscono il metodo Palermo, ovvero lo scrutinio delle schede con rito panormita.
A Palermo lo spoglio delle schede per le elezioni comunali si sa quando comincia, ma non si sa quando finisce.
Tre le fasi canoniche.
La prima fase dura da due a tre giorni, notti comprese, senza interruzione, cu campa campa e cu mori mori. In un modo o nell’altro (in realtà, più nell’altro che nel modo) schede e verbali arrivano negli uffici elettorali del Comune.
Qui inizia una seconda fase: lo studio dettagliato dei verbali (le schede, non avendo significazione esoterica, vengono messe di lato). Questa seconda fase dura almeno un mese. Questa è la parte ‘misterica’ delle elezioni comunali di Palermo, con i candidati al Consiglio comunale che vanno alla ricerca dei voti perduti…
Infine, c’è la terza fase: la proclamazione con il tocco di campane, che segna il trionfo dello ‘spirito elettorale’ sulla materialità.
Altro che interruzione dello spoglio alle 3 di notte!
QUI LO SPOGLIO DELLE ELEZIONI COMUNALI DI PALERMO DEL GIUGNO 2016
Foto tratta da starwalls.it
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