La domanda che pone Ignazio Coppola è corretta. Quand’era alla RAI Giletti non perdeva occasione per attaccare il Sud e, in particolare, la Sicilia. Passato a LA 7 continua la sua campagna contro la nostra Isola. Certe volte dice cose giuste, altre volte… lasciamo perdere. Dopo di che la domanda è sempre quella: perché sempre e solo la Sicilia?
Ormai senza soluzione di continuità domenica dopo domenica, senza saltarne una, il “piemontese” Massimo Giletti nella sua trasmissione televisiva Non è l’Arena, con la sua maniacale fissazione antimeridionale e antisiciliana, con cronometrica puntualità non manca di buttare fango sulla Sicilia e sui siciliani.
Questo “crociato” viscerale dell’antimeridionalismo ormai, nella sua trasmissione su La 7, dopo essere cacciato dalla RAI, si è conquistato, a buon diritto, il ruolo di “razzista” mediatico e degno erede di quel razzismo antimeridionale ed antisiciliano che, da sempre, è allignato nel nostro Paese dall’Unità d’Italia ai nostri giorni.
Massimo Giletti, con le sue reiterate trasmissioni di dileggio e di disprezzo nei confronti dei siciliani, incivili, mafiosi, furbetti del cartellino, maestri degli abusi edilizi e, qualche sera addietro, abbiamo scoperto anche stupratori e quant’altro, si dimostra oltre ogni ragionevole dubbio il degno erede della scuola antropologica di Cesare Lombroso, di Alfredo Neciforo e dei vari Ferri, Sergi, Orano e Garofalo che definirono, nelle loro allucinanti e razzistiche teorie, i meridionali e i siciliani razza criminale ed inferiore.
A questo punto viene legittimamente da chiedersi e da chiedere a Massimo Giletti: è per questo che, puntualmente, domenica dopo domenica, per la sua trasmissione esistono solamente il Meridione e la Sicilia al centro di tutti i mali del mondo come oggetto delle sue squallide e diffamatorie inchieste?
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