Lo hanno dichiarato, stamattina, i consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle di Palermo. “Tutti gli indicatori in nostro possesso – ha detto il capogruppo grillino, Ugo Forello – ci conducono ad una sola conclusione: Palermo rischia il fallimento”
Il Comune di Palermo verso il default? Lo pensano i consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle che oggi, nel corso di una conferenza stampa, lo hanno detto senza giri di parole.
“Tutti gli indicatori in nostro possesso – ha dichiarato il capogruppo dei Cinquestelle, Ugo Forello – dal ricorso ormai ordinario all’indebitamento al ritardo dei pagamenti, dall’imponente mole e valore del contenzioso contro il Comune alla crisi delle società partecipate, dal fenomeno (sempre crescente) del disallineamento alla ridotta capacità di riscossione fino ai parametri di deficitarietà strutturale, ci conducono ad una sola conclusione: Palermo rischia il fallimento”.
A questo complesso quadro si aggiungono inoltre le recenti osservazioni della Corte dei Conti con le quali si evidenziano possibili anomalie, criticità e irregolarità nei bilanci consuntivi del Comune di Palermo e i pesanti rilievi amministrativo-contabili dell’Ispettorato di finanza del MEF ai quali ancora non si è posto rimedio.
“Il Sindaco – ha aggiunto il capogruppo pentastellato – invece di continuare a fare passerelle in diverse zone della città, promettendo roboanti opere e interventi di manutenzione à gogo, ha l’obbligo giuridico e morale di riconosce e affrontare lo stato di crisi. Non è accettabile che continui a ripetere la menzogna che tutto va bene mentre la nave affonda”.
Vista la situazione, per il M5S Palermo diventa fondamentale importanza agire con senso di responsabilità, scrupolo e attenzione, nell’interesse della città di Palermo che oggi rischia il collasso.
“È necessario un processo di reale cambiamento attraverso il risanamento dell’amministrazione comunale – ha concluso Forello -. Per questo richiediamo di valutare d’urgenza la possibilità di redigere, in tempi brevissimi, un piano anti-dissesto e di avviare le procedure di predissesto”.
P.s.
Siamo sicuri che con la dichiarazione di predissesto si rivolverebbero i problemi? In Sicilia già 25 Comuni sono andati in dissesto e altri 34 Comuni hanno dichiarato il predissesto (COME SI PUO’ LEGGERE QUI).
E cos’è successo? Nulla: in questi casi lo Stato anticipa i soldi ai Comuni, che li debbono restituire in un periodo di tempo che può arrivare fino a dieci anni.
O meglio, sono gli ignari cittadini che pagano gli effetti del default con nuova tasse e nuove imposte comunali! Ma questo non lo dice nessuno.
La verità è che nessuno controlla più i Comuni. Una volta c’erano le Commissioni Provinciali di Controllo, poi trasformate in Coreco. Oggi i controlli preventivi sull’operato dei Comuni non esistono più: e i Comuni fanno quello che vogliono!
La Corte dei Conti – come ricorda il capogruppo del Movimento 5 Stelle al Comune, Ugo Forello – interviene sul consuntivo, quando ormai il danno è fatto.
Va cambiata la legge. Introducendo la decadenza del sindaco e del Consiglio comunale, ad esclusione dei sindaci e dei Consigli comunali che trovano i ‘buchi’ di bilancio non appena si sono insediati.
I sindaci protagonisti di un default debbono essere dichiarati incandidabili.
Se non si cambierà la legge e non si introdurranno sanzioni per gli amministratori comunali responsabili di eventuali default non succederà nulla.
I Comuni di Catania e di Messina hanno dichiarato il predissesto nel silenzio generale. E i rispettivi sindaci sono rimasti in carica. Idem per i sindaci degli altri 37 Comuni, sia quelli che hanno ereditato i ‘buchi’ di bilancio, sia quelli che li hanno provocati.
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