MATTINALE 44/ Rifiuti fuori dalla Sicilia o sarà il caos

9 aprile 2018

Tre mesi fa il Governo regionale di Nello Musumeci aveva individuato una soluzione razionale all’emergenza rifiuti: il trasferimento di almeno il 50% dei rifiuti prodotti in Sicilia fuori dalla nostra Isola. Perché ha cambiato idea? E, soprattutto, qual è l’alternativa? Il Comune di Palermo non è in grado di gestire la discarica di Bellolampo. Ma la Regione manco babbia…

Circa tre mesi fa – il Governo regionale di Nello Musumeci si era appena insediato – era stata individuata la soluzione giusta per iniziare ad affrontare razionalmente l’emergenza rifiuti in Sicilia. Portare fuori dalla Sicilia almeno il 50% dei rifiuti prodotti nella nostra Isola. Bisognava – così sembrava fosse stato deciso – di evitare di precipitare nell’affanno. Per lavorare con una certa serenità a una svolta nella gestione di questo settore.

La Sicilia veniva fuori da una gestione criminale dei rifiuti, impostata sulle discariche gestite, per lo più, dai privati. E’ stata questa la linea dei Governi di centrosinistra che si sono susseguiti alla Regione dal 2008 ad oggi.

In verità, un assessore del Governo regionale di Rosario Crocetta – il magistrato Nicolò Marino – aveva provato a invertire la rotta. Ma è stato buttato fuori dal Governo. Questa è storia e il PD siciliano e Confindustria Sicilia – organizzazione imprenditoriale alleata del Governo Crocetta – non lo possono smentire.

Lo scorso dicembre era già chiaro che quasi tutte le discariche della Sicilia erano al limite. Si sapeva che, continuando ad abbancare rifiuti, le dette discariche si sarebbero saturate nel giro di tre o quattro mesi.

Portare almeno il 50 dei rifiuti prodotti ogni giorno in Sicilia fuori dalla nostra avrebbe Isola avrebbe ridotto il conferimento in discarica, dando al Governo regionale il tempo di avviare il cambiamento.

Per cambiamento s’intende una svolta. Che non potrà che essere graduale. Pensare di passare dall’oggi al domani dalle discariche alla raccolta differenziata è irrazionale.

Il passaggio non potrà che essere graduale. Bisognerà creare altre dieci nuove discariche dove sotterrare, però, rifiuti che hanno subito il Trattamento Meccanico Biologico: ovvero rifiuti che non inquineranno l’ambiente con il percolato.

Contemporaneamente bisogna completare i tanti centri di compostaggio che i passati Governi regionali hanno finanziato, ma mai portati a termine. E iniziare la raccolta differenziata dei rifiuti che oggi viene praticata in un centinaio di Comuni dell’Isola.

Sempre contemporaneamente, si sarebbe dovuto procedere alla chiusura delle attuali discariche e alle relative bonifiche.

Questo era, tre mesi fa, lo schema di lavoro.

Cos’è cambiato da allora ad oggi? Perché il Governo regionale, sul trasporto del 50% dei rifiuti siciliani fuori dalla Sicilia, ha cambiato idea?

Il presidente della Regione, Musumeci, l’assessore con delega alla gestione dei rifiuti, Alberto Pierobon, e il dirigente generale del dipartimento regionale dei rifiuti, Salvo Cocina, pensano veramente di risolvere la crisi continuando ad abbancare tutti i rifiuti prodotti in Sicilia nelle discariche siciliane?

Oggi il dottore Cocina contesta la gestione della discarica di Bellolampo, a Palermo. Ma cosa sia Bellolampo lo sappiamo tutti: e tutti sappiamo che il Comune di Palermo ha già dimostrato di non essere in grado di gestire i rifiuti.

Nei giorni scorsi la trasmissione di RAI 3 Report ha documentato i disastrosi risultati dell’attuale amministrazione comunale in questo settore: la città sporchissima e la discarica di Bellolampo gestita male (QUI IL NOSTRO ARTICOLO E IL VIDEO).

Ma siamo sicuri che i problemi segnalati dal dottore Cocina riguardino solo la discarica di Bellolampo? E nelle altre discariche della Sicilia la situazione qual è?

Ancora: due anni fa, in Sicilia, c’era l’emergenza rifiuti. Ed è stato il Governo regionale ad imporre al Comune di Palermo di fare ammassare a Bellolampo i rifiuti di un numero imprecisato di Comuni del Palermitano.

Una scelta folle da parte di un pessimo Governo regionale che, lo ribadiamo, aveva impostato tutto sulle discariche.

La verità è che, due anni fa, si sono fronteggiati un Governo regionale di centrosinistra e un’amministrazione comunale – quella di Palermo – di centrosinistra. Che, alla fine, hanno trovato un accordo folle consentendo a tanti Comuni della provincia di Palermo di conferire i rifiuti a Bellolampo.

Ribadiamo: scelta folle. Perché due anni fa si sapeva che, con gli attuali ritmi di accumulo, la discarica di Bellolampo, che con qualche aggiustamento sarebbe potuta andare avanti altri quattro anni, avrebbe dimezzato la propria capienza.

Insomma, nel 2016 si sapeva che, ad aprile di quest’anno, a Bellolampo, sarebbe stato il caos. Il centrosinistra siciliano aveva già messo nel conto di perdere le elezioni regionali siciliane del 2017, lasciando la patata bollente – così allora si pensava – a un eventuale Governo regionale grillino.

La patata bollente, invece, è finita a un Governo regionale di centrodestra. Che, lo ribadiamo, pur avendo ereditato una situazione difficilissima, aveva individuato una soluzione razionale già tre mesi fa.

Ora quella soluzione – il trasporto di almeno il 50% dei rifiuti prodotti in Sicilia fuori dall’Isola – sembra non vada più bene. Il problema è che non pare che il Governo regionale abbia individuato una soluzione alternativa.

Con tutto il rispetto, non capiamo cosa abbiano in testa Musumeci, Pierobon e, soprattutto, il dottore Cocina.

Nel frattempo gli impianti di Bellolampo, da due anni sotto pressione perché sovraccaricati di rifiuti, si sono sfasciati. Noi non siamo stupiti. Semmai siamo stupiti del fatto che non siano andati in tilt prima.

In tutto questo a Palermo, dopo le denunce dei grillini, si sta approntando un grottesco ampliamento della raccolta differenziata che, forse, andrebbe rivista. Perché una raccolta differenziata dei rifiuti mentre la città è piena di rifiuti non raccolti, con la gente esasperata che è tornata a dare fuoco all’immondizia è, lo ripetiamo, grottesca!

Che significa raccolta differenziata dei rifiuti in una città nella quale mancano le Isole ecologiche? Dove sono a Palermo i centri del Conai? Raccolta differenziata significa portare comunque tutti i rifiuti a Bellolampo dove è ormai impossibile effettuare il Trattamento Meccanico Biologico perché l’impianto si è rotto a causa del sovraccarico che va avanti da due anni?

Così facendo – alla Regione e al Comune di Palermo – non si rischia di scivolare nel ridicolo, aumentando la confusione e i pericoli per la salute pubblica, considerato che siamo già in primavera e le temperature sono in rialzo?

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P.s.

In tutto questo il Movimento 5 Stelle deve ancora spiegare ai cittadini di Palermo perché, in Consiglio comunale, ha votato sì alla delibera che continua ad appioppare agli stessi cittadini una TARI salatissima. 

Attendiamo delucidazioni dai sei consiglieri comunali grillini di Palermo (che poi sono quattro, visto che due non erano a Sala delle Lapidi – sede del Consiglio comunale – al momento del voto).   

 

 

 

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