Invece di affrontare e risolvere i problemi, il presidente della Regione, Musumeci, non trova di meglio che scaricare sugli altri la responsabilità di decisioni amministrative che non ha ancora assunto e non vuole assumere. Incapacità e di cattiva volontà. L’alibi della 104. Il risultato è zero…
L’onesto e capace Musumeci si rivela un furbo di tre cotte. Ha trovato una pittoresca mossa di distrazione dalla sua inutilità amministrativa (Intervista aI Fatto Quotidiano di ieri). Ovvero, scegliete voi, dalla sua incapacità (o cattiva volontà) di risolvere i problemi della burocrazia. Che, credetemi, non ci vuole l’arte di Pindaro.
Musumeci ha scovato “i furbetti della 104” che adottano o sono adottati, l’accusa non è chiaramente formulata, da vecchietti malmessi per dargli assistenza, ma in realtà per prendersi un poco d’aria dalle carceri della burocrazia. Che sia un falso problema è dimostrato dal fatto che tutti i casi stigmatizzati da Musumeci comportano come massimo beneficio (!) tre giorni di assenza al mese. Inezie in confronto alle minimalattie non certificate.
Se invece di stare a guardare la casa che crolla Musumeci avesse avviato i lavori di rifacimento e riammodernamento dell’edificio il giorno stesso del suo insediamento (e questo appunto vale per tutto ), oggi, a quattro mesi dal suo insediamento, tanti problemi sarebbero già stati risolti.
Mi spiego: Musumeci lamenta il fatto che ci sono 2.600 dipendenti regionali che sono dirigenti sindacali “che non possono essere distaccati (voleva dire che godono del distacco sindacale e che non possono essere mandati a lavorare). Non è così! Il numero dei distaccati non è scritto nelle Tavole di Mosè è può essere diminuito. Basta avere gli attributi e sbatterli sul tavolo della concertazione sindacale.
Poi il problema dei trasferimenti e della mobilità del personale. Se oltre che onesto e capace Musumeci fosse anche umile al punto di farsi leggere e spiegare qualche nostro articolo sul tema, e sempre che volesse risolvere il problema, avrebbe subito la soluzione.
La Regione siciliana è l’unica al mondo che non ha una pianta organica. L’ultimo censimento ufficiale del personale risale ai primi anni Novanta del secolo scorso. Aggiornare il censimento, stabilire la dotazione organica complessiva tra centro e periferia e indire i concorsi pubblici per i vuoti di organico è un procedimento che, se fosse cominciato il 23 novembre, quando il nostro eroe si insediò, oggi sarebbe completato.
Meglio però scherzare sulle assunzioni pubbliche e “fare i fatti” nelle assunzioni nelle partecipate!
Un ultimo, supremo mix di fradiciume e di ignoranza: perché il nostro infaticabile Presidente aspetta il governo nazionale per fare le assunzioni? Forse non sa che in materia di personale il nostro Statuto conferisce alla Sicilia potestà legislativa e amministrativa esclusiva? O aspetta e spera di essere nominato anche Commissario al reclutamento delle truppe?
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