Sono gli interessi sulle cosiddette scoperture di tesoreria: in pratica, debiti verso le banche che i Comuni sono costretti a contrarre sia per i ritardi con i quali la Regione eroga il Fondo per le Autonomie locali, sia per i tagli. Aumentano i tagli della Regione e aumenta l’indebitamento, che verrà pagato dagli ignari cittadini siciliani tenuti all’oscuro di questi ‘magheggi’. Un grande ‘grazie’ ai ‘Patti scellerati’ firmati da Crocetta e Governo Renzi…
Lo scorso anno i Comuni siciliani hanno pagato da 60 a 70 mila euro di interessi sulle cosiddette scoperture di tesoreria ogni 10 mila abitanti. Sono, in pratica, debiti verso le banche. A voi il conto: in Sicilia ci sono quasi 400 Comuni per un totale di 5 milioni di abitanti, più gli immigrati…
Ogni anno l’indebitamento aumenta, sia perché la Regione eroga i fondi con ritardo, sia perché la stessa Regione continua a tagliare risorse finanziarie ai Comuni.
Un solo dato: prima dell’avvento del disastroso Governo regionale di Rosario Crocetta il Fondo regionale per le Autonomie locali – ovvero i fondi che la Regione eroga ogni anno agli enti locali – ammontava a 900 milioni di euro circa.
Nel 2016 – grazie anche ai ‘Patti scellerati’ firmati da Crocetta con il Governo Renzi – il Fondo regionale per le Autonomie locali è stato ridotto a 340 milioni di euro.
Lo scorso anno il Governo Crocetta – con l’avallo della maggioranza di centrosinistra all’Ars – ha effettuato un ulteriore taglio di 60 milioni di euro a carico dei Comuni con un numero di abitanti superiore alle 5 mila unità, portando il Fondo a 280 milioni di euro.
All’appello, per il 2017, mancano 60 milioni di euro: e infatti molti Comuni dell’Isola con un numero di abitanti superiore a 5 mila unità non sono nelle condizioni di approvare i Bilanci consuntivi 2017.
Di questo si è parlato, ieri, nel corso di una seduta della commissione Bilancio e Finanze dell’Ars, presenti i rappresentanti di ANCI Sicilia, l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani.
E’ stato il vice presidente di ANCI Sicilia, Paolo Amenta, a illustrare la drammatica situazione finanziaria dei Comuni.
I parlamentari e i rappresentanti del Governo si sono impegnati a riportare, per quest’anno, il Fondo per le Autonomia locali a 340 milioni di euro. E a reperire altri 30 milioni di euro per consentire ai tanti Comuni con oltre 5 mila abitanti di approvare i Bilanci consuntivi.
C’è anche l’impegno a reperire i 115 milioni di euro che i Comuni utilizzano per pagare le rate dei mutui.
E’ evidente che si tratta solo di promesse. Bisognerà vedere se, in occasione dell’approvazione di Bilancio e Finanziaria 2018, i 90 milioni per rimpinguare il Fondo per le Autonomie locali (60 per quest’anno e 30 per lo scorso anno) e i 115 milioni di euro per la rate dei mutui si materializzeranno.
Per ora, infatti, gli unici dati certi di Bilancio e Finanziaria regionale 2018 sono gli 800 milioni di IVA che il Governo nazionale ha scippato alla Regione (con l’incredibile avallo del Governo di Nello Musumeci) e i soldi della sanità pubblica siciliana che, in modo proditorio, vengono utilizzati per finalità che nulla hanno a che vedere con la stessa sanità pubblica (il caos negli ospedali pubblici siciliani è dovuto soprattutto al definanziamento della sanità).
Un problema serio – sul quale Amenta ha cercato di sensibilizzare Governo e deputati dell’Ars – sono gli interessi sulle già citate scoperture di tesoreria.
In parte sono anticipazioni su fondi che entrano in ritardo; in parte, invece, sono anticipazioni che si trasformano in debiti, perché, come già sottolineato, la Regione, tartassata dagli scippi dello Stato, taglia a propria volta fondi ai Comuni.
Per dirla brutalmente, senza le banche che prestano i soldi la maggior parte dei Comuni siciliani non esisterebbe più. Il problema è che si tratta di un indebitamento che cresce. E che dovrà comunque essere pagato dagli ignari cittadini.
Di questo i Siciliani non finiranno mai di ‘ringraziare’ il Governo Crocetta-PD…
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