La notizia è interessante per la Sicilia, perché mette a confronto quello che la Svizzera fa per sostenere l’agricoltura e per gli agricoltori rispetto a un’Unione Europea che, invece, lavora per affossare l’agricoltura del Sud Italia e siciliana e, in particolare, per mettere in crisi il grano duro, gli agrumi e l’olio d’oliva
Da non crederci! Mentre in Sicilia si fa di tutto per scoraggiare gli agricoltori, magari per convincerli a vendere i propri terreni a società estere, c’è un Paese, al confine con l’Italia, che cerca gente di campagna per coltivare terreni. Il Paese in questione è la Svizzera. Dove i cittadini, pur essendo sostenuti dallo Stato, non ne vogliono proprio sapere del mestiere di agricoltore.
“Contadino in Canton Ticino? – scrive la Provincia di Varese -. Stipendio da più di tremila euro al mese. E le aziende agricole d’oltreconfine, a corto di personale, sono pronte ad assumere i rifugiati. Il salario minimo legale è di 2300 franchi il primo mese e 3200 franchi dal secondo. Vale a dire, rispettivamente, 2200 euro e 3100 euro circa di stipendio. Una paga estremamente allettante per chi vive da questa parte della frontiera”.
Vero è che in Svizzera la vita è più cara che in Italia, ma vivendo in campagna si risparmia, soprattutto sulla spesa. Per non parlare delle agevolazioni che lo Stato garantisce agli agricoltori e, in generale, a chi vive di agricoltura.
Gli svizzeri ci tengono alla propria salute. E tutelano le proprie produzioni. In questo Paese il 40% circa del territorio è utilizzato per fini legati all’agricoltura, dalla zootecnia alla frutticoltura, dalle verdure agli ortaggi e via continuando.
La superficie dedicata all’agricoltura si attesta intorno al 10,6% della superficie totale, rispetto al 13,4% della media europea ed il 11,3% della media mondiale. Percentuale che corrisponde a 61 ettari di terreno agricolo ogni 1.000 persone, rispetto a una media europea pari a 442 ettari di terreno per ogni mille persone.
Come già accennato, il Governo svizzero tutela la propria agricoltura. E lo fa, in primo luogo, scoraggiando le importazioni. Gli abitanti di questo Paese sanno che in certe aree del mondo utilizzano ancora pesticidi che in Europa sono stati banditi negli anni ’60 e ’70 del secolo passato perché dannosi per la salute umana. I controlli sulla salubrità dei prodotti sono serrati. Non ci tengono proprio a farsi avvelenare.
Queste cose le sanno pure i signori dell’Unione Europea dell’euro: ma non gliene può fregare di meno! Infatti, nell’area UE i controlli non esistono. Esistono solo dei marchi ridicoli che non servono a nulla!
La Svizzera invece sostiene la propria agricoltura, incoraggiando la produzione nazionale: si calcola che il 60% dei consumi alimentari di questo Paese è soddisfatto da prodotti agricoli svizzeri.
E’ per questo che gli elvetici sono preoccupati per la presenza di pochi agricoltori e di poca manodopera agricola: ed è sempre per questo che offrono oltre 3 mila euro al mese a un semplice bracciante agricolo!
L’esatto contrario di quello che, nei fatti, si fa in Sicilia, con Regione e Unione Europea che utilizzano il denaro pubblico per non fare coltivare ai contadini il grano (COME POTETE LEGGERE QUI), con l’obiettivo di fare arrivare nella nostra Isola il grano estero, soprattutto il grano duro canadese coltivato nella aree fredde e umide di questo Paese: grano duro pieno di glifosato e micotossine!
Non solo. Dobbiamo ringraziare l’Unione Europea che ha consentito non alla Tunisia come cercano di farci credere, ma a imprese internazionali senza scrupoli di inondare l’Unione Europea di olio d’oliva tunisino che, in buona parte, viene contrabbandato con marchi diversi!
Avete mai letto su una bottiglia di olio d’oliva o di olio d’oliva ‘extra vergine’ venduta nei nostri supermercati a 3-4-5 euro “olio d’oliva tunisino”? Eppure vi possiamo assicurare che siamo pieni di olio d’oliva tunisino! (come potete leggere in calce a questo articolo).
Lo stesso discorso vale per il pomodoro. Da dove arriva, secondo voi, la passata di pomodoro? Per raccogliere il pomodoro italiano un operaio dovrebbe essere pagato da 80 a 100 euro al giorno: quale agricoltore siciliano potrebbe permettersi di pagare una cifra simile?
Se il titolare di un’azienda agricola italiana prende operai a 30 euro al giorno (che già sono troppi vista la concorrenza cinese!) rischia di pagare multe salatissime. E allora? E allora buon appetito con il pomodoro – polpa e passata – cinesi prodotte chissà come…
Stessa cosa per la frutta fresca, per la frutta secca, forse si salvano un po’ gli ortaggi, ma non tutti.
Questa è la ‘filosofia’ dell’Unione Europea dell’euro: porte aperte alle multinazionali che oggi controllano l’agricoltura.
Completamente diversa la ‘filosofia’ degli elvetici, che invece tutelano le proprie produzioni e i propri agricoltori. Qui sta la grande differenza tra la stessa Svizzera e l’Unione Europea dell’euro: gli elvetici sovvenzionano direttamente e produttivamente il 70% della propria agricoltura, mentre l’Unione Europea interviene sul 35% dell’agricoltura, spesso non per sostenerla, ma per distruggerla, come avviene per il grano duro del Sud Italia e per altre colture. Parlano i fatti.
In media, in Svizzera, lo Stato interviene a sostegno dell’agricoltura con circa 6 miliardi di dollari all’anno. Risorse che costituiscono quasi il 60% dei redditi degli agricoltori.
Ovviamente, la Svizzera non fa parte dell’Unione Europea dell’euro: e si vede!
QUI L’ARTICOLO SULL’AGRICOLTURA SVIZZERA CHE CERCA AGRICOLTORI E BRACCIANTI
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