Lo dice il dirigente generale del dipartimento della Formazione professionale della Regione siciliana, Gianni Silvia. ovviamente, si tratterebbe della renziana APE social, il pre-pensionamento con penalizzazioni a carico dei lavoratori: legge voluta da quel ‘grande partito di sinistra’ – il PD – che infatti ha ‘vinto’ le elezioni grazie a questa e ad altre importanti ‘riforme’…
Ci saranno assunzioni a ruota libera nel mondo della Formazione professionale siciliana? Assunzioni senza la tutela per i circa 8 mila lavoratori licenziati? Il dubbio c’è. E, in effetti, dopo quello che abbiamo visto in questi anni è più di un dubbio. Anche se il dirigente generale del dipartimento Formazione professionale della Regione siciliana, Gianni Silvia, ha sempre negato tale eventualità.
E continua a negarlo. Interpellato da noi spiega:
“Non ci saranno assunzioni senza tutela per i lavoratori licenziati. L’ho detto più volte e lo ribadisco. Tranne che per casi eccezionali, là dove gli enti dovessero avere bisogno di professionalità non rintracciabili tra i lavoratori iscritti all’Albo”.
facciamo osservare al dottore Silvia che è stato inviato ai lavoratorori un questionario di aggiornamento. Con quale, tra le altre cose, si cerca di spedire in pensione pre-pensionamento una parte del personale.
Lo ha detto, ieri, rispondendo ai parlamentari regionali grillini (QUI L’ARTICOLO CON LE DICHIARAZIONI DEI PARLAMENTARI DEL MOVIMENTO 5 STELLE ALL’ARS), l’assessore regionale alla Formazione professionale, Roberto Lagalla:
“La compilazione del questionario – ha affermato l’assessore Lagalla – è certamente indispensabile per delineare un quadro aggiornato delle competenze e dei profili professionali che compongono l’Albo. Per tale ragione è auspicato il più alto riscontro da parte degli interessati, in vista delle procedure relative alla riattivazione del sistema formativo e alla valutazione di quanti in possesso dei requisiti per l’eventuale pre-pensionamento”.
Il dirigente generale Silvia conferma la proposta di pre-pensionare una parte del personale con il ricorso all’APE social, il prepensionamento con penalizzazioni a carico dei lavoratori inventato da quel “grande partito dei lavoratori” che risponde al nome di PD di Matteo Renzi.
“Stiamo provando a ottenere la possibilità – ci dice Silvia – di proporre il pre-pensionamento ai lavoratori del settore Formazione professionale delle classi 1956 e 1957. Secondo i nostri calcoli, ovviamente da verificare, l’iniziativa potrebbe interessare oltre mille lavoratori. La differenza, ovviamente, la pagherebbe l’amministrazione regionale”.
Ricordiamo che l’APE social è su base volontaria. Ma essendo il settore della Formazione professionale siciliana in grave crisi già da oltre cinque anni, il pre-pensionamento potrebbe una soluzione tipo ‘bere o affogare’: ma meglio della disoccupazione…
Ok, ammettiamo che con il prepensionamento – vogliamo essere ottimisti – si riesca a mandare a casa, con una pensione (decurtata, visto che parliamo di APE social). E gli altri 4 mila lavoratori?
“Gli altri – ribadisce il dirigente generale della Formazione – avranno la priorità nelle assunzioni dei nuovi corsi”.
Facciamo presente a Silvia che, tra i lavoratori, c’è stato malumore anche per il questionario.
” E io non capisco il perché di questo malumore – replica il dirigente generale -. Stiamo solo aggiornando l’Albo. Per avere chiaro il quadro delle situazione. Tutto qui”.
In effetti, anche nel comunicato dell’assessore Lagalla i toni non sembrano ultimativi:
“Ovviamente – si legge nel comunicato dell’assessore – non ci sarà alcuna fiscalità nell’accettazione temporale delle risposte, né sono previsti istituti sanzionatori o, ancora meno, escludenti dall’Albo, peraltro previsto dalla legge 24/76. Confermo che si tratta di un’iniziativa condivisa con gli organismi sindacali e datoriali, che vuole andare incontro alle differenziate e complesse esigenze di un comparto, da troppi anni in grave difficoltà”.
Dubitiamo che tale iniziativa sia stata condivisa con tutti i sindacati. Forse con i sindacati che hanno firmato il contratto, che sono, tra questi lavoratori, una minoranza.
Così, tanto per chiarire.
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