Raffaele Lombardo e Rosario Crocetta chiamano, e Nello Musumeci e Roberto Lagalla rispondono. Il primo dei due ex presidenti dell Regione ha avviato la macelleria sociale in questo settore. Il Governo Crocetta l’ha messa in atto. Ora Musumeci e Lagalla si accingono a mettere il ‘bollo’ sul massacro di 8 mila lavoratori. La lettera dell’USB alla politica siciliana. (In calce la lettera per esteso)
“La designazione dell’assessore alla Formazione, Roberto Lagalla, sulla cui professionalità e competenza non si discute, era stata salutata come una garanzia sul rispetto degli impegni assunti (Agenzia Unica, salvaguardia del personale nel rispetto della normativa regionale, ripartenza delle attività); purtroppo tutto questo non è avvenuto e per quanto possiamo interpretare da quanto riportato dagli organi di stampa, gli eventuali buoni propositi cozzano con la realtà dei fatti”.
Lo scrive in una nota, inviata al governatore della Sicilia, Nello Musumeci, all’assessore regionale alla Formazione, Roberto La Galla, e ai gruppi Parlamentari dell’Assemblea regionale siciliana – Movimento 5 Stelle, Partito Democratico, Diventerà Bellissima, Sicilia Futura, Popolari ed Autonomisti, UDC – Unione dei Democratici e al gruppo misto, il sindacato dei lavoratori della formazione professionale, USB Lavoro Privato Sicilia, che annuncia lo stato di agitazione con azioni di protesta e lotta contro l’immobilismo che ha paralizzato e annientato l’intera platea degli operatori della Formazione e contro la reiterata e continua omissione e disconoscimento delle leggi che governano il sistema formativo siciliano.
Ieri abbiamo raccontato – riportando un post su facebook di Adriana Vitale – come il Governo Musumeci si è rimangiato gli impegni assunti in campagna elettorale con i lavoratori degli Sportelli Multifunzionali (QUI L’ARTICOLO). Ora il presidente Musumeci e l’assessore Lagalla stanno provando a fare lo stesso ‘servizio’ ai dipendenti della Formazione professionale.
“Sono quasi 8 mila i lavoratori fuoriusciti dal comparto Formazione le cui sorti sono sempre più incerte si legge nel comunicato -. Migliaia di loro, a causa dei fallimenti degli enti a cui appartenevano, hanno perso tutte le retribuzioni arretrate. Molti sono ultracinquantenni con almeno 20 anni di lavoro in questo settore che difficilmente riusciranno a ritrovare una ricollocazione nel mondo del lavoro”.
“Qualcuno – si legge sempre nel comunicato – si era illuso, in particolare gli elettori che l’hanno sostenuto e votato che, questo governo, dopo cinque anni di macelleria sociale, si prendesse carico delle problematiche del sistema formativo siciliano e mantenesse le promesse elettorali contenute all’interno del programma sia del Presidente Musumeci, sia degli altri candidati del centrodestra – prosegue la nota -. Nessuno, chiaramente, potrebbe pretendere che l’annoso problema della Formazione Professionale trovi soluzione in appena tre mesi. Sappiamo che Musumeci non possiede la bacchetta magica, ma quanto sta accadendo non lascia presagire nulla di buono”.
“Le dichiarazioni dell’assessore Lagalla, rilasciate in data 23 febbraio al Giornale di Sicilia – prosegue il comunicato – in merito al personale che dovrebbe essere impegnato nella attività relative al bando a sportello da 110 milioni, parlano di mancanza di vincoli da parte degli Enti ad attingere esclusivamente dall’Albo regionale. Non convincono neppure le affermazioni minacciose di Lagalla in relazione alle penalizzazioni per chi assume all’esterno e le verifiche che comporterebbero l’eventuale revoca dell’accreditamento e la conseguente perdita del finanziamento. Né crediamo al gentlemen’s agreement degli Enti gestori visti gli avvenimenti che hanno decretato la morte dell’Avviso 3”.
“E’ palesemente e tristemente noto cosa è accaduto negli ultimi anni per l’assoluta mancanza di attività ispettiva e, in ogni caso, per i tempi biblici con cui i pochi controlli, effettuati su indagini giudiziarie, sono stati effettuati. Non vorremmo che questo bando a sportello sia la fotocopia dell’Avviso 8 e le premesse e la regia, almeno nei confronti delle garanzie occupazionali, ci sono tutte”.
Per il sindacato si profila, nuovamente, il ricorso a migliaia di assunzioni, in virtù di reclutamenti farlocchi con i più fantasiosi criteri sull’attribuzione dei punteggi.
“Tutto questo perché l’assessore disconosce l’Albo degli operatori della Formazione professionale – prosegue il comunicato – e si ostina, insieme al Dirigente Generale Silvia, ad utilizzare un mero e inutile elenco. Inoltre, non si comprende l’ennesima messa in opera di un censimento degli operatori con un nuovo strumento (scheda di censimento), visto che l’amministrazione regionale è già in possesso degli elenchi, di cui al DA 38/GAB del 11 ottobre 2013, che, ai tempi, costò denaro pubblico e fatica al Dipartimento, con controlli incrociati per verificare i carichi pendenti, i titoli di studio e le anzianità storiche dichiarate”.
“Sarebbe semplicissimo – si legge sempre nel comunicato – aggiornare tale strumento, verificando tramite incrocio con l’INPS dell’attuale situazione lavorativa e contributiva del personale iscritto e, in tempi brevissimi, venire in possesso, una volta per tutte, dell’unico strumento da cui far ripartire il sistema. Occorre attuare un’inversione di tendenza anche se il rispetto delle leggi vigenti possa cozzare con gli interessi degli Enti che, come al solito, pretendono di avere le mani libere” .
Il sindacato Usb, Lavoro Privato Sicilia, chiede chiarezza anche sulla normativa che governa il sistema formativo nella sua interezza.
“Queste norme – si legge ancora nel comunicato – devono essere rispettate o è possibile pensare che si possa continuare a derogare? Dove sono finiti i controlli sull’accreditamento e sul rispetto del vigente CCNL annunciati con proclami rimasti nel nulla? Per quale motivo sono stati finanziati e in alcuni casi saldati progetti a Enti gestori che non hanno pagato il personale o che non hanno rispettato le norme dell’accreditamento?”.
Questi gli interrogativi posti dall’Usb.
“Le regole ci sono e sono chiare – si legge sempre nel comunicato -. Il furbesco modus operandi di dribblarle o in molti casi di ignorarle deve essere impedito e sanzionato. Per questo chiediamo, a gran voce, il ricorso esclusivo all’Albo degli operatori della Formazione professionale con l’utilizzo, per analogia con la Scuola, di una graduatoria per funzioni che sia redatta nel rispetto dei criteri contrattuali. Non accetteremo deroghe, né impegni in percentuale. La categoria è stata abbondantemente massacrata e ignorata. ORA BASTA”.
Cosa pensiamo di Roberto Lagalla assessore alla Formazione l’abbiamo scritto, in tempi non sospetti, lo scorso 10 dicembre:
Formazione professionale: assessore Lagalla, quante chiacchiere e quanti luoghi comuni!
I fatti ci stanno dando ragione.
Di seguito il testo della lettera per esteso:
Carnevale è finito, cadono le maschere!
Qualcuno si era illuso, in particolare gli elettori che l’hanno sostenuto e votato, che questo governo dopo cinque anni di macelleria sociale si prendesse carico delle problematiche del sistema formativo siciliano e mantenesse le promesse elettorali contenute all’interno del programma sia del Presidente Musumeci sia degli altri candidati del centro destra.
Nessuno, chiaramente, potrebbe pretendere che l’annoso problema della Formazione Professionale trovi soluzione in appena tre mesi, sappiamo che Musumeci non possiede la bacchetta magica, ma quanto sta accadendo non lascia presagire nulla di buono.
La designazione dell’assessore Lagalla sulla cui professionalità e competenza non si discute, era stata salutata come una garanzia sul rispetto degli impegni assunti (Agenzia Unica, salvaguardia del personale nel rispetto della normativa regionale, ripartenza delle attività); purtroppo tutto questo non è avvenuto e per quanto possiamo interpretare da quanto riportato dagli organi di stampa, gli eventuali buoni propositi cozzano con la realtà dei fatti.
Purtroppo l’evidenza non può essere negata!
Ci riferiamo, in particolare, alle dichiarazioni dell’assessore Lagalla rilasciate in data 23 febbraio al Giornale di Sicilia in merito al personale che dovrebbe essere impegnato nella attività relative al bando a sportello da 110 milioni.
L’ammissione da parte dell’assessore al ramo sulla mancanza di vincoli da parte degli Enti ad attingere esclusivamente dall’Albo regionale, riecheggia ricordi marzianeschi, che vale la pena sottolineare, sono sfociati nel fermo totale delle attività del sistema formativo siciliano. Non ci convincono le affermazioni minacciose dell’assessore Lagalla in relazione alle penalizzazioni per chi assume all’esterno e le verifiche che comporterebbero l’eventuale revoca dell’accreditamento e la conseguente perdita del finanziamento né crediamo al gentlemen’s agreement degli Enti gestori visti gli avvenimenti che hanno decretato la morte dell’Avviso 3.
E’ palesemente e tristemente noto cosa è accaduto negli ultimi anni per l’assoluta mancanza di attività ispettiva e, in ogni caso, per i tempi biblici con cui i pochi controlli, effettuati su indagini giudiziarie, sono stati effettuati.
Tra le righe ci sembra di essere piombati a ritroso nel tempo con le rassicurazioni, gli sciorinamenti di cifre, le promesse e le centinaia di ricorsi alla giustizia amministrativa che hanno paralizzato l’intero comparto.
Non vorremmo che questo bando a sportello sia la fotocopia dell’Avviso 8 e le premesse e la regia, almeno nei confronti delle garanzie occupazionali, ci sono tutte.
Si profila nuovamente il ricorso a migliaia di assunzioni, in virtù dei reclutamenti farlocchi dove saranno attribuiti i più fantasiosi criteri nell’attribuzione dei punteggi.
Tutto questo poichè l’assessore disconosce l’Albo degli operatori della formazione professionale e si ostina insieme con il Dirigente Generale Silvia ad utilizzare un mero e inutile elenco.
Inoltre, non si comprende l’ennesima messa in opera di un censimento degli operatori con un nuovo strumento (scheda di censimento), visto che l’amministrazione regionale è già in possesso degli elenchi di cui al DA 38/GAB del 11 ottobre 2013 che, ai tempi, costò denaro pubblico e fatica al Dipartimento, con controlli incrociati per verificare i carichi pendenti, i titoli di studio e le anzianità storiche dichiarate. Sarebbe semplicissimo aggiornare tale strumento, verificando tramite incrocio con l’INPS dell’attuale situazione lavorativa e contributiva del personale iscritto e, in tempi brevissimi, venire in possesso, una volta per tutte, dell’unico strumento da cui far ripartire il sistema.
Occorre attuare un’inversione di tendenza in quanto il rispetto delle leggi vigenti cozza con gli interessi degli Enti che, come al solito, pretendono di avere le mani libere. Ma qui occorre, una volta per tutte, far chiarezza: la normativa che governa il sistema formativo nella sua interezza, deve essere rispettata o è possibile pensare che si possa continuare a derogare?
Dove sono finiti i controlli sull’accreditamento e sul rispetto del vigente CCNL annunciati con proclami rimasti nel nulla?
Per quale motivo sono stati finanziati e in alcuni casi saldati progetti a Enti gestori che non hanno pagato il personale o che non hanno rispettato le norme dell’accreditamento?
Le regole ci sono e sono chiare; il furbesco modus operandi di dribblarle o in molti casi di ignorarle deve essere impedito e sanzionato.
Per quanto sopra chiediamo, a gran voce, il ricorso esclusivo all’Albo degli operatori della formazione professionale con l’utilizzo per analogia con la Scuola, di una graduatoria per funzioni che sia redatta nel rispetto dei criteri contrattuali.
Non accetteremo deroghe né impegni in percentuale.
La categoria è stata abbondantemente massacrata e ignorata.
Pertanto, con la presente, la U.S.B Le comunica lo stato di agitazione che sfocerà inevitabilmente in azioni di protesta e lotta contro l’immobilismo che ha paralizzato e annientato l’intera platea degli operatori e contro la reiterata e continua omissione e disconoscimento delle leggi che governano il sistema formativo siciliano.
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