La storia non solo si è sgonfiata – si è scoperto che i parlamentari grillini hanno versato 23 milioni di euro su quasi 24 milioni – ma ha messo a nudo la dabbenaggine della vecchia politica. Insieme, vecchia politica e ‘Grande informazione’, hanno fatto un regalo ai grillini, accreditandoli come l’unica forza politica che, invece di ‘ammuccarsi’ i soldi pubblici, mette a disposizione una parte dei propri soldi per sostenere le piccole imprese
Ci rendiamo conto o no di quello che è avvenuto negli ultimi giorni? TG e quotidiani nazionali e locali che, all’unisono, mettono in apertura la storia di “Rimborsopoli” dei parlamentari del Movimento 5 Stelle. Il comportamento privato di un gruppo parlamentare che diventa un fatto pubblico. Tutto per cercare di gettare fango sui grillini.
Non c’è un reato, ma questo non importa: l’importante è gettare fango a piene mani. Dopo tre giorni di martellamento emergono due dati: i parlamentari nazionali del Movimento hanno versato oltre 23 milioni di euro al fondo per il microcredito. All’appello mancano solo i fondi di 8 parlamentari, sì e no 800 mila euro.
Attenzione – lo ribadiamo a scanso di equivoci -: gli otto parlamentari grillini che non hanno versato la propria quota non hanno commesso alcun reato. Non c’è, infatti, alcuna legge che obbliga tali parlamentari al versamento della quota: si tratta di una prescrizione interna al Movimento 5 Stelle: restituire una parte non secondaria dell’indennità parlamentare per alimentare un fondo che serve per sostenere le piccole imprese.
Dopo la gran cagnara alimentata da TG nazionali e locali e da giornali nazionali e locali si scopre – lo ripetiamo – che quasi tutti i parlamentari del Movimento 5 Stelle hanno versato la propria quota: 23 milioni di euro su 24 milioni di euro!
Quello che avrebbe dovuto essere uno scandalo contro i grillini si sta rivelando un loro punto di forza. Milioni di italiani – inizialmente perplessi – nell’ascoltare i TG e nel leggere i giornali (per quei pochi che ancora oggi acquistano i quotidiani: e visto quello che raccontano non hanno poi tutti i torti a non acquistare più i giornali italiani!), si rendono conto della macchinazione messa su per screditare il Movimento 5 Stelle.
Ma si rendono conto, insomma, che si è trattato solo di una volgare montatura. Certo, se i parlamentari grillini si fossero tenuti tutti i rimborsi – ovvero 24 milioni di euro – sarebbe stata una vicenda un po’ bruttina.
Ma – come già ricordato – risultano versati 23 milioni di euro su 24 milioni di euro!
Insomma, detto in termini giornalistici, la notizia non c’è!
C’è, invece, un clamoroso autogol da parte della vecchia politica, da parte dei TG e da parte dei ‘Grandi giornaloni’: perché questa storia grottesca di un reato che non è un reato e di una notizia che non è una notizia, alla fine, finirà con il favorire il Movimento 5 Stelle!
Così, ieri – mediaticamente parlando – abbiamo assistito a qualcosa di tragicomico: mentre, la mattina, tutti i giornali erano inondati dalla storia di “Rimborsopoli” (la sera di due giorni fa gli ‘strateghi’ della vecchia politica erano intenti a gettare fango sul Movimento 5 Stelle perché pensavano che la storia ‘tenesse’), i TG cambiavano radicalmente strategia, e la notizia finiva infondo ai notiziari: e nonostante tutti gli sforzi, non si poteva fare a meno di ammettere che, alla tirata delle somme, mancavano solo 800 mila euro su 24 milioni di euro!
Morale: non tanto la stampa cartacea, quanto i TG, senza rendersene conto, hanno fatto un grandissimo regalo al Movimento 5 Stelle.
Il risultato mediatico ottenuto da questi ‘geni’ dell’informazione lo sintetizzava ieri sera in modo molto efficace un venditore di panini con la milza di Palermo:
“Ma comu camina ‘sta cosa: chiddi ca si futtinu i picciuli e chi ca’ firrianu p’accattarisi i voti eccanu fangu su quattru picciotti ca ci mattinu i picciuli ri sacchetta. Ma picchì un si vann’arriffanu chisti r’a televisione…”.
Più chiaro di così…
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