Mantenendo ai massimi livelli le addizionali IRAP e IRPEF il Governo regionale di Nello Musumeci ha fatto un altro bel ‘regalo’ a Roma. Con tutta la buona volontà, non riusciamo a capire come mai le opposizioni non abbiano ancora chiesto un dibattito in Aula su un tema così importante. Sanità: siamo sicuri che Roma, nel 2017, abbia erogato alla Regione i 2,2 miliardi di euro previsti?
Le addizionali IRAP e IRPEF, in Sicilia, rimarranno ai massimi livelli. Lo ha deciso il Governo regionale di Nello Musumeci.
La cosa non ci stupisce. Le addizionali maggiorate sono state imposte alla Sicilia quando il Governo di Raffaele Lombardo effettuò il Piano di rientro della Regione siciliana dal deficit sanitario. Era il 2009. Nel 2011 le aliquote avrebbero dovuto essere ridotte. Ma questo non è mai avvenuto.
La maggiorazione delle aliquote IRAP e IRPEF non aumentano direttamente le entrate della Regione: aumentano le entrate dello Stato a spese dei siciliani. Questo perché la Regione non ha una propria Agenzia delle Entrate.
Se consegue, sul piano della logica, che il Governo Musumeci, dopo aver regalato allo Stato 800 milioni di IVA che spettano alla Sicilia, ha deciso di regalare altri soldi dei siciliani a Roma.
Quanti soldi regala la Regione di Musumeci a Roma mantenendo inalterate le aliquote IRAP e IRPEF?
Grosso modo, dovremmo essere intorno al miliardo e 300 milioni di euro.
Domanda: le opposizioni all’Assemblea regionale siciliana non hanno nulla da dire? Un provvedimento così importante (e così pesante per le tasche dei siciliani) non dovrebbe essere spiegato e motivato nella sede naturale della politica siciliana, cioè nel Parlamento della nostra Isola?
Il presidente Musumeci e l’assessore all’Economia, Gaetano Armao – che sui conti regionali sono molto bravi (sono quelli del “disavanzo” di 5,9 miliardi di euro del quale ancora aspettiamo un’illustrazione tecnica) – potrebbero obiettare che sì, è vero, a prima ‘botta’ le entrate maggiorate di IRAP e IRPEF le incassa Roma, ma poi vengono ‘girate’ alla Sicilia.
Purtroppo non è così, perché con la modifica truffaldina delle norme di attuazione dell’articolo 36 dello Statuto – ‘regalo’ ai siciliani del Governo di Rosario Crocetta e della maggioranza di centrosinistra che lo appoggiava – Roma si tiene una parte non secondaria di entrate che spettano alla Regione (più di quanto se ne teneva prima).
Se ne deduce – lo ribadiamo – che il Governo regionale di centrodestra ha regalato un altro miliardo e 300 milioni di euro allo Stato.
C’è di più. Contrariamente a quello che leggiamo qua e là, lo Stato non eroga alla Regione siciliana il 50% circa delle spese sanitarie sostenute dalla nostra Regione.
Su 9,2 miliardi di euro di spesa sanitaria annua teorica, lo Stato non eroga alla Regione 4,7 miliardi di euro, ma appena 2,2 miliardi di euro, perché i restanti 2,5 miliardi di euro sono entrate IRAP pagate dalle imprese siciliane che lo Stato riscuote.
Sa qual è la novità, presidente Musumeci? Che noi abbiamo il dubbio che lo Stato, nel 2017, non abbia erogato, alla sanità siciliana, nemmeno questi 2,2 miliardi di euro. E sa cosa ce lo fa pensare? Le difficoltà finanziarie nelle quali si dibatte la sanità siciliana.
Certo, con i fondi della sanità si pagano le rate dei mutui della Regione, si paga l’ARPA Sicilia e si pagano, in parte, i dipendenti della SAS.
Ma questi esborsi – addebitati impropriamente al Fondo sanitario regionale, contro il parere della Corte dei Conti – non giustificano la sofferenza finanziaria della sanità della nostra Isola.
Non c’è che un modo per appurare – nell’interesse della sanità siciliana e della corretta informazione sui conti pubblici regionali – se lo Stato ha erogato, nel 2017, questi 2,2 miliardi di euro: rendere noto il consuntivo 2017.
Perché, presidente Musumeci e assessore Armao, aspettare la fine di aprile? Già alla fine di questo mese è possibile conoscere il consuntivo dello scorso anno.
Rendete noto questo consuntivo e vediamo quali sono i veri ‘numeri’ del Bilancio regionale.
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