Certo: la paura deve essere stata tanta. Non deve essere stato piacevole, per chi si trovava dentro l’edificio scolastico, ritrovarsi, faccia a faccia, con un cinghiale. E meno male che siamo a Natale e non c’erano gli studenti. Detto questo, noi ci poniamo la domanda: era il caso di abbattere l’animale?
Per carità: quello che è successo può aver creato, anzi ha creato paura: trovarsi davanti un cinghiale, che entra in una scuola, com’è avvenuto a Palermo, nella popolare borgata di Tommaso Natale, non deve essere stato piacevole. Le cronache raccontano che l’animale prima è entrato nel giardino della scuola ‘Antonio Caponnetto’ e poi ha sfondato una porta e si è infilato dentro i locali della scuola! Detto questo: perché ammazzare il cinghiale e non addormentarlo?
Scena di certo poco piacevole per chi, in quel momento, si trovava dentro la scuola, come leggiamo sul Giornale di Sicilia on line:
“Alle 10,30 alcuni collaboratori scolastici si sono accorti della presenza del cinghiale. L’animale ha sfondato la porta a vetri ed è entrato a scuola – racconta sbigottita la vicepreside, Carola Butera – ha aggredito un collaboratore ferendolo alla gamba e ad un altro ha strappato i jeans. Poi ha continuato a scorrazzare per tutto l’istituto. Intanto abbiamo chiamato tutti carabinieri, vigili urbani, vigili del fuoco, forestale. In mattinata sono arrivati i veterinari dell’Asp dell’istituto zoo profilattico che gli hanno sparato e l’hanno abbattuto”.
Dopo di che è intervenuto un tiratore scelto della Forestale che, forse pensando ad Asterix e ad Obelix, ha abbattuto il cinghiale.
Noi siamo un po’ perplessi e ribadiamo il nostro dubbio: era proprio il caso di ammazzare l’animale? Non sarebbe stato più corretto addormentarlo?
Leggiamo ancora sul Giornale di Sicilia:
“La situazione era di pericolo – spiegano dalla Forestale – l’abbattimento era l’unica soluzione. L’animale era ferito e aveva già aggredito un custode ferendolo alla gamba e si era lanciato contro un altro operatore della scuola. Non c’era altra soluzione”.
Che dire? I Nuovi Vespri si sono già occupati del problema cinghiali. Animali che, oggi, vivono liberamente in molte aree della Sicilia. Sulle Madonie, ad esempio, il problema esiste. Lì siamo in montagna: e lì i cinghiali vivono liberi.
Anche nella borgata dell’Arenella, a Palermo, sono stati più volte avvistati cinghiali che arrivano da monte Pellegrino. E l’elenco potrebbe continuare in quasi tutta la Sicilia.
A due passi da Tommaso Natale c’è Pizzo Manolfo, un’area verde piuttosto vasta: non è da escludere che l’animale possa essere arrivato da lì. Anche perché, proseguendo, da Pizzo Manolfo, campagna campagna, si arriva fino a Torretta e dintorni.
Detto questo, il problema cinghiali, in Sicilia, esiste. La Regione lo sta affrontando bene? Il tema è delicato. Noi l’abbiamo affrontato nel febbraio dello corso anno, quando l’allora assessore all’Agricoltura, Antonello Cracolici, si è cimentato in un bell’ossimoro: ha dato ai sindaci la possibilità, extra ordinem, di aprire la caccia ai cinghiali, ma ha specificato che l’ordinanza non consentiva il cosiddetto “esercizio venatorio”…
Ciò posto, il povero cinghiale ha scelto le vacanze di Natale per la sua malagurata visita alla scuola di Tommaso Natale. Cosa sarebbe successo se a scuola fossero stati presenti i ragazzi?
Foto tratta da monrealepress.it
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