Non ci dobbiamo soltanto sorbire altri cinque anni di glifosato, ma anche il grano duro canadese pieno di glifosato e di micotossine DON. Il tutto per continuare a fare ingrassare le multinazionali che ormai controllano a bacchetta l’Unione Europea. Il connubio tedesco-americano tra chi produce il glifosato e le industrie farmaceutiche che poi ci ‘curano’…
Se qualcuno ha ancora dubbi sul fatto che le multinazionali – in testa Monsanto e Bayer, ma anche altre – controllano a bacchetta l’Unione Europea, dovrebbe riflettere su quello che sta succedendo lungo l’incrocio tra grano duro e informazione. E’ un argomento che affrontiamo spesso. Oggi torniamo sul tema alla luce del ruolo che, in questa storia, sta assumendo l’informazione in Tv.
Abbiamo già raccontato della puntata di Matrix – una trasmissione televisiva del gruppo Mediaset – che ha suscitato in noi più di un dubbio. Siamo rimasti colpiti, in particolare, dal modo in cui è stato trattato un argomento delicatissimo che riguarda la salute di milioni di persone: la presenza del glifosato nel grano duro di provenienza estera e, di conseguenza, nei derivati dello stesso grano duro, pasta in primo luogo (QUI IL NOSTRO ARTICOLO).
Quello che ci ha lasciati di stucco è stata la presenza, in questa trasmissione, di soggetti che, nel corso della trasmissione, hanno sminuito, se non addirittura negato, la pericolosità di questo diserbante per la salute umana.
La cosa, lo ribadiamo, ci ha molto colpito perché, qualche settimana prima, abbiamo dato contezza di un simposio internazionale sul grano duro, che si è svolto a Matera, nel corso del quale uomini e donne di scienza hanno detto l’esatto contrario: e cioè che il glifosato, anche in piccole dosi, è dannoso per la salute umana.
Di questo argomento abbiamo parlato in un articolo nel quale sono stati illustrati, per grani linee, i risultati scientifici ottenuti dalla direttrice del ‘Centro Ricerca Tumori Ramazzini’ di Bologna, Fiorella Belpoggi (CHE POTETE LEGGERE QUI). Tema che abbiamo trattato – con riferimento, sempre al simposio internazionale di Matera – in un’intervista al presidente di GranoSalus, Saverio De Bonis (INTERVISTA CHE POTETE LEGGERE QUI).
Per I Nuovi Vespri il tema del glifosato non è certo nuovo: ce ne siamo occupati nel settembre del 2016, pubblicando e commentando uno studio del Massachusetts Institute of Technology (Mit) (QUI IL NOSTRO ARTICOLO SUL GLIFOSATO DEL SETTEMBRE DELLO SCORSO ANNO CON TUTTI GLI ALLEGATI).
Oggi torniamo sull’argomento riprendendo e commentando un articolo pubblicato dal sito di GranoSalus.
“Le Iene nella trasmissione televisiva del gruppo Mediaset del 17 dicembre hanno lanciato un chiaro messaggio: ‘Ignorare la tossicità del glifosato è un crimine contro l’umanità’. Nicola Porro, invece, su Matrix (stesso gruppo Mediaset) nella trasmissione del 5 dicembre ha sorvolato sulla tossicità del glifosato. Eppure la Corte Federale di San Francisco (COME POTETE LEGGERE QUI), per decisione del giudice distrettuale Vince Chhabria, da diversi mesi ha cominciato a desecretare gli atti relativi alle 55 cause pendenti contro Monsanto. Ma Porro non li ha letti!”.
La Monsanto, per la cronaca, è una multinazionale americana che, lo scorso anno, è stata rilevata dalla Bayer, la multinazionale tedesca che opera nel settore farmaceutico (VE L’ABBIAMO RACCONTATO IN QUESTO ARTICOLO DEL SETTEMBRE DELLO SCORSO ANNO). L’accoppiata tra le due multinazionali è ‘vincente’: se il glifosato (della Monsanto) fa male alla salute, le medicine per curarci li fornisce la Bayer…
Ironia a parte, con molta probabilità, è stato grazie alla fusione tra la multinazionale americana e la multinazionale tedesca se, nelle scorse settimane, la ‘Grande Unione Europea’ dell’euro ha deciso, per altri cinque anni, di avvelenarci con il glifosato (QUI IL NOSTRO ARTICOLO SULL’ULTIMA SCONCEZZA DELLA UE).
Toniamo all’articolo di GranoSalus. Che non risparmia critiche al conduttore di Matrix, Nicola Porro che, come racconta GranoSalus, “è pugliese di famiglia ed ha pure un’azienda agricola. È il vicedirettore de Il Giornale. Si definisce un liberale, liberista e decisamente libertario. Ha studiato dai gesuiti a Roma. Si è laureato in economia alla Sapienza”.
“Tuttavia – leggiamo sempre nell’articolo – la sua ultima trasmissione sul glifosato un attestato glielo ha procurato. Una puntata molto faziosa, con ospiti in pieno conflitto di interessi, insomma una Zuppa di Porro indigesta. Come altro potremmo definirla?”.
Dopo di che si passa alla presentazione degli ospiti presenti nella puntata di Matrix:
“A Matrix c’era il presidente nazionale di Confagricoltura, nonché produttore di pasta, Massimiliano Giansanti. Per lui il grano al Sud è tradizione, ma il glifosato (che lui afferma di usare) serve ‘per fare un buon grano’. Un’aberrazione. Tant’è che la parola d’ordine per Confagricoltura è rilanciare la pasta italiana (non il grano italiano!). Paradossale! C’era Mario Piccialuti, direttore dell’Aidepi, l’Associazione delle industrie della pasta italiane, a cui GranoSalus ha notificato il precetto di pagamento delle spese legali a seguito del giudizio di Roma. Poi una donna e un uomo di scienza: Elena Cattaneo e Luca Piretta“.
“Ebbene, per tutti questi ospiti della trasmissione – leggiamo sempre nell’articolo – il glifosato presente nel grano duro di provenienza canadese e, di conseguenza, presente nella semola e nella pasta industriale non è un problema”.
Alla puntata di Matrix, come già accennato, ha preso parte anche la senatrice Elena Cattaneo, farmacologa e biologa, secondo la quale il glifosato presente nel grano non provocherebbe problemi all’uomo, perché presente in parti minime. Alla senatrice hanno risposto gli epidemiologi ed esperti di cancerogenesi ambientale Benedetto Terracini, Paolo Vineis, Annibale Biggeri e Franco Merletti in una lettera pubblicata da scienzainrete (CHE POTETE LEGGERE QUI).
Alla senatrice Elena Cattaneo hanno replicato anche i medici dell’ISDE, l’Associazione Medici per l’Ambiente (COME POTETE LEGGE QUI).
A questo punto GranoSalus muove a Matrix gli stessi rilievi che abbiamo mosso noi:
“Porro, dunque, si è guardato bene dal consultare gli scienziati che sostengono cose diverse. Ha trasformato la trasmissione su un argomento così delicato in una polemica tra tutti quelli della curva nord del glifosato. La cartina al tornasole? Semplice. Nessun riferimento alle analisi su pasta e semole industriali fatte da GranoSalus e confermate da Report. Come mai?”.
In effetti, non parlare delle analisi sulle otto più importanti marche di pasta disposte da GranoSalus in una trasmissione sul grano duro e sulla pasta è un po’ strano. Per carità: si tratta di una Tv commerciale che fa i propri interessi. Ma le analisi sulle otto marche di pasta restano (NOI NE ABBIAMO PARLATO QUI).
Così come restano i due pronunciamenti del Tribunale di Roma che hanno dato ragione a GranoSalus e a I Nuovi Vespri (che da tempo operano insieme).
Sempre per la cronaca, GranoSalus e I Nuovi Vespri sono stati tirati in ballo da Aidepi, dalla Barilla G & R Fratelli spa, dai Fratelli De Cecco di Filippo Fara S. Martino spa, dalla F. Divella spa, da La Molisana spa e dal pastificio Lucio Garofalo. Ma, come già ricordato, il Tribunale di Roma gli ha dato torto (COME POTETE LEGGERE QUI).
“Il contraltare alle tesi degli ospiti – prosegue l’articolo di GranoSalus – è stato rappresentato da Coldiretti. Porro, però, dimentica che non è stata certo la Coldiretti a sollevare la questione del grano duro, ma GranoSalus che con le sue analisi ha dovuto pure difendersi dagli attacchi degli industriali in Tribunale, vincendo tutti i ricorsi. Coldiretti non ha fatto alcuna analisi, ma solo un po’ di rumore al porto di Bari”.
GranoSalus lancia un appello:
“A questo punto, facciamo appello ai pronunciamenti della Commissione di Vigilanza e dell’Autority, affinché l’attività di informazione televisiva, non solo quella pubblica (ma anche quella commerciale), garantisca durante il servizio l’accesso di tutti i soggetti intervistati in condizioni di parità di trattamento e imparzialità”.
GranoSalus dà una notizia particolare con riferimento a Porro, la cui famiglia, in Puglia, si dedica proprio all’agricoltura:
“Nella polemica dei campi, a lui sembra essere sfuggito pure il fatto che nella sua azienda di famiglia ad Andria, dove produce olio e grano, di glifosato non c’è traccia”.
Nell’articolo si riporta anche una dichiarazione dell’eurodeputata Florent Marcellesi dei Verdi-Ale (EQUO) che fa riferimento al citato rinnovo, per cinque anni, dell’utilizzazione del glifosato nei Paesi dell’Unione Europea:
“La nostra intenzione è quella di costituire una maggioranza al Parlamento europeo per chiedere alla Corte di giustizia dell’UE di annullare una decisione che riteniamo altamente dannosa. Inviteremo anche gli Stati membri che si sono pronunciati contro il rinnovo dell’autorizzazione al glifosato di unirsi a noi. Nonostante i crescenti dubbi e preoccupazioni, la Commissione ha continuato senza nemmeno preoccuparsi di approfondire le sue indagini. E va da sé che in questo caso il governo tedesco è particolarmente responsabile. Un governo che, ovviamente, è più preoccupato del successo della fusione tra Bayer e Monsanto che della salute dei propri cittadini”.
La senatrice Verde ha toccato uno dei punti nodali della vicenda glifosato: gli interessi della Monsanto e della Bayer che, nell’Unione Europea dell’euro, in barba a chi crede ancora alla favoletta-barzelletta “dell’Unione Europea dei popoli”, contano di più della salute dei cittadini.
Il secondo punto nodale di questa storia è il CETA, il trattato commerciale internazionale tra Unione Europea e Canada. E’ proprio in base a questo trattato che il Canada conta di continuare ad esportare in Europa non un milione e mezzo di quintali di grano duro all’anno, ma quattro milioni di quintali all’anno di grano duro coltivato nelle aree fredde e umide di questo Paese: un grano duro fatto maturare artificialmente, con l’utilizzazione impropria del diserbante glifosato (COME POTETE LEGGERE QUI).
La ‘Grande Unione Europea’ dell’euro, grazia al CETA, si prende il grano duro canadese (coltivato con il glifosato, facendo così guadagnare una barca di soldi alle multinazionali Monsanto e Bayer). In cambio altre multinazionali si recano in Canada per andare a fare affari nel settore dei servizi pubblici e delle opere pubbliche.
Questa vicenda del grano duro e del glifosato – che tra agroalimentare e chimica in agricoltura muove ogni anno miliardi di dollari e di euro – dimostra che nell’Unione Europea di oggi i cittadini europei e la loro salute non contano nulla.
QUI L’ARTICOLO DI GRANOSALUS PER ESTESO
Da leggere o da rileggere:
“Il grano canadese che arriva in Europa è un rifiuto speciale che finisce sulle nostre tavole”
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