Volendo, se i franchi tiratori dovessero tornare nell’ovile del centrodestra, questo schieramento politico e il PD avrebbero i numeri sufficienti per eleggere due vice presidenti e lasciare a bocca asciutta i grillini. Ovviamente, lo sputtanamento, in questo caso, sarebbe totale… Come si vota e cosa potrebbe succedere
Il bon ton istituzionale prevede la vice presidenza vicaria alla maggioranza e un secondo vice presidente al partito di opposizione con il maggior numero di deputati. Ma con i chiari di luna che ci sono in queste ore a Sala d’Ercole non è facile capire come finirà, oggi, l’elezione dei due vice presidenti del Parlamento dell’Isola.
Forse il nome certo potrebbe essere quello di Roberto Di Mauro, un passato nella DC, poi a zig-zag qua e là, un po’ nel centrodestra, un po’ nel centrosinistra: del resto, avendo aderito al partito ‘autonomista’ di Raffaele Lombardo, ‘maestro’ indiscusso del trasformismo politico, la gimkana è nelle cose.
Oggi Lombardo, dopo essere stato eletto presidente della Regione nel centrodestra (2008), dopo aver governato con il centrosinistra (legislatura ‘ribaltonista’ 2008-2012) e dopo aver proseguito un po’ di qua e un po’ di là durante gli anni del Governo Crocetta, è tornato nel centrodestra appoggiando, alle ultime elezioni, la candidatura alla guida della Sicilia di Nello Musumeci.
Insomma: anche se cambia il colore dei Governi regionali, Lombardo non ha problemi: è sempre al Governo. In questo momento con Musumeci. Nella cui Giunta ha piazzato un assessore. Ora è pronto per acciuffare la vice presidenza vicaria dell’Ars: il posto per il già citato Di Mauro.
E la seconda vice presidenza? Sabato scorso, in occasione dell’elezione del presidente dell’Ars, il PD ha fatto confluire quattro voti sul candidato del centrodestra – per la precisione, di Forza Italia – Gianfranco Miccichè, che è stato eletto.
Dopo di che sono cominciate le accuse interne al partito: e non si capisce se si tratta di una cosa seria o di una sceneggiata (noi optiamo per la seconda ipotesi). Oggi si dovrebbe capire qualcosa in più.
Per l’elezione dei due vice presidente dell’Ars ogni deputato ha a disposizione un solo voto di preferenza.
Sul fronte del centrodestra, se dovessero essere presenti tutti i deputati, i voti disponibili dovrebbero essere 36 (o 35 nel caso di assenza del parlamentare Pippo Gennuso).
Questi 35 voti, però, potrebbero diventare 33 se i due franchi tiratori confermeranno la linea seguita fino ad oggi.
Un’altra incognita è rappresentata dal gruppo parlamentare del PD, che ha a disposizione 11 deputati e, quindi, 11 voti.
Se è vero che c’è un’alleanza tra centrodestra e PD, questo schieramento avrebbe a disposizione da 46 a 47 voti (meno gli eventuali franchi tiratori).
Dall’altra parte dovrebbero essere disponibili 21 voti più gli eventuali franchi tiratori. E cioè: 20 parlamentari grillini, Claudio Fava della sinistra e i franchi tiratori del centrodestra (che in teoria, come già accennato, potrebbero pure rientrare nello stesso centrodestra).
Facendo quattro calcoli, l’eventuale maggioranza di centrodestra dovrebbe eleggere senza problemi il vice presidente vicario, al quale dovrebbe andare un numero di voti tale da metterlo a riparo da eventuali ‘imboscate’ dei franchi tiratori.
Per la cronaca, vice presidente vicario (cioè chi sostituisce il presidente dell’Ars in caso di assenza) viene eletto chi prende più voti. Con il ‘rivugghio’ che c’è in queste ore (leggere franchi tiratori in agguato), il centrodestra non dovrebbe dare al candidato di vice presidente vicario meno di 24-25 voti.
Partendo da 47 deputati, senza franchi tiratori, il centrodestra e il PD potrebbero eleggere tutt’e due i vice presidenti: 24 voti al primo e 23 voti al secondo, lasciando fuori grillini e sinistra di Fava.
Ma ci sono due problemi: i franchi tiratori e lo sputtanamento totale.
I franchi tiratori potrebbero fare saltare il secondo vice presidente.
Lo sputtanamento (ovvero l’eventuale accordo centrodestra-PD) sarebbe un fatto mediatico pesante.
Già con l’elezione di Miccichè, infatti, il PD siciliano ha perso mezza faccia. L’altra mezza l’ha salvata, per chi ci crede, con il fatto che, in tanti, compresi i giovani del PD (che si vergognano di un gruppo parlamentare che ha sostenuto, in parte, Miccichè per la vice presidenza), si sono stracciati le vesti…
Figuriamoci cosa succederebbe se, anche per l’elezione dei due vice presidenti dell’Ars, dovesse andare di nuovo in scena l’inciucio centrodestra-PD.
Non è da escludere che il gruppo parlamentare del PD si divida di nuovo. Tutto è è possibile.
Godiamoci il pomeriggio, allora.
Ah, dimenticavamo: i tre deputati questori e i tre deputati segretari: lì sarà un terno al lotto. Ma, con molta probabilità, se ne parlerà mercoledì prossimo.
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