Abbiamo notato che, a Palermo, in alcuni punti vendita della Grande distribuzione organizzata il costo di un Kg di spaghetti di soia è passato da 20 euro a 31 euro! Questo prezzo così elevato ci porta a ragionare su questa leguminosa. Una coltura che, negli anni ’80, si provò a introdurre in Sicilia, ma…
Chi ama la cucina cinese conoscerà di certo gli spaghetti di soia. Ne parliamo perché, ormai da tempo, oltre che nei ristoranti cinesi, questo prodotto lo si trova facilmente nei supermercati. Non è una pasta che costa poco: anzi. Fino a qualche giorno fa, a Palermo, in alcuni punti vendita della Grande distribuzione organizzata, un pacco di spaghetti di soia da 100 grammi costava 2 euro. Ieri abbiamo scoperto che il prezzo è passato a 3 euro e 10 centesimi.
Ciò significa che in alcuni punti vendita della Grande distribuzione organizzata il costo di un kg di spaghetti di soia è passato da 20 euro a 31 euro!
Preso atto di questo aumento siamo andati a cercare gli spaghetti di soia nei piccoli negozi etnici. E lì la sorpresa: un kg di spaghetti di soia, nei negozi etnici, costa 6 euro! Se l’aritmetica non è un’opinione, 25 euro in meno rispetto agli spaghetti di soia venduti dalla Grande distribuzione organizzata.
Qualcuno obietterà: nei punti vendita della Grande distribuzione organizzata c’è un prodotto di marca, nei piccoli negozi etnici, no.
Basta questo per giustificare una differenza di 19 euro al Kg? A nostro modesto avviso, no.
Detto questo, vorremmo ragionare sulla soia, argomento che abbiamo trattato in uno dei tanti articoli che abbiamo scritto sul glifosato.
E’ bene chiarire ai nostri lettori che la soia che oggi si coltiva nel mondo (soprattutto negli Stati Uniti d’America, in Brasile e in Argentina) è quasi tutta prodotta con sementi OGM, cioè con Organismo Geneticamente Modificati.
Ed è prodotta – e qui è bene sottolineato – con largo uso di glifosato (COME ABBIAMO SCRITTO IN QUESTO ARTICOLO PROPRIO UN ANNO FA COMMENTANDO UN SERVIZIO DE ‘LE IENE’ SULL’USO DEL GLIFOSATO IN ARGENTINA E SUI DANNI CHE HA PROVOCATO E PROVOCA).
Sta all’intelligenza dei nostri lettori considerare quanto sarebbe utile che le analisi che GranoSalus e I Nuovi Vespri stanno effettuando sul grano duro e sui derivati dello stesso grano duro venissero estese anche a certi prodotti. Giusto per rispondere – parlando della soia – alla seguenti domande:
come viene coltivata la soia con la quale vengono preparati gli spaghetti?
qualcuno verifica se gli spaghetti di soia in vendita in Italia sono preparati con semi OGM?
qualcuno verifica se contengono glifosato?
Sappiamo che queste notizie – e le domande che poniamo – daranno un po’ di fastidio a chi fa affari con la soia e anche ai normai consumatori che, oltre agli spaghetti di soia, sono magari abituati al latte di soia, all’olio di soia (che se fatto con soia non OGM e senza glifosato è un prodotto eccellente!), alla farina di soia (ricca di proteine e povera di zuccheri), al tofu (il formaggio di soia), al miso (molto utilizzato nelle zuppe), alla salsa di soia (che gustiamo nei ristoranti cinesi), al tamari (salsa fermantata di soia), alle edamane (fave di soia bollite).
La memoria ritorna ai primi anni ’80 del secolo passato, quando la soia era in piena ascesa e si pensava di coltivare questa leguminosa anche in Sicilia.
La soia vuole acqua. Nei primi anni ’80 erano già iniziati i lavori per completare e mettere in rete le circa 50 dighe presenti nella nostra Isola. Il progetto della soia, in Sicilia, non era campato in aria.
Poi non se ne fece più nulla. Anche perché il sistema delle dighe siciliane non è mai stato completato. Tant’è vero che, oggi, molti invasi artificiali, costati per altro un sacco di soldi, fanno solo bella mostra di sé, senza essere utilizzati né per l’agricoltura, né per le città.
Tipiche follie della Sicilia. Super-follie, considerato che quando piove – e nella nostra Isola piove, anche se spesso con piogge torrenziali (L’ECOLOGO SILVANO RIGGIO SOSTIENE CHE LA SICILIA E’ ORMAI ENTRATA NELLA COSIDDETTA ‘BOLLA SAHARIANA’, COME POTETE LEGGERE QUI) – questi invasi artificiali, quando si riempono d’acqua, vengono svuotati gettando l’acqua in mare.
Perché li svuotano? Trattandosi di invasi di fatto abbandonati, per evitare incidenti l’acqua viene eliminata.
Ribadiamo: follie. Perché tutto questo avviene mentre in alcuni luoghi della Sicilia acqua ne arriva poca e, soprattutto, mentre le bollette sono sempre più salate (COME ABBIAMO DOCUMENTATO IN QUESTO SERVIZIO CITANDO I DATI DIFFUSI DALLA FEDERCONSUMATORI SICILIA).
Ma stiamo divagando. Non sono le dighe il tema di questo articolo (anche se poi è inevitabile accennarne).
La nostra considerazione è la seguente: se la Grande distribuzione organizzata – almeno a Palermo – vende gli spaghetti di soia a 31 euro al kg, ebbene, qualcuno che li acquista c’è. Perché in economia, di solito, il prezzo di un prodotto cresce o perché aumenta la domanda, o perché si riduce l’offerta.
Esiste uno studio sul mercato degli spaghetti di soia in Sicilia e in Italia? E visto che nel mondo la soia è, nella stragrande maggioranza, OGM – coltivata tra l’altro a colpi di glifosato – non si potrebbe pensare di coltivarla anche in Sicilia?
Se gli spaghetti di soia di marca si vendono a 31 euro al kg, a che prezzo si potrebbero vendere gli spaghetti di soia prodotta da seme non OGM senza glifosato?
La nostre, ovviamente, sono solo domande.
Da leggere anche:
El costo humano de los agrotóxicos. Come il glifosato sta uccidendo l’Argentina
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