Cari grillini, sul ‘caso’ Fabrizio La Gaipa non è meglio ammettere di avere sbagliato?

15 novembre 2017

Non si può affermare, dopo averlo candidato tra le proprie fila alle elezioni regionali siciliane, che la vicenda di Fabrizio La Gaipa “riguarda la sua persona e la sua impresa, ma non essendo stato eletto non è un rappresentante del MoVimento 5 Stelle”. Signori, in questi casi serietà e coerenza impongono l’assunzione delle proprie responsabilità

Cerchiamo di essere intellettualmente onesti: sul ‘caso’ di Fabrizio La Gaipa, l’imprenditore candidato alle elezioni regionali dal Movimento 5 Stelle nel collegio di Agrigento e finito agli arresti domiciliari, le giustificazioni, chiamiamole così, dei grillini non ci sembrano molto convincenti. Anzi.

“L’arresto di La Gaipa – leggiamo su un post su facebook pubblicato dal Movimento 5 Stelle – è un fatto molto grave che riguarda la sua persona e la sua impresa, ma non essendo stato eletto non è un rappresentante del MoVimento 5 Stelle”.

Non funziona così: il Movimento, quando ha inserito questo personaggio nelle proprie liste, si è assunto una responsabilità politica che, oggi, non può negare. Ci sembra molto più corretto affermare: abbiamo sbagliato, capita! Negare l’evidenza, no, perché così si peggiorano solo le cose.

“Durante il periodo della campagna elettorale e fino a ieri – prosegue la nota dei grillini – nulla risultava a suo carico. La segnalazione ricevuta sul suo conto prima delle elezioni non ha trovato riscontro nel certificato 335, né negli altri documenti che ha prodotto e fornito su nostra richiesta. Durante le elezioni e fino a ieri sul suo conto non risultava assolutamente nulla”.

Il Movimento fa bene a sottolineare questi passaggi: ma questo – lo ribadiamo – non fa venire meno le responsabilità politiche. Sarebbe più corretto aggiungere: noi i controlli sulle persone li facciamo, in buona fede deve esserci sfuggito qualcosa: ce ne assumiamo la responsabilità.

“In ogni caso – leggiamo sempre nel post – anche in questo frangente, il Movimento si dimostra completamente diverso dagli altri partiti”.

E questo è vero e i grillini fanno bene a sottolinearlo.

Ci sono, poi, altri passaggi del post che non ci convincono. Per esempio:

“1) La Gaipa non è stato eletto con il MoVimento 5 Stelle, non è un portavoce e quindi non rappresenta il MoVimento”.

Anche in questo caso, non funziona così: non è stato eletto, non è un portavoce, ma l’avete candidato voi nelle vostre fila. Punto. Allontanare l’amaro calice dopo non si può.

Il secondo punto, invece, ci trova d’accordo:

“2) La Gaipa ha ricevuto immediatamente una sospensione cautelare dai probiviri ed è quindi fuori dal Movimento. Negli altri partiti, invece, gli arrestati determinano la maggioranza all’Ars”.

In questo caso i grillini hanno ragione. Fino ad oggi non ci risulta che le rispettive formazioni politiche abbiano sospeso cautelativamente Cateno De Luca ed Edy Tamajo (quest’ultimo, anzi, viene difeso dal leader del suo partito, Salvatore ‘Totò’ Cardinale).

Aspettiamo di capire, in queste ore, cosa diranno i vertici dei Fratelli d’Italia e della Lega di Salvini sul ‘caso’ di Toni Rizzotto, altro deputato regionale del centrodestra finito nei guai.

Anche il terzo punto non ci convince:

“3) Il MoVimento 5 stelle è l’unica forza politica ad avere un codice etico che, se fosse applicato anche dai vecchi partiti, renderebbe l’Italia un paese migliore”.

La logica: se è ‘esplosa’ la vicenda La Gaipa è evidente che anche il codice etico grillino non ha funzionato bene.

La verità: la Commissione regionale Antimafia, nella passata legislatura, ha discusso ma non approvato un codice etico stringente. Ma, per l’appunto, non è stato approvato. Non ricordiamo una sola forza politica, presente nel Parlamento siciliano nella scorsa legislatura, che si sia stracciata le vesti per la mancata approvazione di questo codice etico. Qualcuno ci può smentire?

“Non possiamo escludere al cento per cento che si avvicinino a noi delle mele marce – ammettono alla fine i grillini – ma, grazie alle nostre regole, possiamo garantire al cento per cento che queste persone non inquinino la prima forza politica del Paese”.

Lo prendiamo come un augurio al quale vogliamo credere con sincerità.

Foto tratta da patti24.it

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