Tony Rizzotto, già esponente del Movimento per l’Autonomia di Raffaele Lombardo, è stato eletto nella nuova Assemblea regionale siciliana nelle file dei leghisti di Salvini in coppia con Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. I suoi guai nel mondo della Formazione professionale erano già noti. ma è stato candidato lo stesso. E siamo a tre…
Dopo Cateno De Luca ed Edy Tamajo, la Giustizia chiama in causa un terzo esponente del centrodestra che ha vinto le elezioni siciliane portando a Palazzo d’Orleans, sede della presidenza della Regione siciliana, Nello Musumeci. Nel mirino dei pubblici ministeri della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo è finito Toni Rizzotto, già esponente del Movimento per l’Autonomia di Raffaele Lombardo, eletto nella nuova Assemblea regionale siciliana sotto il segno della Lega di Salvini in coppia con Giorgia Meloni.
Appena ieri sia Salvini, sia la Meloni si ‘sbuccazziavano’ per criticare i grillini siciliani per il ‘caso’ di Fabrizio La Gaipa, l’imprenditore agrigentino primo dei non eletti nella lista del Movimento 5 Stelle di Agrigento, finito agli arresti domiciliari. Ieri Salvini e la Meloni si gingillavano con la questione morale di qua e la questione morale di là: oggi, invece, la leader di Fratelli d’Italia e il ‘capo’ dei leghisti saranno costretti a commentare un loro deputato messo sotto inchiesta dalla magistratura.
Per Rizzotto, che da anni opera nel complicato mondo della Formazione professionale della Sicilia, il reato contestato è quello di peculato.
La storia la racconta in un articolo con dovizia di particolari LiveSicilia.
Di scena c’è l’ormai solita ipotizzata ‘cresta’ sui fondi della Formazione professionale. Soldi del passato, o meglio, della passata legislatura, quando ancora la Formazione professionale siciliana veniva finanziata. Sono le risorse dell’Avviso 20 del 2011, che l’allora Governo regionale di Raffaele Lombardo ha messo in pista nel 2012.
La scena, lo ribadiamo, è sempre la stessa: soldi che, invece di essere stati utilizzati per pagare i lavoratori, sono finiti chissà dove. Da qui le denunce degli stessi lavoratori, in questo caso dell’Isfordd, l’Istituto formativo per disabili e disadattati sociali. Quindi l’intervento della Regione, attraverso il dipartimento della Formazione professionale. E l’inchiesta della magistratura. Da manuale, ormai.
Anche in questo caso i fatti erano noti da tempo. Si sapeva che Rizzotto era sotto osservazione da parte del dipartimento della Formazione professionale Regione siciliana. Insomma, era tutto noto.
Eppure i vertici del centrodestra siciliano – in questo caso della Lega di Salvini e di Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni – non si sono fatti scrupoli: Rizzotto è andato comunque in lista e ha portato voti alla ‘causa’: un bel deputato all’Ars (lo stesso Rizzotto, per l’appunto) per l’accoppiata Salvini-Meloni e, naturalmente, acqua al mulino di Nello Musumeci.
Come si usa dire dalle nostre parti, prima ammuccamu e poi si viri…
Che dire? Sembra di leggere Dieci piccoli indiani, uno dei capolavori di Agatha Christie. Ovviamente una ‘traslazione metaforica’ del capolavoro della grande scrittrice inglese alle vicissitudini della politica siciliana. Ricordiamo che il celebre romanzo della Christie venne pubblicato in Italia con il titolo E poi non rimase nessuno: ed è proprio questo il senso di quello che rischia di succedere alla maggioranza di centrodestra di Musumeci, se è vero che, ad uno ad uno, si teme che se li portino tutti…
Foto tratta da dailymotion.com
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