I protagonisti del centrodestra siciliano somigliano tanto ai porcospini di una celebre metafora di Schopenhauer: vorrebbero stare uniti, ma appena si avvicinano sentono il dolore delle spine e si allontanano… I siciliani hanno percepito le divisioni interne al centrodestra e hanno capito che, una volta eletto Musumeci, inizierebbe la stagione delle risse. Ma la vittoria in Sicilia serve a Berlusconi e a Salvini. E allora…
Sono nervosi, molto nervosi. Fino a qualche settimana fa pensavano di avere la vittoria in tasca. Ma da qualche giorno i conti, per il centrodestra siciliano, non tornano. Da qui i toni accesi e anche offensivi verso gli avversari. Soprattutto verso i grillini. Ecco le parole di Nello Musumeci, candidato alla presidenza della Regione siciliana per il centrodestra:
“I seguaci di Grillo sono fanatici, ignoranti, presuntuosi. Cancelleri mi invita ad un confronto, ma lui non ha mai amministrato neanche un condominio quindi in cosa dovrei confrontarmi con lui? Dopo cinque anni di disamministrazione di questa Regione, non possiamo permetterci di consegnare la Sicilia nella mani di gente improvvisata” (dichiarazione riportata dal quotidiano La Repubblica edizioni locali, in questo articolo).
Con molta probabilità, Musumeci non è più lucidissimo. Altrimenti non avrebbe mai pronunciato simili parole. Che, per altro, non rientrano nel suo stile. Perché se è vero che gli esponenti del Movimento 5 Stelle non sono professioni della politica e dell’amministrazione della cosa pubblica, è altrettanto vero che lui, Musumeci, sta provando a riportare ai vertici della Regione siciliana dei ‘lupi’ che i siciliani conoscono molto bene.
Musumeci ha riunificato, almeno sulla carta, il centrodestra siciliano. Ci sta riproponendo il ‘ciarpame’ del centrodestra siciliano dei primi anni del 2000. Ma ci sta riproponendo, soprattutto, Berlusconi: un bugiardo seriale che i siciliani conoscono benissimo.
‘Mitiche’ le balle berlusconiane sul Ponte sullo Stretto di Messina, strumentalizzazione volgare di un progetto che l’ex Cavaliere ha portato avanti, negli anni passati, quando ha governato l’Italia, per favorire alcuni gruppi imprenditoriali a scapito del Sud.
Adesso Berlusconi ‘minaccia’ di tornare in Sicilia a dar manforte a Musumeci, ormai in evidente difficoltà. Ma sarà un autogol, perché nella nostra Isola nessuno crederà più all’ex Cavaliere e alle sua fandonie.
E della Lega Nord di Salvini – formazione politica che, fino a qualche anno fa, a proposito dei siciliani, ci deliziava con i “Forza Etna” – ne vogliamo parlare? Ad appoggiare la candidatura di Musumeci ci sono anche i leghisti, capeggiati da soggetti che, dopo aver militato con Berlusconi e con i voltagabbana di Angelino Alfano, hanno abbracciato, in Sicilia, la causa del Veneto e della Lombardia…
Ma con che faccia un candidato alla presidenza della Regione siciliana si presenta alleato dei leghisti che sui meridionali e sui siciliani ne hanno dette di tutti i colori? Ci vuole veramente coraggio, onorevole Musumeci!
E che dire degli altri suoi alleati, o presunti tali? O dobbiamo fare finta di non sapere chi è e che cos’ha fatto Gianfranco Miccichè?
Che fa, rimuoviamo – come ha fatto lei, onorevole Musumeci – Raffaele Lombardo e i suoi ‘giannizzeri’ finti autonomisti?
Lei si presenta alleato di due soggetti – Miccichè e Lombardo – che, cinque anni fa, hanno fatto eleggere Rosario Crocetta al suo posto insieme con il PD di Cracolici e Lumia, con l’UDC e con Confindustria Sicilia. Oggi vi ritrovate insieme per reciproca convenienza, non certo perché avete idee politiche comuni sul futuro della Sicilia. E questo si nota.
Lo hanno notato tantissimi siciliani che, fino a prima della presentazione delle liste, avevano tutta l’intenzione di votare per voi. Ma che il 5 novembre non voteranno più per voi.
Onorevole Musumeci, la sua coalizione, oltre ad essere un’armata Brancaleone, ricorda tanto una metafora che il filosofo Arthur Schopenhauer descrive nei i ‘Parerga e Paralipomena‘:
“Una compagnia di porcospini, in una fredda giornata d’inverno, si strinsero vicini, per proteggersi, col calore reciproco, dal rimanere assiderati. Ben presto, però, sentirono il dolore delle spine reciproche; il dolore li costrinse ad allontanarsi di nuovo l’uno dall’altro. Quando poi il bisogno di scaldarsi li portò di nuovo a stare insieme, si ripeté quell’altro malanno; di modo che venivano sballottati avanti e indietro tra due mali: il freddo e il dolore…”.
E così è la coalizione del centrodestra siciliano ‘riunificato’: lei in testa e i vari Miccichè, Lagalla, Romano ci provate ad avvicinarsi: le le vostre stesse spine vi tengono lontani l’uno dall’altro…
Come si può affidare la Regione siciliana a una banda di ‘porcospini infreddoliti’?
Lei, onorevole Musumeci, definisce i grillini “gente improvvisata”. Ma lei e i suoi alleati che garanzie date ai siciliani?
L’avvocato Gaetano Armao, già assessore di riferimento del Governo Lombardo, avrebbe voluto ‘infilarsi’ nel listino per farsi un giro da deputato di Sala d’Ercole. Ed è stato ‘placcato’, non si capisce se da lei, dalla sua coalizione o da entrambi.
Sono seguiti gli strali di Armao, che si era preparato a lungo a questo appuntamento parlamentare con il suo movimento ora indipendentista, ora indignato.
Anche con Forza Italia sono iniziate le prese di distanza. Con lei che ha più volte detto che deciderà in autonomia, da eventuale presidente della Regione.
Il problema – il suo problema, onorevole Musumeci, e il problema della sua coalizione – è che queste cose sono implicite in una corretta e normale alleanza politica. Ma la vostra – lo ribadiamo – non è un’alleanza politica seria, ma una sommatoria informe di interessi contrastanti.
Dietro l’accordo sul suo nome non c’è una solida alleanza politica: c’è solo un male affastellato listone di scopo: volete vincere le elezioni siciliane lei per raggiungere i suoi obiettivi, Gianfranco Miccichè altri obiettivi (la presidenza dell’Ars), Saverio Romano punta a farsi un altro ‘giro’ parlamentare a Roma grazie a quella vergognosa legge elettorale detta Rosatellum, Roberto Lagalla vorrebbe la gestione della sanità, l’UDC di Cesa un assessorato di peso e via continuando.
Ma chi ha grande interesse a vincere le elezioni in Sicilia sono, soprattutto, Berlusconi e Salvini: perché sanno che, vincendo le elezioni nell’Isola, poi vinceranno le elezioni politiche nazionali.
Di fatto, per Berlusconi e Salvini la Sicilia è solo un mezzo per raggiungere un obiettivo politico nazionale. A questi due signori della Sicilia e dei siciliani non gliene può fregare di meno.
Berlusconi e Salvini, della Sicilia, pensano quello che ne pensa Renzi: e, cioè, una terra da ‘saccheggiare’ e ‘spolpare’, proprio come hanno fatto Renzi e il PD dal 2013 ad oggi, svuotando le ‘casse’ della Regione, facendo fallire le ex Province e lasciando i Comuni dell’Isola senza soldi.
E’ sempre di queste ore l’appello di Musumeci agli elettori di centrosinistra (CHE POTETE APPROFONDIRE QUI).
Dice Musumeci agli elettori di centrosinistra: siccome la legge elettorale siciliana prevede il cosiddetto voto disgiunto, per il rinnovo del Parlamento siciliano votatevi pure i vostri candidati, ma per la presidenza della Regione, visto che sono il candidato più forte della vecchia politica, votate per me.
A Roma Berlusconi e Renzi sono alleati. Insieme stanno approvando la già citata quanto pessima legge elettorale Rosatellum, in barba alle prescrizioni della Corte Costituzionale. E poiché Musumeci è l’unico candidato della vecchia politica in grado di battere i grillini, la domanda sorge spontanea:
non è che, per caso, Berlusconi e Renzi, a Roma, si stanno mettendo d’accordo per far confluire almeno una parte dei voti del centrosinistra su Musumeci? Tutti uniti – centrodestra e centrosinistra – per salvare il vecchio sistema dai grillini?
E’ questo, forse, il vero significato politico dell’appello di Musumeci al centrosinistra siciliano?
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