Lo ricorda il dirigente regionale, oggi in pensione, Ino Genchi, che nel novembre del 2013 – insieme con l’allora assessore regionale alla Sanità, Lucia Borsellino, e al dirigente generale, Ignazio Tozzo – ha firmato un decreto che prevedeva il monitoraggio dell’area che si snoda attorno alla discarica. Monitoraggio mai effettuato. Gli abitanti del circondario di Bellolampo hanno ragione a manifestare
I Nuovi Vespri hanno dato notizia del sit-in di un nutrito gruppo di abitanti che vivono nel circondario di Bellolampo, la mega discarica di Palermo ormai più che satura, che si configura come una vera e propria bomba ecologica (QUI L’ARTICOLO CHE ABBIAMO PUBBLICATO DUE GIORNI FA CON ALCUNI ALLEGATI). In realtà, ad essere preoccupati non dovrebbero essere solo gli abitanti del circondario di Bellolampo (Carini, Giardinello, Montelepre, Borgetto, solo per citare alcuni Comuni), ma tutti gli abitanti del capoluogo siciliano, perché questa discarica minaccia, ormai, tutta la città di Palermo e oltre.
La discarica di Bellolampo è una delle rappresentazioni del fallimento amministrativo dell’amministrazione comunale di Palermo di Leoluca Orlando e del presidente della Regione, Rosario Crocetta. Non è un caso se la Corte dei Conti ha messo sotto inchiesta sia Orlando, sia Crocetta per il flop della raccolta differenziata dei rifiuti (QUI L’ARTICOLO).
Questo è avvenuto grazie a una denunci della parlamentare nazionale, Claudia Mannino, che ha inchiodato gli amministratori regionali e del Comune di Palermo alle proprie responsabilità.
I Nuovi Vespri sono in possesso di un documento che dimostra come il Governo della Regione di Rosario Crocetta, pur essendo vincolato, da un documento amministrativo ufficiale a monitorare la presenza di sostanze inquinanti nella discarica di Bellolampo, non lo abbia fatto.
Questo documento amministrativo è molto importante, perché dà forza all’inchiesta della Corte dei Conti sul fallimento della raccolta differenziata a Palermo e in quasi tutta la Sicilia.
Siamo nel novembre del 2013. Già da oltre un anno la discarica di Bellolampo è nell’occhio del ciclone. Nell’agosto dell’anno precedente – agosto 2012 – la discarica si è incendiata per motivi mai chiariti. Per intere settimane i Canadair – gli aerei anfibi utilizzati per spegnere gli incendi – hanno fatto la spola tra il mare e la discarica di Bellolampo per domare le fiamme.
Utilizzare l’acqua di mare per spegnere l’incendio in una discarica non è molto razionale, perché si producono sostanze inquinanti, diossina in testa (COME POTETE LEGGERE QUI).
Insomma, tra inquinamento della discarica di Bellolampo che va avanti dal 1986, tra i danni all’ambiente provocati dall’incendio dell’agosto del 2012, tra fallimento della raccolta differenziata a Palermo (RICORDIAMO CHE IL 21 DICEMBRE DEL 2015 NADIA SPALLITTA HA DENUNCIATO UN FATTO GRAVISSIMO RIPORTATO DA QUESTO BLOG: LO SMANTELLAMENTO DELL’ISOLA ECOLOGICA), sarebbe stato necessario un monitoraggio della discarica di Bellolampo.
Di questo argomento di occupa Ino Genchi, chimico, dirigente tecnico dell’assessorato al Territorio e Ambiente, che nel novembre del 2013, da dirigente del servizio ‘Sicurezza alimentare’ del DASOE (Dipartimento delle Attività Sanitarie ed Osservatorio Epidemiologico), prepara un decreto che prevede, per l’appunto, il monitoraggio di Bellolampo e delle aree limitrofe.
Questo documento – che è agli atti – porta la firma dell’allora assessore regionale alla Salute, Lucia Borsellino, dell’allora dirigente generale del DASOE, Ignazio Tozzo, e dello stesso Genchi.
E importante leggere alcuni passaggi di questo decreto.
Si parla, ad esempio, di controllare l’eventuale presenza di diossina nelle derrate alimentari. Elemento molto importate, questo, perché nella zona sono presenti tante aziende agricole e zootecniche. Quindi controlli sul latte, sui formaggi, sulle uova e via continuando.
Nel decreto di parla dei Comuni di Borgetto, Carini, Giardinello e Montelepre e, in generale, di una “Zona di protezione da sospetta contaminazione da diossine e PCB diossina-simili”.
Nel decreto c’è scritto che bisogna “continuare un’attività di monitoraggio sull’eventuale presenza di sorgenti locali di contaminazione”. Insomma, l’area che si snoda attorno alla discarica di Bellolampo dovrà essere soggetta a “ulteriori controlli sanitari di monitoraggio periodico”.
Sono stati effettuati, dal novembre 2013 ad oggi, questi “controlli sanitari di monitoraggio periodico”?
A rispondere è Ino Genchi, oggi in pensione:
“Nessun controllo da allora ad oggi, per la serie ‘occhio che non vede, cuore che non duole’. Anche questo andrebbe messo nel calderone delle iniziative che si dovrebbero attivare subito”.
P.S.
Il candidato alla presidenza della Regione, Fabrizio Micari, il segretario regionale del PD siciliano, Fausto Raciti, e via continuando con deputati e dirigenti del PD siciliano dovrebbero spiegare ai siciliani cosa hanno intenzione di fare con la gestione dei rifiuti.
Ricordiamo ai Siciliani che il 5 novembre andranno a votare per le elezioni regionali che il PD dell’Isola, fino ad oggi, ha avallato il sistema delle discariche, a Palermo e nel resto della Sicilia.
Tra gli alleati politici di Crocetta e compagni ci sono soggetti che hanno fatto affari e continuano a fare affari con le discariche.
Micari, a proposito dei rifiuti, dovrebbe dire ai suoi elettori che lui intende continuare sulla via seguita da Crocetta e dal PD siciliano, o se punta a cambiare registro.
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