Cosa fare per spendere subito e bene i 15 miliardi di euro di fondi europei destinati alla Sicilia

9 agosto 2017

La Regione siciliana è stata depredata dal 2008 e al 2012 dal Governo regionale Lombardo-PD e, dal 2012 ad oggi, dal Governo regionale Crocetta PD. In questo articolo Beppe De Santis, economista, già sindacalista della CGIL ed esperto in sviluppo locale, illustra, per grandi linee, cosa bisogna fare per utilizzare bene e presti i 15 miliardi di euro di fondi europei della Programmazione 2014-2020

 

di Beppe De Santis

Beppe De Santis, oggi esponente di punta del Movimento Sovranista nazionale, economista ed esperto di sviluppo locale e già sindacalista della CGIL.
De Santis, oggi, è un esponente di punta del Movimento Sovranista che si batte per l’attuazione integrale della Costituzione italiana del 1948. I Sovranisti, per la cronaca, puntano a realizzare tre obiettivi:
l’uscita dell’Italia dall’Italia dall’Unione Europea come ha fatto il Regno Unito;
l’uscita dall’euro e il ripristino della sovranità monetaria;
il ripristino della sovranità nazionale politica e popolare.
In Sicilia i Sovranisti sono tra i promotori del movimento-lista “Noi Siciliani con Busalacchi-Sicilia Libera e Sovrana”. Di questa lista il candidato presidente della Regione è Franco Busalacchi. Tra i designati assessori vi sono l’economista keynesiano, Nino Galloni, e il filosofo, Diego Fusaro.

Senza spesa pubblica, adeguata in quantità e di buona qualità,la Sicilia precipiterà definitivamente nell’abisso della disoccupazione e della povertà.
Questa, semplice e brutale, è la prima verità da ripristinare.
Senza spesa pubblica, senza DOMANDA PUBBLICA AGGREGATA, secondo la classica impostazione keynesiana,la Sicilia è destinata al completo disastro economico e sociale.

Dopo trent’anni di lavaggio del cervello di massa, da parte del pensiero unico neoliberista, è ora di ripristinare i principi elementari di buon funzionamento di una qualsiasi società avanzata.

Il principio numero uno da ripristinare è che il Popolo, la Democrazia, lo Stato sovrano costituzionale devono governare l’ECONOMIA, devono comandare sull’economia, devono brutalmente ingabbiare, regolare, mettere sotto controllo la FINANZA.

Il Finanzcapitalismo globale speculativo, le oligarchie neoliberiste, l’Unione Europea diventata il sistema di potere continentale della trama neoliberista, il sistema di potere rappresentato dall’euro (moneta senza Stato, moneta degli speculatori) hanno devastato i Popoli. In particolare dell’Europa mediterranea. Secondo gli ultimi dati della SVIMEZ, il Mezzogiorno d’Italia registra una condizione economico-sociali pari soltanto alla Grecia. La Sicilia è l’ultima delle Regioni del Sud Italia.

Insomma, per contenere il tracollo finale della Sicilia, e per invertire la rotta,innanzitutto, occorrono soldi pubblici, molti soldi pubblici, da spendere presto e bene.

Il resto è chiacchiera, imbroglio, IMPOSTURA.
Per mettere in sicurezza la Sicilia,occorre battersi su TRE FRONTI contestuali:

1-il conflitto frontale contro il Finanzcapitalismo globale speculativo, con l’uscita dell’Italia, e della Sicilia, dall’Unione Europea e dall’euro;

2-contenere, battere e arrovesciare le politiche austeritarie, centrate sul taglio continuo e voluttuoso della spesa pubblica, a tutto campo, in tutti i modi possibili;

3-spendere presto e bene i soldi pubblici, di cui la Sicilia può disporre, qui e ora, e che consistono essenzialmente nei circa 15 miliardi di euro della cosiddetta PROGRAMMAZIONE COMUNITARIA 2014-2020.

Contro le politiche austeritarie, oltre rimettere i discussione e liquidare i Trattati europei, oltre liquidare il cosiddetto “Fiscal compact”, occorre rimettere in discussione e disobbedire al cosiddetto PATTO DI STABILITA’ INTERNO, in tutta Italia, Regione per Regione,Comune per Comune.

Il Patto di stabilità interno a ciascuna delle Regioni svuota, distrugge, riduce letteralmente a pezzi i Comuni, innanzitutto quelli piccoli e medi, che in Sicilia stanno morendo.
LA SICILIA TUTTA DEVE ESSERE IN PRIMA LINEA IN QUESTA BATTAGLIA PER LIQUIDARE IL PATTO DI STABILITÀ INTERNO, che stà letteralmente distruggendo la millenaria civiltà comunale d’Italia e di Sicilia.

La cosiddetta Programmazione comunitaria 2014-20120 è l’ultimo, pallido residuo di politiche economiche pubbliche, di politiche para-keynesiane, che il neoliberismo non ha potuto ancora definitivamente liquidare e che svolgono anche il ruolo di specchietto delle allodole, di sostituto fragile e aleatorio, di supplente fantasmatico, rispetto alla liquidazione sistemica del ruolo sovrano dello Stato nel governo generale dell’economia e della finanza.

Ciononostante, questi soldi, almeno in termini di competenza, esistono, e possono, debbono essere spesi presto e bene. Queste risorse sono programmate per settenni.

L’attuale settennio riguarda formalmente il periodo programmatorio 2014-2020.
Il termine ultimo dei rendiconti delle spese effettuate è fissato al 31 dicembre 2022.

Per spendere presto e bene questi soldi, essendo già trascorsi gli anni 2014-2015-2016-2017 (senza combinare un granché, in termini di attuazione della spesa), abbiamo a disposizione il periodo 2018-2020, cioè, 3 anni, più altri due anni per completare i rendiconti.

Per l’intera Italia, in particolare, a favore delle Regioni meridionali, sono (sarebbero) disponibili circa 100 miliardi. Per la Sicilia, circa 15 miliardi.

La somma complessiva di circa 15 MLD è il risultato di tre tipi di programmi e fondi:
-i Programmi Operati Regionali siciliani 2014-2020 (PO FESR- infrastrutture e imprese, PO FSE -formazione e lavoro, PSR -sviluppo rurale,FEAMP -pesca);
-la potenziale quota di competenza a favore della Sicilia dei 12 Programmi Operativi Nazionali, che si aggira attorno al 20% delle somme complessive disponibili;
-la quota siciliana del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione nazionale (FCS, ex- FAS, ex-Cassa del Mezzogiorno), destinata alle Regioni meridionali.

Quindi, volenti o nolenti,questi potenziali 15 MLD sono l’unica quota di spesa pubblica disponibile per la Sicilia, oltre i fondi ordinari statali, via via sempre più ridotti, tagliuzzati ed erogati sadicamente col contagocce.

DOBBIAMO USARE, PRESTO E BENE, QUESTI 15 MLD.
Pochi, benedetti e subito.
Non c’è alternativa.
A meno di seguire la logica funesta del “tanto peggio ,tanto meglio”, tipica degli avventurieri e dei cattivi rivoluzionari.

Questi soldi vanno usati, innanzitutto, per promuovere sviluppo produttivo sostenibile. Non sprecati in mille rivoli.

Per la Sicilia,il triangolo virtuoso è certamente: agricoltura e agro-industria di qualità,cultura, turismo di qualità. Al centro l’idea-forza unificante: la rifondazione dello STILE DI VITA MEDITERRANEO, secondo il canone UNESCO, che ha riconosciuto lo stile di vita mediterraneo-tradotto impropriamente in DIETA mediterranea-quale PATRIMONIO CULTURALE IMMATERIALE DELL’INTERA UMANITA’.

Noi del Movimento-Lista “Noi siciliani con Busalacchi-Sicilia Libera e Sovrana”, su questo punto centrale del nostro PROGRAMMA (spendere presto e bene 1 15 MLD della Programmazione 2014-2020), abbiamo idee chiare e una grande esperienza (e competenza), da mettere a disposizione del nostro Popolo.

Nella nostra squadra disponiamo dei migliori specialisti della materia.
Il Dottor Franco Busalacchi, conoscitore e attore incomparabile della Pubblica Amministrazione regionale, è stato, per comune riconoscimento, il più brillante Direttore regionale della Programmazione comunitaria, nel ciclo 2000-2006, quello meglio riuscito, in Sicilia, in termini di risultati e legalità.

Il Centro Studi MEDEA, presieduto dal sottoscritto, e di cui è stato un grande coattore l’architetto Olindo Terrana (vero esperto senior della materia), è stato, per oltre un quindicennio, il motore leader di tutto il MOVIMENTO PER LO SVILUPPO LOCALE di Sicilia. La relativa documentazione, anche quella curriculare, è liberamente reperibile in web.

E’, peraltro, nostra intenzione, data la drammaticità della crisi siciliana e dati i ritardi vergognosi nei tempi e nella qualità di attuazione dell’attuale ciclo di programmazione 20142010, CONCENTRARE IL SISTEMA DI GESTIONE DELL’INTERA PROGRAMMAZIONE 2014-2020 IN UN UNICO ASSESSORATO CHE RISPONDE DIRETTAMENTE ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONALE, per recuperare tempi, efficacia ed efficienza nell’attuazione.

Coniugare, dunque, protesta e progetto; sollevazione e competenza; ribellione e capacità di governo.
Questa la nostra sfida.
CE LA FAREMO.
Lo possiamo giurare sulla testa dei nostri figli.
Ne va del nostro onore.

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