Il paradigma della gestione criminale della legge Finanziaria regionale 2017 è rappresentato dagli incendi che hanno funestato e che continuano a funestare le aree verdi della nostra Isola. I soldi che l’assessore-commissario Baccei ha fatto sparire sono, alla fine, i soldi che mancano per tutelare i boschi. I Comuni senza soldi con la connivenza dell’ANCI Sicilia di Leoluca Orlando
“La Regione siciliana è fallita. Siamo morti e ancora non ce ne siamo accorti. O meglio, c’è chi di questa storia del ‘buco’ del conti della Regione sa tutto. Ha capito tutto la Procura generale della Corte dei Conti per la Sicilia, che infatti vorrebbe, di fatto, il commissariamento della stessa Regione per fallimento acclarato. E sanno tutto anche negli uffici dei piani alti della Ragioneria generale della Regione. Senza la connivenza dei vertici della Ragioneria generale della Regione siciliana l’assessore-commissario del popolo di Renzi in Sicilia, Alessandro Baccei, non avrebbe potuto depredare i soldi dei Siciliani”.
Così parla Beppe De Santis, oggi esponente di punta del Movimento Sovranista nazionale, economista ed esperto di sviluppo locale e già sindacalista della CGIL.
De Santis, oggi, è un esponente di punta del Movimento Sovranista che si batte per l’attuazione integrale della Costituzione italiana del 1948. I Sovranisti, per la cronaca, puntano a realizzare tre obiettivi:
l’uscita dell’Italia dall’Italia dall’Unione Europea come ha fatto il Regno Unito;
l’uscita dall’euro e il ripristino della sovranità monetaria;
il ripristino della sovranità nazionale politica e popolare.
In Sicilia i Sovranisti sono tra i promotori del movimento-lista “Noi Siciliani con Busalacchi-Sicilia Libera e Sovrana”. Di questa lista il candidato presidente della Regione è Franco Busalacchi. Tra i designati assessori vi sono l’economista keynesiano, Nino Galloni, e il filosofo, Diego Fusaro.
De Santis, oggi, prende posizione – con la brutale chiarezza tipica del suo linguaggio – su conti economici della Regione siciliana che, dice, “è la madre di tutte le battaglie”.
“L’ho ribadisco: la Regione siciliana è fallita – sottolinea De Santis -. E i primi a saperlo sono i collaborazionisti del commissario del popolo imposto da Renzi a quel presidente della Regione letteralmente inutile che va sotto il nome di Rosario ‘Saro’ Crocetta”.
“Le cose vanno dette per quelle che sono – precisa l’esponente dei Sovranisti -. Ormai da qualche anno, con la connivenza di una presidenza del Parlamento siciliano il cui livello culturale e politico non è certo superiore a quello di Crocetta, la Regione presenta, di fatto, due Bilanci. C’è il vero Bilancio, fatto con soldi veri, dove vengono inserite le spese effettive e obbligatorie: la sanità, il costo del personale, il costo del Parlamento siciliano, le rate dei mutui e, in generale, le spese di gestione della pubblica amministrazione”
“La seconda parte della legge di stabilità regionale – aggiunge De Santis – è rappresentata dalla Finanziaria. Qui una politica di cialtroni, d’accordo con gli impostori della Ragioneria generale – spesso in disaccordo con il Servizio Bilancio dell’Ars di solito più rigoroso e più puntuale – finanziano capitoli della Finanziaria con soldi che non ci sono”.
“Siamo davanti a un imbroglio contabile senza precedenti – aggiunge De Santis – che, forse, la Corte dei Conti avrebbe dovuto stigmatizzare già qualche anno addietro. Questi ‘banditi’ inseriscono tra i capitoli della Finanziaria soldi che non ci sono chiamandoli con la formula eufemistica ‘accantonamenti negativi’: presunte risorse finanziarie accantonate che dovrebbero arrivare dallo Stato, ma che non ci sono”.
“Il risultato di questa Finanziaria-truffa – dice sempre De Santis – è che ci sono interi settori della pubblica amministrazione regionale lasciati senza soldi. Con pesanti responsabilità, anche penali, come ha giustamente e coraggiosamente denunciato il SI.F.U.S. – il Sindacato del Forestali Uniti per la Stabilizzazione. Questo perché i circa 20 mila operai della Forestale sono le prime vittime di questo raggiro”.
“Gli incendi che hanno funestato e che in queste ore continuano a funestare la Sicilia – afferma sempre De Santis – sono anche la risultante dei fondi per le attività forestali fatti sparire da Baccei con la connivenza ascara della Ragioneria generale della Regione siciliana. Quando i sindacalisti del SI.F.U.S. attaccano l’assessore regionale all’Agricoltura, Antonello Cracolici, hanno perfettamente ragione”.
“E’ l’assessore Cracolici – dice sempre il leader dei Sovranisti in Sicilia – il responsabile politico della ‘disorganizzazione organizzata’ nella gestione del circa 20 mila operai della Forestale. Operai che sono stati avviati al lavoro non ad aprile, come prevede la logica della prevenzione degli incendi, ma a metà giugno e, per giunta a ranghi ridotti, quando era ormai tardi per prevenire gli incendi e, quindi, per scongiurare la devastazione delle aree verdi della Sicilia”.
“Un altro campione della ‘disorganizzazione organizzata’ in materia di prevenzione degli incendi nei boschi della Sicilia – dice ancora De Santis – è il fantasmatico assessore al Territorio e Ambiente, Maurizio Croce, esponente di una delle peggiori congreghe trasformiste della politica italiana: la ‘mitica’ Sicilia Futura, alias Sicilia incendiata, di Salvatore Cardinale, massimamente impegnato a trovare il posto per rieleggere la sua pargola, che ha già occupato gli scranni parlamentari romani lasciando a casa uno dei pochi politici seri della Sicilia, il valoroso Franco Piro”.
“L’assessore Croce – sottolinea con forza De Santis – è il responsabile dello sfascio in cui è stato precipitato il Corpo Forestale della Regione, fatto da personale valido e coraggioso, ma lasciato senza mezzi, praticamente allo sbando”.
“Mi auguro – dice sempre il leader dei Sovransti – che la magistratura faccia luce non solo sugli speculatori che promuovono gli incendi in Sicilia, ma anche sulle responsabilità istituzionali e amministrative di questi disastri ambientali: assessori regionali e burocrati”.
“Ma il problema non è solo nei boschi – afferma ancora De Santis -. Le imposture contabili di Baccei e dei collaborazionisti della Ragioneria generale della Regione stanno penalizzando anche i Comuni della nostra Isola, soprattutto i circa 350 Comuni medi e piccoli, a partire dai Comuni rurali di montagna”.
“Basti pensare – dice ancora il leader dei Sovranisti – che nei primi giorni di agosto, su 340 milioni di euro di Fondo per le Autonomie locali, l’Amministrazione regionale ha erogato solo 50 milioni di euro! Uno scandalo. Una vergogna istituzionale. Come possono quasi 400 Comuni dell’Isola assicurare i servizi essenziali a 5 milioni di cittadini più gli immigrati con appena 50 milioni di euro?”.
“Mi chiedo e chiedo – dice sempre De Santis -: di cosa si occupa il presidente dell’ANCI Sicilia, Leoluca Orlando, rieletto in queste ore ai vertici della stessa Associazione Nazionale dei Comuni Italiani della Sicilia? Non si vergogna, Orlando, a tacere su questi disastri? O è troppo occupato a trovare il candidato dello schieramento politico – il centrosinistra – responsabile dello sfascio totale dell’Isola?”.
“Lo sa Orlando – aggiunge ancora il leader dei Sovranisti – che la Regione non ha ancora erogato ai Comuni i fondi per pagare i precari degli enti locali, di nuovo sotto ricatto del voto nella tornata elettorale in corso? Sono circa 220 milioni di euro scomparsi tra gli ‘accantonamenti negativi’. E che dire dei 115 milioni di euro che i Comuni dovrebbero utilizzare per pagare le rate dei mutui? Scomparsi anche questi”.
“Siamo davanti a una gestione delinquenziale dei conti economici della Regione – conclude De Santis -. E ci chiediamo con quale coraggio la Sezione di controllo della Corte dei Conti ha lasciato passare questa impostura degna dell’Abate Vella di sciasciana memoria”.
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