Nella testa di Casini, che a quanto pare esiste ancora (non ci crederete, ma era a Catania), Giampiero D’Alia dovrebbe prendere il posto di Rosario Crocetta alla guida dell Sicilia. Però attenzione: anche D’Alia, come il PD (partito del quale Crocetta fa parte), si presenta come un possibile candidato ‘discontinuo’ rispetto a Crocetta. Pensate che vi stiamo prendendo in giro? No, questi non scherzano, dicono vero!
Cosa pensavate? Che Pierferdinando Casini non sapeva guidare l’automobile? Vi sbagliate! Nell’edizione on line de La Sicilia di Catania il parlamentare regionale Marco Forzese, racconta che lui e Giampiero D’Alia sono andati a prendere Casini all’aeroporto Fontanarossa “senza auto blu” (e perché avrebbero dovuto avere auto blu se nessuno dei tre ricopre incarichi di governo? boh…) e lo stesso Casini si è messo alla guida dell’automobile. E, tra una curva e un rettilineo, avrebbe deciso che il candidato alla presidenza della Regione siciliana deve essere proprio D’Alia.
Sì, proprio Giampiero D’Alia, quello che quando era ministro, o vice ministro, aveva quasi ‘stabilizzato’ i precari dei Comuni siciliani che oggi sono ancora precari e che, anzi, non sanno nemmeno quando verranno pagati, visto che la Regione siciliana e gli stessi Comuni dell’Isola sono mezzo falliti.
Sì, Giampiero D’Alia, proprio lui, quello che cinque anni fa, quando il centrosinistra siciliano era diviso – tanto per cambiare! – ha preso il toro per le corna e ha detto:
“Il candidato alla presidenza della Regione per il centrosinistra siciliana sarà Rosario Crocetta!”.
Lo hanno preso sul serio. Il resto della ‘Rivoluzione’ crocettiana alla guida della Sicilia i Siciliani la conoscono bene: macerie, macerie, macerie.
Però Casini, D’Alia e Forzese prendono le distanze: pur avendo fatto parte della disastrosa esperienza del Governo Crocetta fino a qualche giorno fa, ora chiedono, anche loro, “discontinuità”.
E che sarebbe il “discontinuo” rispetto a Crocetta? Quello che ha portato Crocetta alla presidenza della Regione!
L’importante è che i Siciliani dimentichino: dimentichino i cinque anni disastrosi del Governo Crocetta e dimentichino che è stato proprio D’Alia a regalare Crocetta alla Sicilia…
“Ma secondo voi D’Alia sarebbe in grado di fare il presidente della Regione?”, grida Casini alle ‘truppe cammellate’ che affollano il convegno dei reduci della DC a Catania. Risposta corale:
“Sì, certo che sì”.
Ci mancherebbe: se l’ha fatto Crocetta, tutti possono fare il presidente della Regione: persino quello che, cinque anni fa, da vero ‘talent scout’ della politica siciliana, ha scoperto il ‘genio’ di Crocetta…
Leggiamo sempre su La Sicilia on line una reboante dichiarazione di Forzese:
“Abbiamo i numeri e la forza per affrontare le regionali da protagonisti. Siamo pronti a lanciare un nostro candidato governatore e D’Alia ha tutte le carte in regole per questa sfida importante”.
Gli fa eco Giovanni Pistorio, che è passato dalla DC al CCD, con qualche virata nel CDU, per poi approdare nell’UDC prima di trasmigrare tra gli ‘autonomisti’ di Raffaele Lombardo, da dove è tornato nell’UDC fino a prima che non sparisse il simbolo, oggi assieme a D’Alia in uno schieramento centrista:
“Siamo una classe dirigente corretta, competente e responsabile. Siamo i migliori”.
Sempre modesto, Giovanni Pistorio, messo alla porta da Crocetta che se lo teneva nel Governo regionale fino a quando ha letto un’intercettazione dove, a quanto pare, l’ormai ex assessore in un forbito linguaggio da slum ha descritto il rapporto tra Rosario da Gela, Filicudi e gli aliscafi…
In effetti, solo uno “migliore” come Pistorio poteva pensare di cedere all’ANAS – che sta per finire nelle ‘fauci’ delle Ferrovie – il Consorzio Autostrade Siciliane (CAS): che colpo di genio!
Ma come si dovrebbe candidare D’Alia alla guida della Sicilia? Da solo?
Giammai, dice Casini. Che aggiunge:
“Mettetevi tutti attorno a un tavolo e…”.
Tutti chi? Tutti i centristi, naturalmente. Anche il Ministro Angelino Alfano? Certo, ci mancherebbe. Dove si immaginano le poltrone come fa a mancare Alfano?
Però c’è un però. Giampiero D’Alia è pur sempre quello che ha fatto ‘ingoiare’ Crocetta a mezzo PD che, cinque anni fa, non ne voleva sapere manco a brodo dell’ex sindaco di Gela. Insomma Giampiero deve restare alleato del PD. Anche perché, il PD siciliano, non avendo nemmeno una mezza faccia in grado di attirare consensi, alla fine, perso per perso, potrebbe sempre dire a D’Alia in perfetto siciliano:
“Talè, va falla tu ‘sta malafiura!” (traduzione: “Se dobbiamo perdere, meglio perdere con D’Alia che con un nostro candidato).
E come la mettiamo con Angelino che ha lasciato Forza Italia per allearsi con il PD e che adesso ha rotto con il PD restando ministro nel Governo del PD?
Vabbé, dice Casini con la mano che si muove, contemporaneamente, con un moto di rotazione e con un moto di rivoluzione:
“Una soluzione si trova”.
Figuriamoci se una soluzione trasformista non si trova a Catania, nella città dove visse Federico De Roberto e dei suoi Vicerè…
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