Ancora una volta, l’Unione europea abbandona l’Italia al suo destino. Piovono critiche su Macron “l’europeista”. Che però, tutela i francesi. E gli italiani, chi li tutelerà?
Cronaca di una disfatta annunciata: mentre l’Onu prevede che i flussi di migranti in arrivo dalla Libia non diminuiranno, la Francia e la Spagna dicono all’Italia che non hanno nessuna intenzione di aprire i loro porti alle navi Ong che prestano soccorso ai migranti nel Mediterraneo.
Di fatto, l’accordo di cui si è vociferato ieri, non c’è. O comunque riguarda aspetti secondari. Che, tra l’altro, devono ancora superare il vaglio del vertice che si terrà in Estonia giovedì prossimo.
Un pacca sulle spalle all’Italia e via. Siamo alle solite, insomma.
Tutti i giornali stamattina dedicano grande spazio a questa notizia. C’è chi finge sorpresa e si dice deluso dall’europeista Macron (colui che avrebbe dovuto salvare l’Unione europea) e chi sottolinea come l’appartenenza dell’Italia all’Unione europea perda sempre più senso.
Tra le varie opinioni, interessante anche quella di chi ricorda che Macron prima di essere europeista, è chiamato a tutelare gli interessi e la sicurezza dei francesi. Che, va da sé, non vedrebbero di buon occhio l’arrivo indiscriminato e incontrollato di migranti.
Una domanda sorge spontanea: se Macron tutela i francesi, chi tutela gli italiani?
Cosa farà il governo Gentiloni dinnanzi all’ennesimo schiaffo europeo? Continueremo a subire un Unione europea che ci impone l’austerirty e che non c’è quando dovrebbe esserci? Possibile che solo il nostro Paese abbia perso di vista gli interessi del popolo italiano? Possibile che solo l’Italia abbia rinunciato del tutto alla sua sovranità? Cui prodest?
La verità è che un bilancio sull’adesione dell’Italia all’Unione europea non è più rinviabile. Numeri alla mano, il professor Ernesto Screpanti, ci ha dimostrato come il nostro Paese si sia solo impoverito da quando è entrato in vigore l’euro.
E che la perdita di sovranità è servita solo a fare arricchire ulteriormente le oligarchie finanziarie che hanno preso in mano l’Unione europea distruggendo buona parte delle democrazia (quasi tutti i popoli europei stanno subendo queste politiche che negli anni hanno distrutto il welfare e che hanno fatto aumentare povertà e disoccupazione).
Cos’altro dobbiamo vedere ancora?
Per inciso, inutile aspettarsi qualcosa dal vertice di Tallin. Lo dice chiaramente il ministro degli Interni estone Andres Anvelt, che il 6 e 7 luglio guiderà la riunione: “All’Italia non daremo nessuna risposta, nessuna decisione ufficiale può essere presa in una riunione informale”. Certamente, ha aggiunto, “ascolteremo per capire come affrontare la questione della protezione delle frontiere, dei porti e le relazioni con la Libia”.
Non ci sarà nulla di concreto. A parte un’altra estate caldissima sul fronte degli arrivi che investirà in pieno i porti siciliani.
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