Sì della commissione Esteri del Senato al CETA. Di fatto, è un sì al grano duro canadese…

29 giugno 2017

Con il favore del caldo – nella speranza che la gente non scenda in piazza – il Senato del presidente Piero Grasso si prepara ad approvare il CETA, il trattato internazionale che costringerà gli italiani a mangiare il grano duro canadese piano di glifosato e micotossine. Assestando il colpo di grazia al grano duro del Sud Italia. Siamo alla follia. Ma tant’è

Incredibile, ma vero. Nonostante le proteste di agricoltori e cittadini comuni la commissione esteri del Senato ha approvato il CETA, il contestatissimo trattato sul libero scambio tra Unione Europea e Canada. Quindici senatori hanno votato sì, se senatori hanno votato no. Nei prossimi giorni il provvedimento passerà all’aula del Senato per l’approvazione definitiva. Poi il provvedimento passerà alla Camera.

Il passaggio più delicato, per un trattato commerciale internazionale che avrà effetti devastanti per il grano duro del Mezzogiorno d’Italia (ma anche per i produttori di prosciutto crudo del Centro Nord Italia), è il Senato. E’ al Senato che la maggioranza di centrosinistra potrebbe avere problemi: ma in aiuto del Governo Gentiloni (e quindi del PD di Renzi) – lo si è visto già in commissione Esteri – è già pronta Forza Italia…

Insomma: in commissione Esteri è andato in scena un anticipo di quello che potrebbe avvenire nei prossimi giorni nell’Aula del Senato: l’accordo tra PD e Berlusconi (nella foto sopra i nomi dei senatori che hanno votato sì al CETA).

Hanno votato a favore del CETA, infatti, il PD e Forza Italia. Contrari i senatori del Movimento 5 Stelle, Sinistra Italiana, Misto e Lega.

Ambiguo il comportamento di Mdp-Articolo 1: i senatori degli scissionisti del PD non hanno partecipato al voto. Particolare che non è sfuggito ai promotori di una protesta che si è svolta in contemporanea in piazza del Pantheon.

In questo momento l’Italia è l’unico Paese dell’Unione Europea che sta accelerando sul CETA. Con molta probabilità, il Governo Gentiloni teme che i tanti soggetti che si sono già schierati contro il CETA – Coldiretti, Adusbef, Movimento Consumatori, Arci, Greenpeace, Legambiente, Slow Food, Fair Watch e Federconsumatori – decidano di scendere in piazza in modo massiccio.

Non è un caso che il Senato – che con la gestione del presidente Piero Grasso (ovviamente per la parte governativa) è diventato ‘cinghia di trasmissione’ degli interessi del Governo – abbia scelto la fine di giugno-luglio per ‘chiudere’ l’operazione CETA e assoggettare l’Italia agli interessi delle multinazionali.

Le cronache di queste ore registrano una dichiarazione del segretario nazionale della CGIL, Susanna Camusso:

“Non c’è alcuna urgenza per approvare il CETA”. Un trattato, ha aggiunto la Camusso, che “danneggerebbe fortemente la nostra economia e i nostri lavoratori. Sarebbe invece opportuno che si desse occasione ai cittadini, ai lavoratori, alla società civile e alle parti sociali di esprimere le loro opinioni e perplessità su questo trattato, che interferisce non solo sull’import e sull’export del nostro Paese, ma sulla vita e sul lavoro delle persone”.

Sul Manifesto Peppe De Cristofaro, di Sinistra Italiana, precisa:

“Il CETA riguarda formalmente solo il Canada, ma in realtà apre le porte anche alle 40 mila filiali canadesi delle aziende statunitensi e dunque a tutte le grandi multinazionali. Mette a rischio decine di migliaia di posti di lavoro, abbassa i controlli sulla qualità dei prodotti agricoli, apre la porta all’uso di elementi letali per la salute, danneggia in modo molto grave l’agricoltura italiana”.

All’attacco anche i grillini:

“Questo trattato non è altro che un Ttip mascherato, visto che le più grandi multinazionali statunitensi hanno una sede in Canada e gli Usa hanno già un accordo di libero scambio con il Canada, il Nafta. Chiediamo che il Governo del PD ci ripensi e fermi subito questo trattato, viste anche le perplessità della sua stessa maggioranza. È sufficiente che un solo Parlamento nazionale voti contro la ratifica dell’accordo per farlo decadere in tutta Europa”.

Contro il CETA anche Fratelli d’Italia e la Lega di Salvini.

“Il CETA danneggerà pesantemente il Made in Italy agroalimentare e le nostre produzioni di qualità, dice Giorgia Meloni. Uguali le critiche di Salvini.

Incredibili – non troviamo altre parole! – le dichiarazioni del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e del presidente della commissione Esteri, casini.

Per Mattarella, il CETAm è “un grande passo avanti di collaborazione concreta ed è importante per l’economia del Canada e della UE”. A suo dire la globalizzazione dei commerci veicola “pace e collaborazione politica”.

“Lega e 5 stelle stanno facendo una gigantesca campagna di disinformazione – sostiene Pierferdinando Casini, presidente della Commissione Esteri del Senato -. Rimane intatto il principio di precauzione che esiste nell’ordinamento UE e non si incide sulle restrizioni che ci sono in Europa sulla carne agli ormoni o sugli Ogm”.

E del grano duro canadese piano di glifosato e micotossine che ne facciamo?

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Le denunce di GranoSalus, il sistema CETA, le navi al veleno e la pasta al glifosato e alle micotossine ‘made in Italy’…

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