In una nota scritta sulla propria pagina facebook, la dottoressa Anna Rosa Corsello, già dirigente generale dei dipartimenti Formazione professionale e Lavoro della Regione siciliana, ricorda i “commenti e le insinuazioni offensive” che hanno accompagnato la sua vita in questi anni. E non risparmia critiche ai rappresentanti della Regione che “non hanno speso una sola parola per difendere la mia onorabilità”
L’ex dirigente generale dei dipartimenti regionali della Formazione professionale e del Lavoro, Anna Rosa Corsello, è stata completamente scagionata dall’inchiesta sul cosiddetto click-day.
Lo leggiamo su un lancio dell’ANSA:
“Il gip Gabriella Natale ha archiviato l’inchiesta a carico della dirigente regionale Anna Rosa Corsello sulla gestione del cosiddetto click-day, il progetto dell’assessorato regionale alla Formazione che avrebbe dovuto mettere in contatto giovani disoccupati e imprese. Il piano saltò perché il sistema informatico andò in tilt per l’eccesso di richieste”.
La dottoressa Corsello, “accusata di abuso d’ufficio, è assistita dagli avvocati Salvatore Modica e Salvatore Tamburo. Al centro dell’indagine c’era l’affidamento diretto del servizio informatico, assegnato alla Ett. Lo stesso pm, Piero Padova, aveva chiesto l’archiviazione. E’ caduta quindi la tesi che la dirigente avrebbe favorito la Ett per un rapporto di lavoro della figlia (un contratto a progetto) con la società. La scelta della azienda sarebbe stata consentita dalla legge che permette l’affidamento diretto in presenza di servizi che richiedono particolari competenze: la Ett aveva già predisposto un sistema di software per la Regione e l’affidamento a una terza società sarebbe stato antieconomico”.
Su questa vicenda la dottoressa Corsello era stata anche convocata dalla quinta commissione legislativa dell’Ars.
Amaro il commento della stessa Anna Rosa Corsello che, sulla propria pagina fecebook scrive:
“Scorrono nella mia mente gli articoli dei giornali, i commenti, le insinuazioni offensive e tutto il resto per un presunto reato che, come si evince dal decreto di archiviazione, non ho mai commesso, così come gli altri a me addebitati. Chi mi ripagherà per i danni morali e d’immagine ingiustamente subiti? E del processo sommario cui sono stata sottoposta? E del pubblico ludibrio per questa e per le altre colpe che mi sono state attribuite?”.
“La sola cosa di cui sono davvero responsabile – conclude l’ex dirigente generale della Regione siciliana – è quella di avere dedicato gran parte della mia vita all’Amministrazione regionale, i cui rappresentanti non hanno speso una sola parola per difendere la mia onorabilità”.
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