Ed eccoci arrivati ad uno dei capitoli piu’ controversi del sistema Sicilia. Abusi, corruzione, spreco di risorse, macelleria sociale. Per un settore che, se ben gestito, potrebbe portare ricchezza…
Procediamo con la pubblicazione del programma di governo del candidato alla Presidenza della Regione, Franco Busalacchi (qui il suo curriculum, in calce i precedenti capitoli). Siamo arrivati ad un punto cruciale: la Formazione professionale.
di Franco Busalacchi
Se volessimo dare una raffigurazione precisa della capacità corruttiva della mala politica siciliana e della complicità che soggetti privati hanno fornito e sono pronti ancora a fornire a questa politica delinquenziale, basterebbe descrivere la parabola della formazione professionale in Sicilia. “Soldi mansi”, si dice dalle nostre parti, dove il corruttore e il corrotto, il concussore e il concusso si distinguono appena. Enti fasulli, corsi fasulli, esami fasulli, professori fasulli, alunni fasulli, fatture false, elenchi di morti spacciati per vivi, insomma, uno scenario che solo una regia visionaria e criminale può immaginare e realizzare. Solo gli arricchimenti di politici e collusi assortiti sono veri. Politici presi con le mani nel sacco, tangenti a go go, insomma chi più può truffare, ingannare, rubare, rubi, truffi e inganni. Arricchitevi!! Tanto paga Pantalone. E’ difficile in questo verminaio distinguere tra carnefici e vittime, al netto, ovviamente,del povero contribuente.
Tutti in misura più o meno grave hanno tradito. All’ultimissima infornata di politici, quelli che oggi sono al governo, seppure non difetta la fame mancano il coraggio di tradire e la testa per farlo meglio dei loro predecessori colti col sorcio in bocca. Tutti tra un avviso e un ricorso, annaspano alla ricerca di una soluzione che tenga in piedi il baraccone e consenta la prosecuzione del magna magna senza troppi rischi. E’ una fortuna? Forse lo sarebbe, se i finanziamenti fossero congelati in attesa che una nuova politica lavori per l’interesse pubblico e non per quello dei politici nostrani. Non va così, perché di fronte alla stasi operativa dei lori ascari siciliani, i politici nazionali fanno prendere ai finanziamenti altre strade, causando un danno gravissimo alla Regione, alla Sicilia e ai Siciliani. Tutte cose documentabili e documentate che saranno portate nelle naturali sedi di giudizio. Ma questa è un’altra storia. In ogni caso è arrivato il momento di farla finita.
Una cosa dovrebbe saltare all’occhio dei cittadini responsabili. Ed è questa.
E’ inconcepibile che un settore fondamentale per il progresso economico e sociale, un settore che assorbe considerevoli quantità di denaro pubblico venga lasciato alla gestione privata. Eppure è così. Si sono costruiti imperi economico e potenze politiche speculando su questo settore. Un mondo corruttivo e corrotto è nato e ha prosperato. E’ ora di dire basta. La Regione, le Università, le categorie produttive, i sindacati devono farsi cario di questa componente essenziale del sistema educativo e formativo. Sarà costruito con l’intervento di quei soggetti di riferimento che ci vorranno stare un unico ente pubblico per la formazione professionale in Sicilia (ripeto pubblico, non la solita partecipata mangiasoldi, assumi parenti e amici e guidata da tromboni e trombati), nel quale confluiranno i finanziamenti pubblici dedicati della UE, dallo Stato e dalla Regione e gli eventuali concorsi privati. Se ci sarò io al governo della Regione non sarà un carrozzone. Sarà guidato da soggetti che abbiano dato ampia prova di competenza, correttezza e managerialità. I formatori storici e gli amministrativi saranno coinvolti nel processo formativo, ciascuno secondo la propria professionalità acquisita. Altre professionalità saranno reperite in perfetta trasparenza, per adeguare l’offerta formativa alle esigenze reali e ai tempi del mercato del lavoro.
Accanto a questo Ente generalista dotato di competenze di livello regionale. ma articolato su base provinciale, saranno costituiti due o più Collegi europei di altissima specializzazione che formeranno le nuove generazioni di giovani professionisti del diritto europeo e internazionale.
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