Se i ‘Grandi della Terra’, il 26 e il 27 maggio, celebreranno “il periodico rituale di affermazione della loro potenza sotto la veste di garanti della pace mondiale”, i protagonisti della contromanifestazione saranno a Giardini Naxos per dare voce “a tutti quelli che, da questo vertice, vengono ignorati, ma che vivono sulla propria pelle le sperequazioni economiche, il peso della crisi e la rapina delle risorse”
Si avvicina la due giorni del G7 di Taormina. In vista di questa data, c’è chi si occupa di appalti e chi, invece, crede ancora nei valori che un tempo erano il patrimonio – ad esempio – della sinistra di Pio La Torre. Oggi La Torre non c’è più, e non c’è nemmeno la sinistra che si opponeva ai missili Cruise.
Gli americani hanno piazzato in Sicilia anche il MUOS, uno strumento militare. Ci sono i No MUOS, ma tra questi non cui sono gli eredi del PCI di La Torre, sostituiti da un partito – il PD – che si è guardato bene dal contestare il Sistema di comunicazioni satellitari e militari ad alta frequenza destito dal Dipartimento della difesa degli Stati Uniti.
In Sicilia qualcosa della grande stagione di lotte per la pace è rimasta: per esempio, il Movimento No G7 Sicilia. Che in un comunicato scrive:
“Nei giorni 26 e 27 maggio si terrà a Taormina il G7, i ‘Grandi della terra’ (inclusi capi di Stato dichiaratamente xenofobi come Donald Trump) celebreranno il periodico rituale di affermazione della loro potenza sotto la veste di garanti della pace mondiale. Si riuniranno per discutere di crisi economica, conflitti internazionali, energia, ambiente, clima, sicurezza e migrazioni. Anche questo summit avverrà in un contesto internazionale di impoverimento, di crescita delle disuguaglianze sociali, riarmo e conflitti incontrollati”.
“La Sicilia – prosegue il comunicato – è stata scelta ufficialmente per ‘sfatare la fama di terra di mafia’ (Renzi 2016). Ma siamo anche terra di colonialismo militare americano, la terra di Sigonella, di Birgi, del MUOS costruito in violazione di leggi ambientali e normativa antimafia, siamo una terra violata, una terra di disoccupazione e sfruttamento del lavoro, una terra di migrazione e di accoglienza dei migranti respinti dai ‘Grandi’ a tutte le frontiere”.
“A Taormina ci saremo anche noi – dicono i militanti del Movimento No G7 -. Saremo in tanti, per una grande manifestazione popolare, con le famiglie dei disoccupati e precari, delle precarie e disoccupate (la maggioranza), con i/le migranti, con i/le malati/e vittime dell’inquinamento ambientale, con le associazioni antirazziste e ambientaliste, con i sindacati e i partiti, con tanta gente. Saremo a Giardini Naxos per dare voce a tutti quelli che, da questo vertice, vengono ignorati, ma che vivono sulla propria pelle le sperequazioni economiche, il peso della crisi e la rapina delle risorse”.
“Saremo lì – si legge sempre nel comunicato – e invitiamo tutti/e a partecipare ad una due giorni di mobilitazione a Giardini, in cui discuteremo i medesimi temi del G7 dal punto di vista di chi le politiche le subisce e vuole dire la sua parola. Il 26 maggio a Giardini (ore 10,00-18,00) sono previsti 4 tavoli tematici (crisi economica e lavoro; migrazioni e militarizzazione; diritti civili e conflitti di genere; beni comuni e difesa ambientale) che confluiranno in una grande plenaria. E il 27 maggio ci sarà il corteo che, dal concentramento alle ore 14,00 nella piazza di Recanati (Giardini), percorrerà il lungomare di Giardini”.
“Per la Sicilia che vogliamo. Per il mondo che vogliamo”, conclude il comunicato.
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