La Sicilia tra Separatismo, Secessionismo, Indipendentismo e Autonomia – Terza puntata

10 aprile 2017

La liberazione della Sicilia non è un problema giuridico: è un problema politico. In questa terza parte del mio ragionamento proverò a illustrare come risolvere questo problema. Si tratta di mettere insieme una serie di iniziative che potrebbero o non potrebbero essere accettate dallo Stato centrale. Eccole

Avevo concluso la seconda parte della mia riflessione (che potete leggere qui) con una notazione, questa:

“La questione fondamentale sembra dunque essere il fatto che non ci troviamo di fronte ad un problema “giuridico”, bensì al cospetto di un problema “politico”.

E mi ponevo quindi la domanda: come si risolve?

A mio avviso, dando per avvenuta l’elezione di un Presidente della Regione che intenda affrontare e risolvere una volta per tutte la questione, la strada politicamente corretta e anche la più efficace è la seguente:

1) Predisposizione da parte del Presidente della Regione eletto di un documento in cui saranno elencate, illustrate e dimostrate le prevaricazioni e i soprusi che lo Stato italiano repubblicano ha perpetrato ai danni della Sicilia come comunità e alla Regione come istituzione. Il documento conterrà altresì una accurata disamina delle ricchezze sottratte illegittimamente alla Sicilia e delle prerogative non rispettate da uno Stato che, appena un attimo dopo la pubblicazione dello Statuto speciale, ha ripreso a trattarci come facevano i Savoia, cioè una colonia da sfruttare.

Il documento sarà la dimostrazione di fatto e di diritto che esistono tutte le condizioni perché venga applicato in danno dello Stato italiano e in favore della comunità siciliana il principio di autodeterminazione dei popoli e si concluderà con la motivata richiesta allo stesso Stato italiano di riconoscere la nostra indipendenza e alla più vasta platea delle organizzazioni internazionali e degli Stati di appoggiare la secessione del popolo-territorio siciliano in sede internazionale.

2) Presentazione ed illustrazione del documento al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri e ai Presidenti delle due Camere.

3) Invio sotto forma di ricorso del documento alla Corte Costituzionale.

4) Consegna e illustrazione del documento a tutti gli Organismi internazionali (ONU, Consiglio d’Europa, etc.) e a tutte le Corti internazionali di giustizia.

E’ chiaro che, di fronte a questo ventaglio di rivendicazioni, ci sono da attendersi diverse ipotizzabili reazioni dei soggetti di cui sopra. Ne enumero alcune che, temo, non esauriscono lo scenario possibile.

(A) ipotesi apertura di negoziati circa:
a) riconoscimento dell’indipendenza della Sicilia senza federazione con lo Stato italiano;
b) riconoscimento dell’indipendenza della Sicilia a condizione che si federi con lo Stato italiano;
c) riconoscimento integrale e immediata attribuzione di tutti i diritti e di tutte le prerogative statutarie per come declinate nel documento di denuncia e riaffermazione della assoluta autonomia della Regione;
d) proposta di graduali negoziazioni parziali circoscritte a singoli punti.

B)
a) ipotesi di chiusura netta in toto;
b) ipotesi di chiusura su determinati su punti e di concessioni su altri.

Ogni determinazione circa quale forma di reazione dovrà essere adottata in primo luogo nei confronti dello Stato italiano sarà adottata dal governo regionale, dopo un apposito referendum.

(Fine terza puntata/ continua)

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