Il professore Roberto Lagalla, già rettore dell’Università di Palermo, già assessore regionale alla Sanità al tempo in cui al Governo della Sicilia c’era Totò Cuffaro, assicura che la sua è un’autocandidatura senza sponsor e senza padrini. C’è da crederci? Questo blog della sua candidatura alla presidenza della Regione ha scritto nel novembre del 2015, in tempi non sospetti. Ma solo soletto proprio non riusciamo a immaginarlo…
Come definire i tanti che hanno letto il salvataggio incrociato di Lotti-Minzolini come una prova tecnica di gross koalitionen?
Secondo me si tratta di malati di sindrome complottistica che, nel loro delirio, hanno trovato subito un riscontro in Sicilia. Secondo questi soggetti, si sarebbe riaperto il ‘Laboratorio politico siciliano’, con l’autocandidatura dell’ex Rettore dell’Università di Palermo ed ex assessore alla Sanità della Giunta guidata da Totò Cuffaro, uscito di scena, ma non dal teatro della politica, per una pesante condanna per mafia. Sto parlano di Roberto Lagalla, un bravissimo medico e docente universitario che, evidentemente, non trova un pieno e completo appagamento professionale e spirituale nell’esercizio della più nobile e salvifica missione laica, quella, appunto, di medico.
E’ un vero spreco di talento e capacità professionale, ancorché consumato in nome di un obbiettivo più alto, salvare tutti i siciliani, allontanandoli dal baratro nel quale la cattiva politica li sta per fare cadere.
L’autocandidatura di Lagalla, per come ci assicura lui stesso, è senza sponsor e senza padrini. Un gesto d’amore puro e sublime. Anche lui quindi si avvia donchisciottescamente verso un risultato da prefisso telefonico? Lo credete possibile?
Personalmente lo trovo improbabile. E’ una candidatura certamente accattivante e autorevole, il mio blog lo ha anticipato in tempi non sospetti, per la precisione nel novembre del 2015 (come potete leggere qui).
Una candidatura accattivante, quella di Lagalla, per l’estrema banalità, duttilità ed elasticità del programma, che contiene tutto e quindi non privilegia nulla, una notte nera in cui tutte le vacche sono nere, una caligine in cui tutti si possono ritrovare e perdersi. Una candidatura tanto autorevole da poter essere senza alcuna difficoltà rappresentativa – sempre in nome del superiore interesse della nostra Regione – di tutte le anime perdute che questa Sicilia ha trascinato all’inferno.
Sono sicuro che, di fronte a questo sacrificio personale, destra, centro e sinistra riporranno le armi, si abbracceranno e troveranno un equilibrio in cui, all’insaputa di Lagalla, si ritroveranno, tutti insieme appassionatamente: i cuffariani, i cantierini popolari, gli DC//CD, i Papi e i Cardinali, il Miccichè, il Cracolici, il Raciti, le galline Faraone e le gallinelle d’acqua.
Di fronte a questo abbraccio ecumenico, affettuoso e disinteressato che farà Lagalla?
Io lo so. Dirà: “No grazie! Io ballo da solo”.
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