“Un populu diventa poviru e servu quannu ci arrubbanu a lingua” diceva il grande Ignazio Buttitta. L’Accademia, nata su iniziativa di 60 Siciliani (studiosi, poeti, cantautori e semplici appassionati) si prefigge di diffondere le regole basilari della grammatica della nostra lingua
“La lingua è un fattore base per l’autonomia culturale e quest’ultima è la matrice della libertà, dell’indipendenza e del riscatto sociale ed economico di un popolo. E la cancellazione dell’autonomia culturale è alla base di ogni colonialismo”. Parole sacre quelle dell’architetto sardo, Antoni Simon Mossa che rispecchiano una teoria ampiamente condivisa da tutti i grandi pensatori che nella lingua di un popolo vedono la loro identità culturale, la salvaguardia delle tradizioni, oltre che della propria libertà.
Come non ricordare il grande Ignazio Buttitta (scomparso nel 1997) che a proposito aveva una idea precisa:
Un populu mittitilu a catina spughiatilu
attuppatici a vucca è ancora libiru.
Livatici u travagghiu u passaportu
a tavula unnu mancia u lettu unnu dormi,
è ancora riccu.
Un populu diventa poviru e servu
quannu ci arrubbanu a lingua
addutata di patri:è persu pi sempri.
In un certo senso, in Sicilia siamo fortunati. Sono pochi i Siciliani che non amano e non parlano la loro lingua. Ma in molti la considerano ancora un dialetto, tanto che sulle regole grammaticali regna ancora la confusione. La lingua Siciliana, riconosciuta come tale anche dall’Unesco, è un patrimonio culturale che va difeso e la cui conoscenza va diffusa assegnandole la nobiltà che merita.
Con questo obiettivo, è nata, finalmente, l’Accademia della Lingua Siciliana, grazie all’iniziativa di 60 Siciliani che sabato scorso l’hanno battezzata. Sono per lo più studiosi, poeti, cantautori, presidenti di associazioni ma anche amministratori di gruppi facebook e semplici appassionati.
Nel comunicato in cui ci informano dell’iniziativa si ricorda un evento: “Il 21 febbraio del 1952 alcuni studenti furono uccisi dalla polizia a Dacca, la capitale dell’attuale Bangladesh, mentre manifestavano per chiedere allo stato pakistano (di cui il Bangladesh allora faceva parte) il riconoscimento ufficiale della loro lingua, il bengalese. Dal 2000 l’UNESCO celebra ogni anno proprio in questa data la Giornata Internazionale della Lingua Madre. L’Accademia della Lingua Siciliana ha scelto questa Giornata per dare l’annuncio della sua fondazione, avvenuta lo scorso sabato 18 febbraio a Caltanissetta”.
Le finalità dell’Accademia sono espresse nel suo Manifesto fondativo dove si legge che:
” L’Accademia ha come sua finalità iniziale ed immediata quella di aggregare quanti più poeti, cantautori, studiosi, appassionati di lingua siciliana, associazioni culturali, persone che, a vario titolo, si occupano direttamente o indirettamente di lingua siciliana, attorno a poche e ovvie regole ortografiche e grammaticali condivise per poter offrire al sempre più crescente numero di siciliani che cominciano a usare, soprattutto sui social ma non solo, la lingua siciliana scritta (per semplici post e commenti ma anche per scrivere poesie, nomi di esercizi commerciali, testi e slogan pubblicitari etc.) un punto di riferimento al fine di evitare di commettere errori grossolani.
Non rientra fra le finalità immediate dell’Accademia quella di proporre una standardizzazione rigida della lingua siciliana, pur non escludendo, nel futuro, ove le condizioni fossero favorevoli, la possibilità di una operazione del genere.
L’Accademia, contestualmente all’annuncio della sua fondazione, dirama un primo nucleo di sei consigli ortografici e grammaticali validi per chi volesse scrivere in lingua siciliana:
1. Si consiglia di scrivere l’articolo determinativo per intero: LA, LU, LI. Se si dovesse optare per scriverlo, per esempio in discorsi diretti (o per qualsiasi altra ragione), nella sua forma abbreviata, si metta il segno grafico ‘ e lo si metta nel posto giusto, cioè dove è caduta la consonante: ‘A, ‘U, ‘I. E’ grave errore scrivere A’, U’, I’ !!!
2. E’ assolutamente da evitare l’uso di particolarismi locali: se si dovesse, ad esempio, scrivere la parola siciliana per “carta”, un catanese non scriva “catta”, un palermitano non scriva “caitta” ma si scriva “carta”, come hanno scritto il catanese Martoglio ed il palermitano Meli e come attestato nei testi letterari in Siciliano di ogni epoca e provenienza geografica.
3. Non si usino doppie consonanti iniziali nelle parole che iniziano con le lettere B e G. Dunque si scriverà giummu e non ggiummu; babbu e non bbabbu.
4. Non si evidenzi graficamente il rafforzamento fonosintattico, se non nelle forme univerbate. Si scriva, dunque, tri setti (tre sette) e non tri ssetti, però si scriverà trissetti (gioco di carte); a jùnciri (ad unire) e non a ghiùnciri, però agghiùnciri (aggiungere); ecc.
5. Nessuna parola termina in Siciliano con e oppure o non accentate.
6. Non si evidenzi graficamente la rotacizzazione della D. Si scriva, per “dire”, diri e non riri; per “dare”, dari e non rari; per “domani”, dumani e non rumani; la preposizione “di”, di e non ri, etc. E’ accettabile scrivere la R solo in quelle poche parole dove è stata persa la memoria della presenza della D etimologica.
Ed ecco il testo completo del Manifesto fondativo.
Manifesto fondativo dell’Accademia della Lingua Siciliana e primi 6 consigli
In data odierna, 18 febbraio 2017, si costituisce di fatto l’Accademia della Lingua Siciliana tra le persone convenute presso la libreria UBIK, sita in via Kennedy 9/11 in Caltanissetta e tra quelle che, impossibilitate a venire, hanno comunque espresso la loro adesione nei giorni precedenti o che la daranno in futuro.
L’Accademia ha come sua finalità iniziale ed immediata quella di aggregare quanti più poeti, cantautori, studiosi, appassionati di lingua siciliana, associazioni culturali, persone che, a vario titolo, si occupano direttamente o indirettamente di lingua siciliana, attorno a poche e ovvie regole ortografiche e grammaticali condivise per poter offrire al sempre più crescente numero di siciliani che cominciano a usare, soprattutto sui social ma non solo, la lingua siciliana scritta (per semplici post e commenti ma anche per scrivere poesie, nomi di esercizi commerciali, testi e slogan pubblicitari etc.) un punto di riferimento al fine di evitare di commettere errori grossolani.
Non rientra fra le finalità immediate dell’Accademia quella di proporre una standardizzazione rigida della lingua siciliana, pur non escludendo, nel futuro, ove le condizioni fossero favorevoli, la possibilità di una operazione del genere.
L’Accademia vuole avere spirito inclusivo e carattere democratico ed è richiesto ad ogni aderente di mettere da parte ogni personalismo e di tenere un atteggiamento collaborativo. In questa ottica non viene fatta alcuna distinzione tra le persone aderenti che hanno presenziato alla riunione fondativa e quelle che hanno comunque aderito non potendo essere presenti o che aderiranno nel futuro.
L’Accademia pubblicherà ogni proprio documento in lingua italiana e non in lingua siciliana al fine di evitare di dare indirettamente, con l’ortografia dei propri scritti, delle indicazioni su come scrivere in Siciliano.
L’Accademia si doterà di una propria pagina facebook pubblica – a beneficio degli utenti, anche non aderenti, che vorranno conoscere o contattare l’Accademia – e di altri mezzi telematici per facilitare le comunicazioni ufficiali con gli aderenti e per prendere decisioni, ove ce ne fosse bisogno, senza l’obbligo di riunirsi di presenza.
L’Accademia si doterà di uno Statuto articolato per la stesura della cui bozza saranno delegati quegli aderenti che vorranno proporsi.
L’Accademia si doterà, altresì, di un proprio logo che sarà scelto dagli aderenti votando tra le diverse proposte che verranno fuori tramite una sorta di concorso aperto a chiunque.
L’Accademia considera il siciliano una lingua e non un dialetto. Come tutte le lingue, il siciliano ha parecchi dialetti. I consigli di carattere ortografico e grammaticale che l’Accademia riterrà di dare si riferiscono alla lingua siciliana e non ai suoi dialetti.
Questa la lista degli aderenti all’Accademia, aggiornata al 20 febbraio 2017:
BAIAMONTE Salvatore Matteo (studioso, co-fondatore dell’ass. “Cadèmia Siciliana”, autore ed editore del progetto “‘Nzignàmunni ‘u sicilianu”)
BALLATO Vittorio (poeta)
BALSAMO Gaspare (attore, ‘cuntista’ e insegnante lingua siciliana)
BARONE Nino (poeta, studioso e divulgatore, editore)
CALANDRA & CALANDRA (duo musicale)
CAMPISI Davide (cantautore)
CAPPELLO Sara (cantastorie e direttore artistico di “Cantunera”)
CARACCIOLO Frank (appassionato)
CASAMENTO Ninni (presidente dell’associazione Società Siciliana per l’Amicizia tra i Popoli)
CASSATA Mimmo (studioso)
CATALANO Silvio (studioso e attore)
COMUNALE RIZZO Nicola (presidente onorario di associazione culturale)
COSTA Pasquale (poeta)
DENARO Saverio (speaker del programma televisivo in lingua siciliana “Stupor Mundi”)
DIBILIO Marcello (appassionato)
DI MARIA Marco (studioso)
ELIA Rita (poetessa e presidente dell’associazione “Termini d’Arte”)
FONTANA Vito Antonio (amministratore gruppo facebook “Cca scrivemu sulu ‘n Sicilianu”)
GAZZARA Salvatore (poeta)
GENCHI Fonso (studioso e divulgatore, autore del programma in lingua siciliana “Stupor Mundi”)
GERBINO Giuseppe (poeta e studioso)
LA SPISA Euranio (poeta)
LO DICO Marco (amministratore gruppo facebook “Siculomania”)
MAGRI’ Antonino (poeta, scrittore, studioso, presidente di associazioni culturali)
MECCIA Enzo (studioso di storia siciliana)
MINNELLA Orazio (poeta)
ORIGINAL SICILIAN STYLE (band musicale)
PATTI Alessio (poeta e commediografo)
PELLEGRINO Enrico (cantante)
PIDALA’ Immacolata (poetessa)
PISCITELLO Rino (appassionato)
PRESTIFILIPPO José (presidente Asociación Familias Sicilianas de Paraná, Argentina)
RIZZO Arcangela (poetessa)
SCIMONE Filippo (appassionato)
TROVATO Santo (cultore della lingua siciliana e amministratore/burocrate della Wikipedia siciliana)
VERDOLIVA Alessandro (studioso)
VILLA Angelo (scrittore, poeta, cultore e docente della lingua siciliana)
ZAMBUTO Alfonso (appassionato)
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