La Fsi-Usae torna a denunciare le condizioni in cui si lavora nei Pronto Soccorso siciliani con gravi ripercussioni sui pazienti e sugli stessi operatori sanitari costretti a turni massacranti
E’ ancora la Fsi-Usae, Federazione Sindacati Indipendenti aderente alla confederazione Unione Sindacati Autonomi Europei, a tentare di tenere alta l’attenzione sullo stato in cui versano i Pronto soccorso in Sicilia.
Lo fa con una nota dove, senza se e senza ma, indica chiaramente i responsabili:”La politica, il ministero della Salute e la Regione non sono riusciti a salvaguardare un territorio dove la sanità ha messo in ginocchio gli utenti e anche gli operatori sanitari”.
“Il problema dei posti letto – dichiarano Salvatore Ballacchino, segretario regionale Fsi-Usae e Calogero Coniglio, coordinatore nazionale Fsi-Usae- affonda le sue radici nel taglio delle risorse a livello di governo nazionale e regionale, nella mancata programmazione regionale, nell’inesistente medicina territoriale, domiciliare e di prevenzione. La logica conseguenza è il sovraffollamento dei pronto soccorso da parte di pazienti in attesa di ricovero che sostano anche 24-48 ore al suo interno. Il tutto determina un aumento sconsiderato dei tempi di attesa degli utenti a cui è stato assegnato il codice di priorità dal personale di Triage, che superano notevolmente quanto previsto dalle direttive internazionali su tale materia. Inoltre ad aggravare i disservizi la carenza di personale sanitario, in particolare infermieri, medici, tecnici, Oss, ausiliari, ecc”.
“Il sovraffollamento determina all’interno delle stanze visite una presenza di pazienti al di fuori di ogni regola, determinando l’impossibilità di attenersi alla normativa in materia di sicurezza sul lavoro e la mancanza di quei fattori che garantiscano l’incolumità della salute dei pazienti e degli operatori”.
“E’ importante segnalare che a causa del sovraffollamento il 15% dei pazienti che si recano nei pronti soccorso rinunciano alle cure per il protrarsi dei tempi di attesa. A fronte di ciò si registra una disorganizzazione gestionale ed organizzativa che pone a rischio il personale coinvolto ed i pazienti che si rivolgono ai pronto soccorso. Da 7 anni, inutilmente, attendiamo l’attivazione di posti letto di lunga degenza, l’assistenza domiciliare e l’avvio di assunzioni di personale. Nel mentre turni massacranti uccidono di stress il personale sanitario preoccupato dai mille pericoli in cui inevitabilmente quotidianamente può incorrere nella gestione dell’assistenza dei posti letto in barella, che rischiano di diventare posti sedia, fino ad inaccettabili epiloghi giudiziari di tipo penale”, dichiara Coniglio Calogero. Avverso tale stato delle cose la Fsi-Usae ha ripetutamente sollecitato, con incontri ed azioni di protesta, aziende, regione, prefetture, procure, commissione regionale sanità e, non ultimo promosso due interrogazioni parlamentari a risposta scritta al Senato ai Ministri della Salute dell’Interno, Lorenzin e Minniti; il tutto senza evidenti modifiche dello stato delle cose ne’ delle condizioni assistenziali dei cittadini”.
“Auspichiamo- continuano i due sindacalisti- che le autorità competenti intervengano al fine di cancellare questo fenomeno inaccettabile in quanto negazione della dignità del cittadino costretto a vivere la condizione di malattia come evento mortificante e incivile. Il diritto alla salute dei cittadini oggi, e da molti anni, non è garantito. La sanità vittima di malapolitica e malagestione è al limite e contestiamo anche la migrazione dei pazienti verso altri ospedali del nord, che non solo genera decine di milioni di euro di mancati introiti per la Sicilia e mancati investimenti in servizi sanitari nella nostra regione, ma rappresentano un disagio enorme e insostenibile per chi ha bisogno di diagnosi o di cure e per i familiari dei pazienti, costretti a viaggi lunghi e costosi per assistere i propri cari”.
“Noi continueremo a vigilare. Rammentiamo alla regione che stiamo parlando di diritti dei cittadini, di salute, non di norme e di burocrazia. Proseguiremo questa battaglia fino ad ottenimento di quanto spetta ai cittadini e agli operatori siciliani. La Regione compia atti concreti e potenzi pronto soccorso e rianimazioni, ripristini i posti letto e assuma il personale sanitario pubblico necessario a garantire a tutti i cittadini parità di diritti e di cure.Le emergenze stanno mettendo a dura prova la sicurezza dei pazienti che dovrebbero essere tutelati da una rete ospedaliera che non guardi solo agli aspetti ragionieristici ma alla vita umana e soprattutto alla sua qualità. Chiediamo alla Regione di adottare con urgenza ogni più opportuna iniziativa per provvedere a sanare le gravissime carenze strutturali e organizzative”,
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