Nulla contro un glorioso antico mestiere, come lo definisce il presidente di Confartigianato Palermo, Nunzio Reina, che annuncia, non senza una punta di soddisfazione, che oggi iniziano le selezioni per quindici lustrascarpe. Però a noi fa un certo effetto sapere che tra chi si è proposto per svolgere questo lavoro ci sono “molti laureati”…
Scrive ieri in un comunicato il presidente di Confartigianato di Palermo, Nunzio Reina:
“Partiranno domani (oggi per chi legge ndr) le selezioni dei quindici lustrascarpe che Confartigianato cerca per far rivivere l’antico mestiere a Palermo. Più di settanta le candidature ricevute dopo l’invito del presidente Nunzio Reina ad inviare il proprio curriculum: tra chi si è proposto, soprattutto diplomati e molti laureati”.
Per carità: nulla da dire contro i lustrascarpe, mestiere degnissimo. Anzi, un antico mestiere che è giusto rivalutare. Soprattutto a Palermo, dove marciapiedi e strade sono piene di buche e sporche. Visto e considerato che gli appalti ferroviari – tra passanti, anelli da ‘chiudere’ e nuove e immaginifiche metropolitane – si protrarranno per i prossimi quarant’anni, quanto meno troviamo il modo di far rientrare in casa i palermitani con le scarpe pulite. Giusto. Perfetto.
Quello che ci lascia un po’ perplessi non è tanto l’accenno che si fa nel comunicato di Confartigianato ai “molti laureati” che si sono presentati alle selezioni per lustrascarpe: se è così è giusto scriverlo. Noi restiamo un po’ perplessi dal fatto in sé: cioè che fatto che finisce il liceo, frequenta l’università, si laurea e poi va a seguire un corso per lustrascarpe.
Per non parlare di chi magari – sempre con riferimento ai laureati – è un po’ su con gli anni, ha perso il lavoro e decide di provare anche il mestiere – ribadiamo: antico e glorioso – di lustrascarpe.
Possiamo o no, vedere in questa storia dei giovani laureati lustrascarpe il fallimento di un modello di sviluppo che è di certo generale e riguarda la crisi economica che non risparmia nessuno. Ma ci vediamo anche problemi legati a una gestione non virtuosa della Regione e del Comune di Palermo.
Perché se questa vicenda dei “molti laureati” che si candidano a lustrascarpe la mettiamo insieme ad altri giovani siciliani laureati – che sono molti di più dei futuri lustrascarpe – che in alcuni casi scelgono, in altri casi sono costretti a lasciare la Sicilia per cercare fortuna (cioè un lavoro, che in Sicilia e, in generale, nel Sud, è una fortuna), beh, la situazione, con tutto il rispetto vero Confartigianato, diventa quasi tragica.
Ma alle tragedie sociali il Sud e la Sicilia ci sono abituati. Pazienza.
“I candidati – leggiamo sempre nel comunicato – provengono da ogni parte della Sicilia, domani (cioè oggi ndr) saranno in 35 a presentarsi alle 17,00 presso la sede di Confartigianato in via Laurana. Il secondo gruppo sarà valutato l’1 febbraio”.
“Siamo felici di aver ricevuto tale riscontro – conclude Reina -. La nostra idea è stata accolta con entusiasmo, a dimostrazione che gli antichi mestieri non sono stati dimenticati. Contiamo in tempi brevi di poter permettere ai nuovi lustrascarpe di iniziare a lavorare, prima dovranno seguire un corso di formazione necessario per intraprendere questa preziosa attività”.
Che dire, ancora? lasciamo la parola a Forrest Gump:
“Mamma dice sempre che ci sono un sacco di cose che si possono dire di una persona dalle loro scarpe. Dove stanno andando. Dove sono stati”.
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