Le indiscrezioni raccontano che i vertici nazionali del Partito Democratico spingerebbero per un accordo con il sindaco di Palermo uscente. Ovviamente, il PD dovrebbe rinunciare al proprio simbolo. A conti fatti, a sostegno di Orlando si potrebbe profilare un ampio schieramento politico: PD, UDC, Nuovo Centrodestra Democratico e Sinistra comune che, qualche giorno fa, ha detto di non volere l’accordo con il PD. Orlando riuscirà a mettere d’accordo tutti?
Le voci sono contrastanti. Ma forse la linea politica dettata da Roma, alla fine, potrebbe risultare quella risolutiva: nonostante i tanti ‘mal di pancia’ il PD di Palermo dovrebbe appoggiare la ricandidatura di Leoluca Orlando a sindaco di Palermo rinunciando al proprio simbolo.
Insomma, anche al Comune di Palermo si profilerebbe un accordo politico uguale a quello che dà vita al Governo nazionale di Gentiloni: ad appoggiare Orlando sarebbero il PD, l’UDC in tutte le sue ‘forme’ (il partito è spaccato, con Roma che ha tolto il simbolo ai siciliani) e il Nuovo Centrodestra Democratico di Angelino Alfano.
E dire che, ieri, a dare manforte a chi, nel Partito Democratico di Palermo, è contrario a togliere il simbolo del partito alle prossime elezioni comunali è sceso in campo Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana e candidato alla segreteria nazionale del PD:
“Secondo me hanno ragione gli amici e i compagni che chiedono di non rinunciare al simbolo del PD alle prossime elezioni di primavera per il Comune. Senza il nostro simbolo in una delle più importanti città italiane questo progetto, che considero fondamentale per il Paese, subirebbe un colpo significativo. Il simbolo è ciò che tiene insieme e unisce una comunità. Rinunciarvi – prosegue Rossi – sarebbe a mio parere un gesto suicida e per tanti compagni e amici anche fuori dalla Sicilia un’ulteriore umiliazione, che rischia di portare acqua solo al mulino dell’antipolitica e della retorica anti partito come origine di tutti i mali”.
“Conosco e stimo Orlando. Per questo – insiste il candidato alla segreteria PD – sono stupito quando sento dire che avrebbe posto come condizione la rinuncia ai simboli di partito per aderire allo schieramento che lo vuole sostenere. Si può porre la condizione che siano esplicitati e condivisi certi contenuti programmatici di grande rilievo, certe opzioni ideali e non ultima la qualità e l’onesta personale dei candidati. Credo che il sindaco Orlando vorrà capire queste ragioni e mi auguro che lui stesso voglia togliere il PD da una situazione di imbarazzo, guadagnandosi così il consenso e la positiva considerazione di molti democratici”.
“Non condivido – conclude Rossi – coloro che nel PD con troppa facilità sostengono che l’importante è vincere e che i simboli vengono dopo. Noi abbiamo bisogno di un partito popolare e strutturato, con una forte identità, un radicamento saldo tra i ceti popolari e un programma di cambiamento per Palermo, per la Sicilia e per il Paese”.
Fin qui Enrico Rossi. Poi, però, ci sono le pressioni di Orlando che, dai tempi del vecchio Pci, preferisce dialogare con i vertici romani piuttosto che con i dirigenti locali del partito.
Orlando, così si racconta, avrebbe fatto presente ai vertici del PD nazionale che quello di Palermo sarebbe un fatto locale, che non inficierebbe la linea politica del PD a livello nazionale.
Resta da capire come come lo stesso Orlando convincerà i suoi alleati di Sinistra comune (in pratica, Rifondazione comunista e altri gruppuscoli), che si sono dichiarati contrari all’accordo con il PD.
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