Il governatore della Puglia, intervistato da Minoli, parla del rapporto dell’ex premier con il Mezzogiorno. Mentre cresce la rete di amministratori meridionali che si stanno unendo per rispondere ad una politica che non tiene conto di questa parte del Paese
“Non ci arriva, è troppo complicato”: così Michele Emiliano (Pd), presidente della Regione Puglia, ha spiegato il difficile rapporto del leader del Pd, Matteo Renzi, con il Sud d’Italia. Da Renzi, ha spiegato durante la registrazione di Faccia a faccia, condotto da Gianni Minoli, in onda questa sera alle 20.30 su La7, Emiliano si sente separato da “visioni del mondo completamente diverse”.
Diversità che si sono ampiamente manifestate in mille occasioni: dal referendum costituzionale a quello sulle trivelle fino ai Patti per il Sud: Emiliano è stato l’unico governatore meridionale ad avere il coraggio di dire come stavano le cose e cioè che quei soldi appartenevano di diritto al Mezzogiorno d’Italia e che ne arriveranno (se arriveranno) molto meno del previsto (ve ne abbiamo parlato qua).
Concetto che ha ribadito da Minoli:” ll Patto per la Puglia è stato un espediente mediatico, i soldi sono quelli dei fondi Ue, Renzi li doveva dare per forza”.
Renzi, ha continuato Emiliano “è abituato alla Toscana, dove chi si candida col Pd viene eletto anche se è una Lambretta…”. Il segretario democratico avrebbe dovuto, “tanto per cominciare, scegliere le persone con le quali interloquire e creare una rete di persone per bene”.
Insomma, non siamo certo gli unici a pensare che, soprattutto in Sicilia, si è fatto rappresentare malissimo.
A proposito di una sua eventuale candidatura alla guida del Pd ha detto: “Se qualcuno si prende la briga di aprire il Congresso è possibile che mi candidi. Di certo non starò a guardare”.
Ed è tornato anche sulla riforma costituzionale, che proprio al Sud, per Renzi, è stata una disfatta totale: “La riforma era totalmente sballata, era un pastrocchio scritto anche da persone poco competenti”.
E dal Sud continuano a spirare venti contrarissimi all’ex premier: Emiliano è in contatto con il sindaco di Napoli Luigi De Magistris e, dopo mesi di gelo, anche con il governatore campano Vincenzo De Luca, e con il calabrese Mario Oliverio che non ha mai negato il lavoro di squadra: ‘Non si tratta di un gioco di correnti, ma di mettere al primo posto il Sud”.
Grande assente, va da sé, il governatore siciliano, Rosario Crocetta, che non ha mai fiatato contro il Governo Renzi, neanche quando palesi sono state le violazioni dei diritti e degli interessi dei Siciliani.
Due modi di essere politici del Sud: l’orgoglio di Michele Emiliano e gli ‘ascari’ della Sicilia
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