L’aumento riflette quello delle disponibilità liquide del Tesoro (12,3 miliardi, a 49,9) e il fabbisogno delle amministrazioni pubbliche (2,9 miliardi); in senso opposto ha operato l’effetto complessivo degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio (complessivamente circa 0,5 miliardi). Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, il debito consolidato delle amministrazioni centrali è aumentato di 14,9 miliardi, mentre quello delle amministrazioni locali è diminuito di 0,1 miliardi. Il debito degli enti di previdenza è rimasto pressochè invariato. La vita media residua è rimasta stabile a 7,9 anni. La quota del debito detenuta dalla Banca d’Italia è diminuita al 21,4% (dal 21,7% del mese precedente); a dicembre (ultimo mese per cui questo dato è disponibile) quella detenuta dai non residenti è aumentata di un decimo di punto al 31,2%, mentre quella in capo agli altri residenti (principalmente famiglie e imprese non finanziarie) è rimasta stabile al 14,2%.
(ITALPRESS).
-Foto: Ipa Agency-
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