E’ sempre polemica sul grano duro – spesso di pessima qualità – che arriva in Italia con le navi. Dopo l’attacco della CIA pugliese a GranoSalus, il presidente di questa associazione chiede alla CIA nazionale di prendere posizione su questo tema caldo. Intanto sulla rete fioccano le prese di posizione. E, a giudicare da quello che scrive lo stesso De Bonis, anche le censure…
Non si placano le polemiche dopo l’attacco della CIA all’associazione GranoSalus. Tema: il grano duro che arriva in Italia con le navi. Abbiamo già raccontato lo scorso 15 gennaio, nel seguente articolo, cosa sta succedendo in Puglia:
I controlli sul grano duro estero: la CIA della Puglia all’attacco di GranoSalus?
Il 15 gennaio ci era sembrato corretto mantenere il punto interrogativo, perché i vertici di GranoSalus non credevano che la CIA potesse avere espresso certe posizioni. Ora, a quanto pare, dalle parti di GranoSalus hanno la certezza che l’attacco sia partito proprio dalla CIA, signa che sta per Confederazione Italiana Agricoltori.
Da qui la replica di Saverio De Bonis, presidente di GranoSaus:
“Alcuni giorni fa – dice De Bonis – abbiamo dato notizia dei primi dati raccolti dall’associazione in seguito all’accesso agli atti presso l’Agenzia delle Dogane sul grano estero arrivato sui porti della Puglia”.
Anche di questo I Nuovi Vespri ha informato i propri lettori nel seguente articolo:
Primi controlli di GranoSalus sul grano duro che arriva con le navi: ecco cosa ci fanno mangiare!
“I risultati – fa notare il presidente di GranoSalus – attestano che oltre il 40% del prodotto importato non è esattamente di alta qualità. Una brutta notizia non solo per gli ignari consumatori che, grazie a GranoSalus, cominciano ad essere più informati, ma anche per qualche associazione di categoria, sinora rifugiata nel comodo silenzio”.
“Forse comincia ad aprirsi il vaso di Pandora – aggiunge De Bonis -. Non ci aspettavamo che proprio la CIA (Confederazione Italiana Agricoltori) attaccasse l’associazione GranoSalus. Alcuni articoli pubblicati da alcuni organi di informazione della Puglia, dopo la diffusione dei primi dati della nostra l’associazione, ci hanno lasciato letteralmente basiti”.
A questo punto Granosalus dà una notizia che noi, qui in Sicilia, non conoscevamo:
“Ma come – dice De Bonis -: la CIA pugliese ritiene che il tema dei contaminanti sia poco rilevante? E che dire del grano ucraino scaricato a Manfredonia con problemi di contaminazione di vecchia memoria? Come mai la CIA non ha proferito parola sull’uso di un porto inagibile dove si scarica grano senza controlli?”.
Insomma – e questa è una notizia veramente incredibile! – le navi che portano in Italia grano duro al centro di durissume polemiche scaricano anche in porti inagibili!
“Noi siamo disponibili ad un confronto pubblico con il direttore provinciale di Foggia, che non ama firmare i suoi articoli, ma è evidente – aggiunge De Bonis – che questa associazione si sente scavalcata, in un’attività che dovrebbe vederla invece impegnata a spada tratta a difendere i produttori e i consumatori pugliesi e italiani”.
“Un conto – conclude il presidente di GranoSalus – è fare a gara tra chi informa di più come facciamo noi a tutela dei consumatori. Un conto è fare il gioco del silenzio, quel silenzio omertoso che è diventato uno sport a cui non solo la CIA si è abituata, ma anche altre associazioni autoreferenziali e burocratiche”.
Interpellato al telefono, De Bonis precisa:
“Sarebbe opportuno che su un tema così delicato intervenga la CIA nazionale. Insomma: qual è la posizione della CIA nazionale sul grano duro che arriva in Italia con le navi?”.
Sulla pagina facebook di CUN cereali lo stesso De Bonis non risparmia una ‘staffilata’ alla CIA Puglia:
“Dedicato a CIA Puglia… che ha appena censurato circa 34 dei 40 commenti scomodi sulla pagina Facebook. Il ritorno della censura in grande stile….Vergogna!”.
Sulla stessa pagina facebook Rita Carpaccio commenta:
“E’ vergognoso che associazioni di categoria, latitanti inermi da tempo di fronte al problema delle importazioni di grano duro di pessima qualità screditino l’operato di chi si sta muovendo per scoprire gli affari sporchi che si fanno sulla pelle degli agricoltori del Sud. Farebbero bene a stare zitti”.
P.S.
Anche se tale polemica sta passando nel silenzio generale, ricordiamo che la questione non riguarda solo la Puglia, ma tutta l’Italia e, quindi, anche la Sicilia.
In realtà, riguarda tutta l’Europa: quanto meno quella parte dell’Europa dove si mangia la pasta che potrebbe essere stata prodotta con il grano duro pieno di micotossine DON, di glifosato e, a quanto pare, anche di residui radioattivi.
La Sicilia, poi, è interessata non soltanto per i problemi legati al consumo di pasta di non eccelsa qualità, ma anche per questioni di mercato. Perché è il grano duro che arriva con le navi – in ultima analisi – che determina la caduta del prezzo del grano duro.
Certo, nella formazione del prezzo del grano duro ci sono di mezzo le multinazionali che controllano il mercato del grano più importante del mondo: quello di Chicago. Ma senza il fiume di grano duro estero che arriva in Italia con le navi, il prezzo del grano duro pugliese, siciliano e, in generale, di tutto il Sud Italia non potrebbe crollare.
Quindi è semplicemente incredibile che nessuna organizzazione agricola della Sicilia sia interessata a questo problema.
AVVISO AI NOSTRI LETTORI
Se ti è piaciuto questo articolo e ritieni il sito d'informazione InuoviVespri.it interessante, se vuoi puoi anche sostenerlo con una donazione. I InuoviVespri.it è un sito d'informazione indipendente che risponde soltato ai giornalisti che lo gestiscono. La nostra unica forza sta nei lettori che ci seguono e, possibilmente, che ci sostengono con il loro libero contributo.-La redazione
Effettua una donazione con paypal