Sembrerebbe proprio che la CIA (Confederazione Italiana Agricoltori) attacchi l’associazione GranoSalus. Così si legge in alcuni articoli pubblicati da alcuni organi di informazione della Puglia dopo che l’associazione ha diffuso i primi dati sul grano duro arrivato in sei porti pugliesi negli ultimi due anni. Saverio De Bonis: “In ogni caso è evidente che la nostra azione comincia a fare paura ai potenti”
La battaglia avviata da GranoSalus – l’associazione che raccoglie produttori di grano duro delle Regioni del Sud Italia e consumatori – entra nel vivo e già si cominciano ad avvertire i primi contraccolpi. Due giorni fa abbiamo dato notizia dei primi dati raccolti dall’associazione sul grano duro estero arrivato in sei porti della Puglia, come potete leggere nell’articolo seguente:
Primi controlli di GranoSalus sul grano duro che arriva con le navi: ecco cosa ci fanno mangiare!
Sono notizie che arrivano dalle dogane. Da dove vengono fuori zero informazioni sulla mocotossina DON (e questo già è un elemento che fa riflettere) e la presenza di oltre il 40% della produzione non esattamente di alta qualità. Insomma, brutte notizie per gli ignari consumatori che, grazie a GranoSalus, cominciano ad essere più informati.
Queste notizie hanno allarmato chi, con il grano duro estero che arriva in Italia, in una maniera o nell’altra, deve avere a che fare? “Il dubbio c’è”, ci dice il presidente di GranoSalus, Saverio De Bonis.
Il dubbio nasce da un comunicato diffuso da alcuni mezzi d’informazione della Puglia. Cosa si dice in questo comunicato? Leggiamolo insieme:
Negli articoli pubblicati il comunicato viene attribuito alla CIA Agricoltori Italiani di Puglia a tornare su una questione di centrale importanza per i produttori pugliesi.
“E’ una battaglia che va condotta in modo rigoroso, serio – leggiamo, ad esempio, su Barletta news magazine – non come fanno alcune pseudo associazioni sulla cui natura, e anche sui fini reali che li caratterizzano, ci sono le stesse incertezze che gravano sulla qualità del grano proveniente dall’estero”.
“Negli ultimi mesi, purtroppo, Cia Agricoltori Italiani di Puglia sta rilevando che, su una questione così complessa e delicata, si va facendo strada una disinformazione controproducente. Si parla di controlli deficitari, attribuendo la titolarità del controllo e delle analisi sui carichi delle navi a organismi – come le dogane (che effettuano un controllo di altro tipo, di certo non quello inerente le analisi) o le Capitanerie di Porto – ai quali non compete affatto l’onere e la responsabilità di analizzare la qualità e salubrità degli alimenti”.
“In alcuni ultimi articoli pubblicati su certi blog – prosegue l’articolo – organi ufficiali di (dis)informazione appartenenti alle pseudo associazioni di cui sopra, ci si improvvisa esperti di politica internazionale e di regolamenti europei sul controllo degli alimenti dimostrando di essere completamente all’oscuro dei meccanismi e delle normative che regolano la materia in questione. Dietro questo tipo di falsa informazione, per lo più agitata strumentalmente per fini che nulla hanno a che fare con il bene dell’agricoltura italiana e i più che sacrosanti interessi dei produttori del settore agroalimentare, sembra profilarsi lo spettro della ‘politica politicante’, tutta proiettata all’acquisizione di consensi del tutto slegati alla reale soluzione dei problemi”.
“Una falsa informazione caratterizzata dalla gara a chi urla di più – prosegue l’articolo – a chi la spara più grossa per attirare attenzione e consensi sulla pelle e sulla rabbia di tanti agricoltori. L’ultimo e goffo tentativo di attirare l’attenzione riguarda il DON, il deossinivalenolo, una micotossina che può essere presente nei cereali. A chi tenta di mettersi sotto i riflettori strumentalmente, per accaparrare consensi che saranno spesi in chissà quale campagna elettorale, non interessa che le sue false informazioni danneggino la battaglia per promuovere la qualità e la salubrità dell’agricoltura 100% italiana”.
“A CIA Agricoltori di Puglia, invece, interessa solo questo: sappiamo produrre bene e meglio degli altri, con una qualità e una salubrità che non hanno eguali nel mondo, certificando processi di produzione e provenienza di ciò che produciamo. La battaglia per il grano, il pomodoro, gli ortaggi, la frutta, le olive, l’olio e le carni italiane va condotta con serietà e rigore, avanzando proposte serie nelle giuste sedi, chiedendo il rispetto delle regole, pretendendo un adeguato livello di controllo che riesca, in Europa e in tutto il resto del mercato globale, a eguagliare i livelli di controllo cui sono giustamente sottoposti i prodotti del made in Italy. Tutto il resto sono, purtroppo, chiacchiere di avventurieri, opportunisti e mistificatori che urlano per farsi notare”.
(qui potete leggere per esteso l’articolo di Barletta new magazine)
Pacata ma ferma la replica del presidente di GranoSalus, Saverio De Bonis:
“Leggiamo il seguente articolo Grano, CIA Puglia: “Non si speculi sulla pelle degli agricoltori” ritwittato sui social. Si parla di una questione che in Puglia, Sicilia e molte altre Regioni del Sud Italia è particolarmente sentita: il futuro del grano duro, ma senza alcun cenno alla salute dei consumatori”.
“Nell’art si leggono delle cose veramente incredibili tese a screditare la nostra funzione:
1) disinformazione controproducente;
2) politica politicante;
3) tentativo goffo di attirare l’attenzione su alcuni contaminanti.
Lanciando finanche accuse infamanti che sembrerebbero colpire la nostra associazione GranoSalus impegnata su questo fronte per ‘accaparrare consensi’. Siamo assolutamente sicuri che dietro questo squallido comunicato non può esserci la CIA-Confederazione Italiana Agricoltori, anche se rec24.it ha ritwittato dalla CIA. Del resto, da una verifica sul loro portale ufficiale non c’è nessun comunicato analogo!”.
(qui potete leggere per esteso l’articolo di rec24.it)
Nell’articolo si legge che sia stata la CIA a diffonderlo – prosegue il presidente di GranoSalus – ma siamo certi che, a stretto giro, possa arrivare una smentita o una conferma da parte di una organizzazione che dovrebbe tutelare non solo gli agricoltori, ma soprattutto i consumatori, mentre da quel che si leggerebbe nell’articolo l’attenzione verso i consumatori è totalmente assente. L’articolo ha infatti più il sapore di una manovra industriale piuttosto che una reazione da parte di un sindacato agricolo. Attendiamo gli sviluppi della vicenda”.
“In ogni caso è evidente – conclude Saverio De Bonis – che la nostra azione comincia a fare paura ai potenti”.
L’articolo è stato ripreso anche da studio9tv.com
e da Noinotizie.it
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