Alcuni lavoratori, lunedì scorso, hanno incontrato informalmente l’assessore regionale al lavoro, Gianluca Miccichè e la dirigente generale, Maria Antonietta Bullara. Le rassicurazioni non sono mancate. Ma analizzando bene tutta la questione – Avviso 6, CIAPI, pagamenti a valere sul Fondo Sociale Europeo i conti, anzi i tempi non tornano. Da qui la nuova manifestazione di martedì prossimo
Che tempi si prospettano – ammesso che ci sia la volontà politica di affrontare e risolvere la questione – per far tornare a lavorare i dipendenti degli ex Sportelli Multifunzionali?
Lunedì scorso alcuni lavoratori, in via informale, hanno incontrato la Dirigente generale del dipartimento Lavoro della Regione, Maria Antonietta Bullara. La situazione prospettata dalla dirigente e successivamente confermata dall’assessore, Gianluca Miccichè, anch’egli incontrato in via informale, è la seguente: i 35 milioni promessi dal Presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, saranno suddivisi in due parti: 14 milioni di Euro verranno utilizzati per l’Avviso 6, da far gestire alle Apl, mentre i 21 milioni di Euro rimanenti verranno assegnati al CIAPI.
Per la cronaca, i 35 milioni di Euro individuati e promessi dal presidente Rosario Crocetta per avviare al lavoro gli operatori degli ex Sportelli Multifunzionali entro gennaio nei Centri per l’impiego non sono altro che le risorse dell’Avviso 6 pubblicato ad agosto 2015, dove i destinatari indicati sono i percettori di ammortizzatori sociali in mobilità del 2014. Avviso mai partito e rimesso in moto in fretta e in furia, anche se lo stesso Governo è consapevole che i beneficiari, per ovvi motivi, sono meno della metà. Questo perché, come già accennato, non potranno essere impegnati più di 14 milioni degli originali 35 milioni di Euro di detto avviso.
E gli 85 milioni di Euro indicati nella delibera di Giunta dall’assessore Miccichè? Si dice che il soggetto attuatore sarà il CIAPI per impegnare gli operatori per due anni. L’assessore Miccichè si è preso altri 15 giorni per completare tutto e convocare i sindacati per pianificare il percorso.
Ammesso che siano concrete le intenzioni riferite sia dalla dirigente generale Bullara, sia dall’assessore, la procedura dovrebbe essere la seguente: per i 35 milioni del Pac 4 la situazione è difficilissima perché verrebbe violato il principio di equilibrio (un Euro passiva un Euro attiva) e poiché sono stati pagati gli ammortizzatori, la spesa, escludendo la restituzione, graverebbe sul Bilancio regionale.
Detto questo, un’eventuale rimodulazione (in realtà le risorse tornano allo Stato, come già si è verificato per il Piano giovani) comporterebbe, per i 21 milioni al netto dei 14 milioni utilizzati per l’Avviso 6, un impinguamento delle altre misure previste (ricollocazione eccetera), previa approvazione del Ministero dell’Economia e della Presidenza del Consiglio (Agenzia coesione territoriale). Nella migliore delle ipotesi, il tempo necessario potrà variare da tre mesi a sei mesi.
Per l’affidamento al CIAPI delle risorse del Fondo Sociale Europeo (FSE) occorrono il progetto, i decreti di approvazione, il controllo di legittimità della Corte dei Conti (con il rischio di ‘bocciatura’ delle assunzioni) poi l’avvio con le procedure Fse, il sistema informatico per il controllo, il controllo di primo livello (elaborazione piste, ecc.) ed il controllo dell’ Autorità di Audit (Ada).
I pagamenti del Fondo Sociale Europeo non sono celeri. Tempo stimato, nella migliore delle ipotesi, da 6 mesi ad un anno. Ciò significa che, allo stato attuale dei fatti, possono essere impegnati solo 14 milioni per l’Avviso 6 da affidare alle Apl.
Di fatto, la realtà delle cose smentirebbe tecnicamente le ipotesi prospettare da Governo a burocrazia sui tempi e sulla procedura. Per non parlare del fatto che i 35 milioni di Euro promessi da Crocetta non sono altro che le risorse dell’Avviso 6 pubblicato ad agosto del 2015 e mai partito.
Nondimeno, i lavoratori che non sono tenuti a conoscere procedure e tempi martedì prossimo scenderanno in piazza per chiedere al presidente Crocetta di mantenere la parola data sia nei comunicati stampa, sia nella sede del Parlamento siciliano di rimettere entro il mese di gennaio gli operatori al lavoro.
Foto tratta da gds.it
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