Roma avoca a sé i poteri in in materia di collettamento, depurazione e fognature che erano in mano all’assessore regionale all’Energia e ai Rifiuti, Vania Contrafatto. Una storia che parla di ritardi e di inefficienze, ma anche di una lotta interna al PD per il controllo degli appalti. La deputata regionale del PD Marika Cirone attacca il Ministro, Gianluca Galletti
Fa discutere la decisione del Governo nazionale di nominare un Commissario Unico al quale affidare il coordinamento e la realizzazione degli interventi in materia di collettamento, depurazione e fognatura nelle regioni del Sud già sottoposte a procedura d’infrazione da parte dell’UE.
La decisione rientra nel decreto legge 29 Dicembre 2016, N. 243 con il quale il Governo avoca a sé i poteri riguardanti i casi più scottanti, in tema di Ambiente, e in tutto il Sud Italia (dall’Ilva a Bagnoli).
Di fatto, per quanto riguarda la Sicilia, si tratta di uno schiaffo all’assessore regionale all’Energia e ai Rifiuti, Vania Contrafatto, pupilla del sottosegretario renziano Davide Faraone, alla quale era stato assegnato il ruolo di Commissario regionale in questo delicato settore. Sarà il Governo Gentiloni, nella persona del Ministro dell’Ambiente, Gianluca Galletti, a scegliere il nuovo comandante in capo, senza bisogno di chiedere un parere al Governo siciliano.
La decisione sarebbe scaturita dalla necessità di accelerare la spesa dei fondi per la depurazione che la Regione e i comuni fanno fatica ad investire. In tutto, come si legge sul decreto del 2014 che affidava l’incarico di commissario a Vania Contrafatto, sono previsti una serie di interventi “che riguardano le infrastrutture fognarie e depurative di 42 Comuni della Regione Siciliana”. Al commissario sono affidati tutti i poteri previsti “per le attività di progettazione degli interventi, per le procedure di affidamento dei lavori, per le attività di direzione dei lavori e di collaudo, nonché per ogni altra attività di carattere tecnico-amministrativo connessa alla progettazione, all’affidamento e all’esecuzione dei lavori, ivi inclusi servizi e forniture”.
Appalti, dunque. E più di un miliardo di euro da spendere solo in Sicilia secondo la delibera Cipe 60 del 2012.
Sarebbe facile tirare conclusioni affrettate e addossare tutte le colpe al Governo regionale che certamente, anche in questo settore, non ha brillato per efficienza. Ma lo sgambetto fatto da Roma a Palermo (e alle altre regioni), senza alcun preavviso e senza alcun confronto, suggerisce anche altre ipotesi: una lotta di potere tutta interna al PD per quanto riguarda la Sicilia che si vede commissariata da un Governo nazionale dello stesso colore o l’irrefrenabile desiderio del Governo nazionale di centralizzare anche la spesa di questi fondi togliendo ogni margine di manovra al Sud. Non sarebbe la prima volta. Le famigerate cabine di regia nazionali servono a questo, a togliere poteri di spesa alle regioni meridionali.
Fatto sta che i renziani di Sicilia non hanno preso bene la notizia. Marika Cirone di Marco, parlamentare regionale del PD, non le manda a dire: “”La decisione del governo nazionale di nominare un Commissario Unico al quale affidare il coordinamento e la realizzazione degli interventi in materia di collettamento, depurazione e fognatura già sottoposti a procedura d’infrazione, rischia di mandare in corto circuito il lavoro del Commissario regionale indicato poco più di un anno fa nella persone dell’assessore all’Energia Vania Contrafatto”
Questa decisione – aggiunge la parlamentare del PD – presa oltretutto in assenza di una consultazione preventiva con le regioni interessate, compresa la Sicilia, rischia di interrompere un processo faticosamente avviatosi che proprio in Sicilia stava iniziando a dare i primi segnali. Il passaggio di consegne fra il Commissario regionale e il Commissario Unico si annuncia complesso, come complesse sono le singole letture delle situazioni in itinere: per questo sarebbe auspicabile che fino al completo insediamento del Commissario Unico, si dia modo al Commissario regionale di proseguire il lavoro avviato senza soluzione di continuità”.
“Mi chiedo – aggiunge Cirone – se il Ministro per l’Ambiente, lo stesso che aveva nominato i precedenti Commissari, abbia valutato i pro e i contro della decisione e se abbia immaginato una ‘exit strategy’ nel caso di interruzione anticipata della legislatura nazionale. Al Commissario Unico passeranno, oltre le documentazioni progettuali e tecniche e le relazioni sullo stato dell’arte dei singoli interventi, anche le risorse finanziarie fissate nelle contabilità speciali messe prima a disposizione dei Commissari straordinari, quelle della delibera CIPE n. 60/2012 e altre di provenienza nazionale e regionale. Per quanto si voglia e si possa imprimere un’accelerazione all’avvio del processo di insediamento della nuova figura e alla configurazione dell’assetto di supporto (segreteria, albo delle professionalità tecnico ingegneristiche, rete delle società in house), sarà inevitabile fare i conti con un periodo di transizione che rallenterà o posticiperà percorsi già avviati dei quali si erano ricostruite a fatica le fasi pregresse”.
“Tra questi – prosegue Cirone – particolarmente simboliche per la loro complessità le vicende del depuratore di Augusta, su cui nei lunghi anni di attesa e rinvii era caduta una coltre di polvere spessa e grigia e su cui la Commissaria Contrafatto ha fatto chiarezza da quando, appena insediatasi, nell’ottobre 2015 ha tenuto la prima riunione in Comune con i soggetti interessati, al novembre 2016 quando, ricostruito lo stato progettuale dei 12 interventi previsti su progetto del RUP ha disposto di indire la gara, mediante procedura aperta, per la ricognizione di rilievi topografici e indagini geotecniche per l’importo di 132.000 euro circa a valere sui fondi della delibera CIPE 60/2012. Sarebbe auspicabile che la conclusione della gara si completasse prima della scadenza della sua nomina e che, in attesa che si completino le procedure di insediamento del Commissario Unico e della sua complessa struttura di supporto e della sua messa a regime, ai Commissari straordinari senza soluzione di continuità fosse consentito ancora di operare”.
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